
Calcio
Martino e Orlandi, è il giorno della verità
Questa sera summit tra patron Tatò, il dg e l'allenatore del Barletta
Barletta - mercoledì 2 aprile 2014
10.04
«Ho convocato per domani sera (oggi, ndr) una riunione (con il direttore generale Gabriele Martino e l'allenatore Nevio Orlandi, ndr), ma mi riservo nelle prossime ore di assumere qualche decisione che francamente non è dovuta alla pressione della piazza in questo momento, una pressione che capisco per la delusione che è anche la mia, ho il morale sotto i tacchi». Dentro o fuori: la dead-line l'ha fissata ieri intervenendo durante "Goal su Goal" il presidente del Barletta Calcio Roberto Tatò. Sul banco dei giudicati il direttore generale, l'allenatore del Barletta e lo staff tecnico di fiducia che con loro lavora. Sul piatto della bilancia una classifica ad handicap, con appena 21 punti in cascina dopo 30 partite, una tabella di marcia (ormai stravolta da tempo) non rispettata in particolare nelle declinazioni dei termini "crescita" e "valorizzazione", usati e abusati dalle parti di via Vittorio Veneto negli ultimi mesi, e un monte-ingaggi elevato per la categoria, soprattutto nei summenzionati tempi di spending review ventilati da novembre in poi dal numero uno del sodalizio biancorosso.
Il momento, dal punto di vista tecnico e societario, è infausto. In campo la squadra appare specchio delle crepe esterne, al netto però di stipendi puntualmente e lautamente pagati. Se dal punto di vista gestionale Tatò ha ormai lanciato l'appello alla piazza spiegando di non pretendere un centesimo per il pacchetto azionario, sotto l'aspetto del rettangolo verde i "responsabili" del rendimento deficitario appaiono ben definiti: Martino e Orlandi appaiono ormai corpi lontani dall'ambiente, che ieri al "Puttilli" sotto forma di oltre 50 tifosi (la protesta proseguirà probabilmente anche oggi) ne ha chiesto gli addii con una contestazione svoltasi tra antistadio e campo con toni civili. Succederà qualcosa? Ci saranno assunzioni di responsabilità? Rescissioni di contratto? Licenziamenti? Solo l'incontro di stasera lo dirà. Ad ora lo staff è fermo al "niet" sulla questione-dimissioni, bollata anzi spesso come pruriginosa, quasi fuori luogo, a fronte di una Lega Pro in cui sono già saltate 62 panchine in stagione tra Prima e Seconda Divisione.
Il nodo gordiano non riguarda solo l'ambiente, ma anche il futuro: se il contratto dell'allenatore di Casalmaggiore andrà in scadenza a giugno (paradossale ad oggi ipotizzare l'esercizio dell'opzione per il rinnovo), quello del direttore sportivo ex-Reggina è pluriennale e anche di maggior peso economico. E considerando che chi rileverà il Barletta dovrà assumersi solo «obbligazioni e contratti in essere», come spiegato da Tatò, allora anche il numero e la qualità dei legami contrattuali, tra dipendenti e calciatori sotto contratto, avrà un suo peso dirimente nel gioco delle parti, tanto più "attratte" quanto minore sarà l'impegno da assolvere. Tra meno di 24 ore, presumibilmente, la verità.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Il momento, dal punto di vista tecnico e societario, è infausto. In campo la squadra appare specchio delle crepe esterne, al netto però di stipendi puntualmente e lautamente pagati. Se dal punto di vista gestionale Tatò ha ormai lanciato l'appello alla piazza spiegando di non pretendere un centesimo per il pacchetto azionario, sotto l'aspetto del rettangolo verde i "responsabili" del rendimento deficitario appaiono ben definiti: Martino e Orlandi appaiono ormai corpi lontani dall'ambiente, che ieri al "Puttilli" sotto forma di oltre 50 tifosi (la protesta proseguirà probabilmente anche oggi) ne ha chiesto gli addii con una contestazione svoltasi tra antistadio e campo con toni civili. Succederà qualcosa? Ci saranno assunzioni di responsabilità? Rescissioni di contratto? Licenziamenti? Solo l'incontro di stasera lo dirà. Ad ora lo staff è fermo al "niet" sulla questione-dimissioni, bollata anzi spesso come pruriginosa, quasi fuori luogo, a fronte di una Lega Pro in cui sono già saltate 62 panchine in stagione tra Prima e Seconda Divisione.
Il nodo gordiano non riguarda solo l'ambiente, ma anche il futuro: se il contratto dell'allenatore di Casalmaggiore andrà in scadenza a giugno (paradossale ad oggi ipotizzare l'esercizio dell'opzione per il rinnovo), quello del direttore sportivo ex-Reggina è pluriennale e anche di maggior peso economico. E considerando che chi rileverà il Barletta dovrà assumersi solo «obbligazioni e contratti in essere», come spiegato da Tatò, allora anche il numero e la qualità dei legami contrattuali, tra dipendenti e calciatori sotto contratto, avrà un suo peso dirimente nel gioco delle parti, tanto più "attratte" quanto minore sarà l'impegno da assolvere. Tra meno di 24 ore, presumibilmente, la verità.
(Twitter: @GuerraLuca88)
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