Gabriele Martino direttore sportivo del Barletta Calcio
Gabriele Martino direttore sportivo del Barletta Calcio
Calcio

Martino: «Arrivo Camilleri è merito di Tatò, non ci fermiamo qui»

Il dg biancorosso tra arrivi futuri e continuità nel Settore Giovanile

Raggiante per l'arrivo di Camilleri, soddisfatto per il mercato biancorosso, sibillino sui prossimi arrivi, pur escludendo esborsi faraonici, programmatico sul Settore Giovanile: a due settimane dalla chiusura del calciomercato, con ancora del lavoro da fare, il Direttore Generale del Barletta Calcio, Gabriele Martino, "intercettato" in macchina durante uno spostamento di lavoro, in un'intervista a 360 gradi fa il punto della situazione e traccia le direttrici future.

Direttore, quella di ieri è stata la giornata di Camilleri: dopo due mesi di trattativa si è materializzato il suo ritorno in biancorosso. Ha condotto il presidente Tatò in prima persona l'operazione?
«Sì, l'ha avviata, condotta e felicemente conclusa il presidente: è stata estenuante, impegnativa, lunghissima, e alla fine ancor prima dell'aspetto tecnico hanno prevalso i buoni rapporti tra Tatò e Foti uniti alla volontà del ragazzo di tornare a Barletta. Onore e merito al presidente che si è impegnato nel concludere quella che sembrava una telenovela e portare a termine un colpo importante, credo non solo per la difesa ma per la squadra».

Camilleri è arrivato in prestito con diritto di riscatto della metà del cartellino: il Barletta ha però provato anche ad acquisire direttamente il 50% del suo cartellino?
«Dal punto di vista normativo è un temporaneo con opzione per il riscatto della compartecipazione. Sì, la trattativa ha rischiato anche di interrompersi per colpa della forma. Il presidente Tatò si è però tutelato con l'opzione per il riscatto, formando così un patrimonio tecnico nonché economico qualora il Barletta lo voglia».

Lei ha visto crescere Camilleri: lui voleva Barletta, il Barletta ha sempre e solo puntato su Vincenzo?
«Personalmente ad un certo punto ho creduto che l'operazione potesse non andare a buon fine, ma evidentemente non conoscevo a fondo il presidente Tatò. Vincenzo lo conosciamo bene, ha esordito in A con me direttore sportivo alla Reggina, l'ho seguito dopo tra Chelsea e Juventus, ed è un ragazzo che nei cinque mesi vissuti a Barletta è stato benissimo, e di questo vanno ringraziati ambiente, città e tifoseria. Anche questo è stato importante nella sua scelta, oltre alla voglia di voler essere protagonista sperando che la squadra viva un anno da protagonista».

Ieri in allenamento non era presente Rochat. Il terzino svizzero non ha più chances di essere tesserato?
«Rochat è arrivato in un momento in cui a destra non c'erano altri giocatori. Subito dopo abbiamo chiuso con rapidità D'Errico e poi abbiamo chiuso per Cane, quindi ora non abbiamo necessità di altri elementi. Rochat non sarà tesserato con il Barletta. A destra, poi, vorrei fare chiarezza. Noi abbiamo nel ruolo Cane e D'Errico, calciatori che interpretano in maniera diversa ma completa il ruolo. Abbiamo due esterni di buona gamba, dinamici, e D'Errico ha dimostrato di essere talmente intelligente tatticamente da sposare subito la collocazione leggermente diversa da quella fatta ad Andria. Con più campo può mettere a frutto dinamismo e progressione».

In difesa al centro manca comunque almeno un elemento: sarà Burzigotti o un giovane, come Rosania dell'Ascoli?
«Abbiamo più opzioni per ricoprire quel ruolo. Indipendentemente dall'età, cerchiamo di andare su gente che interpreti bene la difesa a 3. Lorenzo lo conosciamo e stimiamo come calciatore e come persona, e questo è un vantaggio ma nel ruolo non è l'unico. Abbiamo altri giocatori anche sotto osservazione: riguardo a Burzigotti, posso dire che quando un calciatore vuole fortemente tornare dove è stato, significa che è stato molto bene e che vede basi forti tra città e società. Comunque non è lui l'unica opzione per il ruolo».

Dalla cintola in su, l'obiettivo primario resta un trequartista o comunque un centrocampista offensivo di qualità?
«Io auspico che non si facciano raffronti con il passato, si è spesso parlato di sostituire Dezi ad esempio, ma ogni calciatore differisce dagli altri. Dezi aveva determinate qualità l'anno scorso, ma a centrocampo si osava qualcosa in più perché oltre a La Mantia e Cicerelli c'erano altri giovani che con il gol non andavano d'amore e d'accordo. Quest'anno abbiamo Picci, che per il gol ha maggiore fiuto. Cercheremo di completare il centrocampo con gente motivata e vogliosa di venire a Barletta: se potessi, tra arte e fatica sceglierei sempre l'arte, ma questo non sempre è possibile, soprattutto in Lega Pro».

Ieri pomeriggio allo stadio abbiamo incrociato Gaetano Pavone: sarà ancora lui l'allenatore della "Berretti"? Si riparte dagli allenatori della scorsa stagione per il Settore Giovanile?
«Sì, ripartiamo da loro, ma con una continuità diversa da quella della Prima Squadra. Così diamo la possibilità di fare qualcosa di meglio e di diverso rispetto all'ultimo anno, perché il Settore Giovanile deve avere afferenza con il progetto della Prima Squadra».

In virtù di questa afferenza, tra gli aggregati della "Berretti", qualcuno resterà con Orlandi?
«Io penso che i giovani debbano avere sempre possibilità di giocare, per poter migliorare le esperienze e affrontare difficoltà maggiori rispetto al campionato giovanile, che se ripetuto potrebbe essere anche poco motivante. Non avrebbe senso tenerli in Prima Squadra senza farli giocare: mandarli in prestito a giocare può arricchire un nostro patrimonio».

Domani sarà presentato Camilleri, ma i tifosi sognano un grande nome in attacco, che inizia sempre con la C…
«Io e il presidente stiamo cercando di fare quel che possiamo e sempre senza grandi proclami. Tatò sta dimostrando di voler fare le cose veramente per bene: mi auguro che la tifoseria apprezzi gli sforzi del presidente, alla chiusura del mercato mancano 15 giorni, e chissà che al di là dei sogni, da uomini realisti vedremo cosa sarà possibile fare».
(Twitter: @GuerraLuca88)
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