
Calcio
L’angolo dell’avversario: la storia del Benevento
Quasi un secolo di storia rincorrendo il sogno della serie B
Barletta - venerdì 22 novembre 2013
18.39
Si tornerà a parlare di calcio giocato in questo weekend. Nonostante le vicissitudini societarie e i postumi della conferenza stampa del presidente Tatò, dal Barletta Calcio si attende uno scatto d'orgoglio per riscattare l'umiliante passo falso di una settimana fa al cospetto del Viareggio. I biancorossi non avranno però di fronte un avversario abbordabile, visto che faranno visita al Benevento, una delle squadre attrezzate per il salto di categoria. A poche ore dal fischio d'inizio del match, scopriamo insieme la storia del club sannita, caratterizzata dalla continua rincorsa a quel sogno chiamato serie B.
Gli albori e tanti periodi bui
La prima squadra di calcio a Benevento nacque nel 1929 con il nome di A.C. Benevento. Nel 1934 il club campano si iscrisse al campionato di serie C a girone unico, disputando le partite casalinghe sul "Meomartinni", campo realizzato da don Minocchia con l'aiuto di tutti i calciatori. Nel 1938 arrivò il primo risultato di spicco, con la vittoria del torneo Capocci, manifestazione che vedeva partecipare 22 squadre per aggiudicarsi la targa d'oro riservata ai campioni. Con l'avvento del fascismo, nel 1942 la squadra cambiò nome, diventando GUF Benevento e riuscendo anche nell'impresa di battere il blasonato Napoli. In quegli anni i giallorossi furono promossi per due volte in serie B, senza però riuscire ad iscriversi al campionato per motivi finanziari che perdurarono per un decennio. Nel 1953 nacque l'AC San Vito, formazione beneventana che non riuscì mai ad oltrepassare il "muro" della serie D. Passeranno altri dieci anni prima che la San Vito riuscisse a fondersi con l'AS Benevento, dando vita alla Società Sportiva Benevento, la cui storia fu avara di successi, non potendo mai regalare ai propri tifosi stagioni di alta classifica. I successi targati Benevento arrivano a partire dagli anni '70, visto che nel giro di un decennio gli stregoni riuscirono ad ottenere due promozioni (in C prima e in C1 poi), oltre a partecipare all'ambito torneo anglo-americano. Non arrivò mai, però, la promozione in serie B, che nella stagione 1975/76 sfumò nelle ultime giornate di campionato. Pochi anni più tardi, e per la precisione nel 1979, il Benevento cambiò "casa", trasferendosi al "Santa Colomba". Nel 1990 arrivò un nuovo cambio di nome: nacque il Football Club Sporting Benevento, che prese parte a diversi campionati minori, affacciandosi alla C2 solo nel 1995. Nella stagione successiva, gli stregoni provarono ad ambire al salto di categoria, ma il sogno promozione si infranse nella semifinale playoff. Un altro playoff fu fatale al club giallorosso nel 2005, allorquando lo Sporting puntava alla B e non riuscì a superare lo scoglio della semifinale playoff. Al triste epilogo degli spareggi seguì un nuovo dissesto finanziario.
L'era Vigorito
A partire dal marzo 2006, i vertici della società sannita furono ereditati dai fratelli Ciro e Oreste Vigorito, che rifondarono il club dando vita al Benevento Calcio. Già due stagioni più tardi, il Benevento centrò il salto in C1 con 4 giornate d'anticipo. Alla guida di quella corazzata c'era mister Gianni Simonelli. Solo 12 mesi più tardi a trionfare fu la "Berretti" del Benevento Calcio, che riuscì a laurearsi Campione d'Italia dopo un'avventura ricca di colpi di scena. Nella stagione 2009/2010 né Acori né Camplone riuscirono a portare il Benevento nelle primissime posizioni, ma il ritorno dell'ex mister di Rimini e Livorno permise ai giallorossi di qualificarsi ai playoff, ma ancora una volta il sogno chiamato serie B si infranse in semifinale. L'amarezza fu parzialmente attenuata dai Giovanissimi Regionali, che riuscirono a conquistare la Coppa Giovanissimi Professionisti. L'anno dopo la squadra fu affidata a mister Cuttone, ma la stagione fu scossa dalla scomparsa dell'Amministratore delegato Ciro Vigorito, a cui è intitolato lo stadio "Santa Colomba" a partire dal 2 novembre 2010. La storia degli stregoni prosegue con una serie di squadre allestite per compiere il salto di categoria senza mai riuscirci. Ogni stagione vede il Benevento partire con l'appellativo di "corazzata" e con tutte le carte in regola per tentare di raggiungere la tanto agognata serie B, ma l'obiettivo, che ogni anno sembra più vicino, sfuma puntualmente. La notizia più brutta arriva a febbraio 2013, quando scompare l'ex tecnico giallorosso Carmelo Imbriani, strappato al mondo del calcio dal linfoma di Hodgkin.
Gli albori e tanti periodi bui
La prima squadra di calcio a Benevento nacque nel 1929 con il nome di A.C. Benevento. Nel 1934 il club campano si iscrisse al campionato di serie C a girone unico, disputando le partite casalinghe sul "Meomartinni", campo realizzato da don Minocchia con l'aiuto di tutti i calciatori. Nel 1938 arrivò il primo risultato di spicco, con la vittoria del torneo Capocci, manifestazione che vedeva partecipare 22 squadre per aggiudicarsi la targa d'oro riservata ai campioni. Con l'avvento del fascismo, nel 1942 la squadra cambiò nome, diventando GUF Benevento e riuscendo anche nell'impresa di battere il blasonato Napoli. In quegli anni i giallorossi furono promossi per due volte in serie B, senza però riuscire ad iscriversi al campionato per motivi finanziari che perdurarono per un decennio. Nel 1953 nacque l'AC San Vito, formazione beneventana che non riuscì mai ad oltrepassare il "muro" della serie D. Passeranno altri dieci anni prima che la San Vito riuscisse a fondersi con l'AS Benevento, dando vita alla Società Sportiva Benevento, la cui storia fu avara di successi, non potendo mai regalare ai propri tifosi stagioni di alta classifica. I successi targati Benevento arrivano a partire dagli anni '70, visto che nel giro di un decennio gli stregoni riuscirono ad ottenere due promozioni (in C prima e in C1 poi), oltre a partecipare all'ambito torneo anglo-americano. Non arrivò mai, però, la promozione in serie B, che nella stagione 1975/76 sfumò nelle ultime giornate di campionato. Pochi anni più tardi, e per la precisione nel 1979, il Benevento cambiò "casa", trasferendosi al "Santa Colomba". Nel 1990 arrivò un nuovo cambio di nome: nacque il Football Club Sporting Benevento, che prese parte a diversi campionati minori, affacciandosi alla C2 solo nel 1995. Nella stagione successiva, gli stregoni provarono ad ambire al salto di categoria, ma il sogno promozione si infranse nella semifinale playoff. Un altro playoff fu fatale al club giallorosso nel 2005, allorquando lo Sporting puntava alla B e non riuscì a superare lo scoglio della semifinale playoff. Al triste epilogo degli spareggi seguì un nuovo dissesto finanziario.
L'era Vigorito
A partire dal marzo 2006, i vertici della società sannita furono ereditati dai fratelli Ciro e Oreste Vigorito, che rifondarono il club dando vita al Benevento Calcio. Già due stagioni più tardi, il Benevento centrò il salto in C1 con 4 giornate d'anticipo. Alla guida di quella corazzata c'era mister Gianni Simonelli. Solo 12 mesi più tardi a trionfare fu la "Berretti" del Benevento Calcio, che riuscì a laurearsi Campione d'Italia dopo un'avventura ricca di colpi di scena. Nella stagione 2009/2010 né Acori né Camplone riuscirono a portare il Benevento nelle primissime posizioni, ma il ritorno dell'ex mister di Rimini e Livorno permise ai giallorossi di qualificarsi ai playoff, ma ancora una volta il sogno chiamato serie B si infranse in semifinale. L'amarezza fu parzialmente attenuata dai Giovanissimi Regionali, che riuscirono a conquistare la Coppa Giovanissimi Professionisti. L'anno dopo la squadra fu affidata a mister Cuttone, ma la stagione fu scossa dalla scomparsa dell'Amministratore delegato Ciro Vigorito, a cui è intitolato lo stadio "Santa Colomba" a partire dal 2 novembre 2010. La storia degli stregoni prosegue con una serie di squadre allestite per compiere il salto di categoria senza mai riuscirci. Ogni stagione vede il Benevento partire con l'appellativo di "corazzata" e con tutte le carte in regola per tentare di raggiungere la tanto agognata serie B, ma l'obiettivo, che ogni anno sembra più vicino, sfuma puntualmente. La notizia più brutta arriva a febbraio 2013, quando scompare l'ex tecnico giallorosso Carmelo Imbriani, strappato al mondo del calcio dal linfoma di Hodgkin.
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