Ascoli calcio, la storia e il presente
Ascoli calcio, la storia e il presente
Calcio

L’angolo dell’avversario: il blasonato Ascoli

Tra passato e presente dello storico “picchio” marchigiano

Una storia lunga un secolo
La nascita ufficiale del club è datata 1898, quando il primo novembre ebbe i natali la Candido Augusto Vecchi. Solo 7 anni più tardi, la società prese il nome di Ascoli Vigor, ma la prima partecipazione vera e propria ad un campionato federale si registrò nel 1927, quando i bianconeri si classificarono al primo posto in Terza Divisione. Nei suoi primi anni di vita, il club marchigiano riuscì a scalare abbastanza rapidamente le varie categorie, salvo attestarsi tra la serie C e la serie D. Il punto più basso della storia ascolana si registrò nella stagione 1954-1955, anno in cui il noto mecenate Cino Del Duca, editore e produttore cinematografico molto stimato in Italia, entrò in società con l'ambizione di risollevare le sorti del club. I primi risultati arrivarono sin da subito, e già nel 1958-59 il sodalizio bianconero si ritrovò in serie C. A partire dal 1962, l'Ascoli cambiò casa, disputando le partite interne al "Del Duca". Nel 1971 la squadra, che prese il nome di Ascoli Calcio 1898, con in panchina un giovanissimo Carletto Mazzone salì in serie B.

Dopo appena 2 anni, arrivò il clamoroso salto di categoria in serie A. La permanenza nella massima serie durò però appena una stagione. Nel 1977 arrivò il pronto riscatto con il Campionato dei record. In quella stagione i bianconeri, guidati da mister Renna, collezionarono 61 punti e una nuova promozione. Ma il vero periodo d'oro cominciò con gli anni '80. Il decennio si aprì con il quarto posto in serie A, alle spalle del Milan poi retrocesso per illecito sportivo. A fine campionato, l'Ascoli rappresentò l'Italia nella Red Leaf Cup in Canada, vinto dai bianconeri dopo aver lottato con Botafogo, Nancy e Rangers. Nel 1981, altro ottimo piazzamento in serie A, con un sesto posto che per poco non valse alla squadra di mister Mazzone la Coppa Uefa. L'età dell'oro ascolana si concluse con la conquista della Mitropa Cup nel 1987, ma dietro l'angolo il baratro era sempre a portata di mano.

I "soliti" alti e bassi
Fu Nedo Sonetti a riportare in serie A l'Ascoli nel 1990, ma l'Ascoli non riuscì a mantenere la categoria. L'anno successivo, fu Oliver Bierhoff, futuro campione di Udinese e Milan a trascinare i marchigiani, senza però riuscire a salutare il "purgatorio" della serie B. Nel 1994-95, con la morte del presidente Colautti, si registrò anche la retrocessione in C1 dell'Ascoli dopo 23 anni di gloriose esperienze tra serie A e serie B. Nel 1996 la nuova dirigenza ascolana omaggiò Rozzi con il Memorial a lui intitolato, a cui parteciparono Milan e Perugia. Fu proprio l'Ascoli a vincere quel trofeo, con il bianconero Pompini premiato come miglior giocatore. La tanto agognata promozione in B, però, stentava ad arrivare, ma fu Benigni a prendere in mano il club e a risollevarne le sorti. La B arrivò nel 2001-2002, con Bepi Pillon in panchina e un giovanissimo Barzagli in rosa. Nel 2004-2005 la coppia d'attacco Bucchi-Colacone trascinò i bianconeri fino al sesto posto in classifica, posizione utile per i playoff, persi dai marchigiani contro il Torino. Ma i fallimenti di Torino e Perugia e la retrocessione del Genoa spianarono la strada all'Ascoli, che tornò in serie A per la gioia di tutto il popolo bianconero.

La nuova esperienza nella massima serie durò solo 2 anni. Nel 2006-2007, nonostante gli arrivi di Pagliuca e Delvecchio, né Tesser né Sonetti riuscirono nell'impresa di salvare l'Ascoli, che salutò la serie A con un mediocre 19° posto. Da allora, l'Ascoli non è più risalito in serie A, districandosi per ben 6 stagioni nel campionato di serie B con risultati alterni. La storia recente sfocia nel passato, con la retrocessione in Prima Divisione dello scorso anno ad opera del Cittadella, che ha condannato il club marchigiano alla terza serie nazionale dopo ben 12 anni divisi tra serie A e B.

Il presente: Pergolizzi tra gioventù ed esperienza
La nuova era ascolana è affidata ad un nuovo quadro tecnico. Dopo un lungo e "assordante" silenzio, la società marchigiana ha scelto il ds Fabiani e il mister Pergolizzi per ripartire dal girone B della Prima Divisione, che per blasone e prestigio tanto ricorda una serie B mancata. La squadra è stata costruita puntando ad un mix tra esperienza e giovani leve. Sono pochi i confermati in casa ascolana, tra cui spicca il nome dell'ex Barletta Yonese Hanine. A fare da chioccia ad un gruppo giovane e a larghi tratti inesperto ci penseranno i "veterani" Bianchi, Pestrin e Malatesta, ma non si punta certo ad una pronta risalita in B. Con un mercato povero e una rosa ridotta ai minimi termini, il club marchigiano proverà a non sfigurare in un girone di per sé difficile, magari provando a valorizzare uno dei tanti talenti provenienti dal folto vivaio del Parma.
Fonte foto: corriereadriatico.it
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