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Calcio
"L'angolo del capitano": Savino Daleno commenta il Barletta
La sconfitta contro la Salernitana lascia ancora l'amaro in bocca
Barletta - martedì 1 ottobre 2013
2.53
Tornano gli editoriali di Barlettalife.it dedicati al calcio. Per questa stagione sono stati confermati i due editorialisti per eccezione. Dopo l'avvocato Francesco Sfrecola, ex presidente biancorosso e legato a doppio filo al recente passato del sodalizio di via Vittorio Veneto, l'altro nome di spicco è quello di Savino Daleno, vecchia bandiera biancorossa, da sempre legato alle sorti del club biancorosso. Daleno ha militato in due epoche nelle fila del Barletta, prima tra il 1995 e il 1997 quando aveva vestito la maglia del Barletta nel campionato di Eccellenza, mentre tra il 2006 e il 2009 era stato il capitano, conquistando anche la promozione dalla serie D alla C2 grazie a un ripescaggio. 133 presenze e 8 reti per lui in biancorosso. Sulle colonne virtuali di Barlettalife.it torna l'appuntamento editoriale fisso che lo vede settimanalmente protagonista, "L'angolo del capitano". A partire dal primo impegno di campionato, Savino Daleno commenta le vicende di casa-Barletta. Quest'oggi l'esperto mediano commenta la sconfitta rimediata contro la Salernitana, che lascia il Barletta in penultima posizione, alle spalle del solo Lecce:
«Non si può essere soddisfatti né della prova, né del risultato del Barletta contro la Salernitana. Anche se devo essere sincero, per i primi 20-25 minuti la squadra ha tenuto bene il campo. Poi, dopo il rigore, secondo me netto, sono venuti fuori i limiti dei biancorossi, soprattutto caratteriali ed agonistici. Una squadra che ha un punto e gioca contro la prima della classe – almeno per quello che riguarda i nomi su cui può contare la Salernitana – doveva tirare fuori qualcosa in più dal punto di vista caratteriale. Si è visto qualcosa fin quando eravamo sullo 0-0, poi la squadra si è sciolta e non ha saputo trovare le giuste contromisure. Non c'è stata in pratica reazione. Alla fine l'occasione più importante della partita porta la firma di Morsillo, un ragazzo classe 1996 che ha approfittato di un'indecisione del granata Luciani. Speravo per il ragazzo che quell'occasione si tramutasse in gol, almeno avremmo visto un ragazzino esultare. In tal caso, avremmo assistito al primo gol della stagione del Barletta, e se fosse stato un ragazzo della Berretti a segnare, sarebbe stato lo specchio di una situazione quanto meno strana per quel che riguarda l'attacco. Parliamo dei soliti problemi fin qui evidenziati, ancora una volta commentiamo una sconfitta».
«In settimana si è aggregato al gruppo lo sloveno Dejan Zigon: se è capace di fare gol e di esaltare le qualità dell'organico biancorosso è il benvenuto. Altrimenti, siamo sempre qui a parlare dei soliti problemi in attacco, ma quando parlo di attacco parlo di conclusioni, di fase offensiva, perché il Barletta anche contro la Salernitana ha tirato davvero poco in porta, se non si considerano un paio di tiri dalla distanza di Picci. Non è detto che i gol debba segnarli necessariamente un attaccante. L'anno scorso spesso a togliere le castagne dal fuoco ci pensava Allegretti. Quest'anno anche lui sta facendo fatica sui calci piazzati, e stiamo facendo più fatica a segnare. I numeri nel calcio parlano: se il Barletta a questo punto della stagione non ha ancora segnato, qualche problema ci sarà. Mi auguro che qualcosa venga fatto. Che sia Zigon, che sia chiunque altro, è importante togliere quanto prima questo 0 dalla casella dei gol segnati, che pesa come un macigno sulla testa dei giocatori. Si vede che a volte sono abbattuti, sembrano non reagire, e a me questo fa davvero male. Mi aspettavo una reazione diversa da parte dei giocatori».
«Per quel che riguarda i tifosi, il loro attaccamento alla maglia è stato ancora una volta notevole. Anche domenica hanno dimostrato passione, voglia, ma questo è stato ricambiato nel modo peggiore dalla squadra. Quest'anno si va allo stadio solo per divertirsi, visto che non ci sono retrocessioni. Ancora una volta, però, si torna a casa delusi. Parlo da tifoso quando dico queste frasi. Non abbiamo ancora visto quell'ardore agonistico che una squadra ultima in classifica dovrebbe mettere in campo. Poi, i risultati possono dirci a favore o contro: perdere a Frosinone o contro la Salernitana ci può stare, lo si mette in preventivo. A volte fa male come avvengono queste sconfitte. In effetti, la contestazione della curva dopo la partita la dice lunga: questi ragazzi hanno incitato la squadra per tutti i 90 minuti. Qui si parla di gente che arriva in massa allo stadio tutte le domeniche, e puntualmente, da due anni a questa parte, se ne torna a casa con tante delusioni, se togliamo la salvezza ai playout».
«Ho avuto modo di ascoltare le parole del presidente Tatò: forse queste sue dichiarazioni andavano fatte ad inizio stagione, quando invece sono stati illusi i tifosi. Continuo a dire: non ho niente contro il presidente Tatò, che continua a tenere la società, tra l'altro con i conti in ordine, che anche l'anno prossimo parteciperà alla terza serie nazionale. Di tutto questo, da barlettano, non posso che ringraziarlo. Ma a questo aggiungo che di sicuro c'è qualcosa che non va. Il presidente deve riconoscere che, da due anni a questa parte, la squadra è stata sempre nei bassifondi della classifica. Riconosco al presidente un grande coraggio. Al termine della partita, si è messo davanti a tutti a fare da scudo, difendendo l'operato di squadra, allenatore e dirigenza. Però credo che se il presidente spende anche 100 euro e va allo stadio, credo che ci vada per togliersi delle soddisfazioni. Penso che anche lui in questo periodo non si stia divertendo. Sarebbe bello ogni tanto andare a casa con il sorriso, invece di dover fronteggiare giornalisti e tifosi. Credo che anche lui si diverta se il Barletta vince».
«Domenica si va a Lecce, speriamo che siano i salentini la medicina per il Barletta, e non il contrario, speriamo di non risolvere i problemi di tutti. Se parliamo di organico, è giusto che a Lecce ci sia la contestazione, anche più forte di quella di Barletta. Il Lecce aveva dichiarato che puntava a vincere il campionato, anche perché quando ingaggi un giocatore come Miccoli non puoi nasconderti. Però anche lì c'è qualcosa che non va, ed è molto più grave della situazione del Barletta attuale. Il Lecce non ha ancora vinto, il Barletta almeno un punticino l'ha rosicchiato. Spero che domenica possa arrivare una soddisfazione per i nostri tifosi, che stanno aspettando da tanto questa partita. La gente di Barletta, e io personalmente da barlettano, vorrebbe vedere un risultato contro il Lecce, che faccia tornare tutti dal Salento con un sorriso».
[Savino Daleno]
«Non si può essere soddisfatti né della prova, né del risultato del Barletta contro la Salernitana. Anche se devo essere sincero, per i primi 20-25 minuti la squadra ha tenuto bene il campo. Poi, dopo il rigore, secondo me netto, sono venuti fuori i limiti dei biancorossi, soprattutto caratteriali ed agonistici. Una squadra che ha un punto e gioca contro la prima della classe – almeno per quello che riguarda i nomi su cui può contare la Salernitana – doveva tirare fuori qualcosa in più dal punto di vista caratteriale. Si è visto qualcosa fin quando eravamo sullo 0-0, poi la squadra si è sciolta e non ha saputo trovare le giuste contromisure. Non c'è stata in pratica reazione. Alla fine l'occasione più importante della partita porta la firma di Morsillo, un ragazzo classe 1996 che ha approfittato di un'indecisione del granata Luciani. Speravo per il ragazzo che quell'occasione si tramutasse in gol, almeno avremmo visto un ragazzino esultare. In tal caso, avremmo assistito al primo gol della stagione del Barletta, e se fosse stato un ragazzo della Berretti a segnare, sarebbe stato lo specchio di una situazione quanto meno strana per quel che riguarda l'attacco. Parliamo dei soliti problemi fin qui evidenziati, ancora una volta commentiamo una sconfitta».
«In settimana si è aggregato al gruppo lo sloveno Dejan Zigon: se è capace di fare gol e di esaltare le qualità dell'organico biancorosso è il benvenuto. Altrimenti, siamo sempre qui a parlare dei soliti problemi in attacco, ma quando parlo di attacco parlo di conclusioni, di fase offensiva, perché il Barletta anche contro la Salernitana ha tirato davvero poco in porta, se non si considerano un paio di tiri dalla distanza di Picci. Non è detto che i gol debba segnarli necessariamente un attaccante. L'anno scorso spesso a togliere le castagne dal fuoco ci pensava Allegretti. Quest'anno anche lui sta facendo fatica sui calci piazzati, e stiamo facendo più fatica a segnare. I numeri nel calcio parlano: se il Barletta a questo punto della stagione non ha ancora segnato, qualche problema ci sarà. Mi auguro che qualcosa venga fatto. Che sia Zigon, che sia chiunque altro, è importante togliere quanto prima questo 0 dalla casella dei gol segnati, che pesa come un macigno sulla testa dei giocatori. Si vede che a volte sono abbattuti, sembrano non reagire, e a me questo fa davvero male. Mi aspettavo una reazione diversa da parte dei giocatori».
«Per quel che riguarda i tifosi, il loro attaccamento alla maglia è stato ancora una volta notevole. Anche domenica hanno dimostrato passione, voglia, ma questo è stato ricambiato nel modo peggiore dalla squadra. Quest'anno si va allo stadio solo per divertirsi, visto che non ci sono retrocessioni. Ancora una volta, però, si torna a casa delusi. Parlo da tifoso quando dico queste frasi. Non abbiamo ancora visto quell'ardore agonistico che una squadra ultima in classifica dovrebbe mettere in campo. Poi, i risultati possono dirci a favore o contro: perdere a Frosinone o contro la Salernitana ci può stare, lo si mette in preventivo. A volte fa male come avvengono queste sconfitte. In effetti, la contestazione della curva dopo la partita la dice lunga: questi ragazzi hanno incitato la squadra per tutti i 90 minuti. Qui si parla di gente che arriva in massa allo stadio tutte le domeniche, e puntualmente, da due anni a questa parte, se ne torna a casa con tante delusioni, se togliamo la salvezza ai playout».
«Ho avuto modo di ascoltare le parole del presidente Tatò: forse queste sue dichiarazioni andavano fatte ad inizio stagione, quando invece sono stati illusi i tifosi. Continuo a dire: non ho niente contro il presidente Tatò, che continua a tenere la società, tra l'altro con i conti in ordine, che anche l'anno prossimo parteciperà alla terza serie nazionale. Di tutto questo, da barlettano, non posso che ringraziarlo. Ma a questo aggiungo che di sicuro c'è qualcosa che non va. Il presidente deve riconoscere che, da due anni a questa parte, la squadra è stata sempre nei bassifondi della classifica. Riconosco al presidente un grande coraggio. Al termine della partita, si è messo davanti a tutti a fare da scudo, difendendo l'operato di squadra, allenatore e dirigenza. Però credo che se il presidente spende anche 100 euro e va allo stadio, credo che ci vada per togliersi delle soddisfazioni. Penso che anche lui in questo periodo non si stia divertendo. Sarebbe bello ogni tanto andare a casa con il sorriso, invece di dover fronteggiare giornalisti e tifosi. Credo che anche lui si diverta se il Barletta vince».
«Domenica si va a Lecce, speriamo che siano i salentini la medicina per il Barletta, e non il contrario, speriamo di non risolvere i problemi di tutti. Se parliamo di organico, è giusto che a Lecce ci sia la contestazione, anche più forte di quella di Barletta. Il Lecce aveva dichiarato che puntava a vincere il campionato, anche perché quando ingaggi un giocatore come Miccoli non puoi nasconderti. Però anche lì c'è qualcosa che non va, ed è molto più grave della situazione del Barletta attuale. Il Lecce non ha ancora vinto, il Barletta almeno un punticino l'ha rosicchiato. Spero che domenica possa arrivare una soddisfazione per i nostri tifosi, che stanno aspettando da tanto questa partita. La gente di Barletta, e io personalmente da barlettano, vorrebbe vedere un risultato contro il Lecce, che faccia tornare tutti dal Salento con un sorriso».
[Savino Daleno]
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