Savino Daleno
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Calcio

"L'angolo del capitano", puntata numero 24: Savino Daleno commenta Barletta-Sorrento

La vecchia bandiera biancorossa analizza il terzo pareggio e la prestazione negativa dei biancorossi

E' composto da volti "storici" del Barletta Calcio il gruppo di editorialisti sportivi di Barlettalife.it. Oltre all'ex presidente Francesco Sfrecola, al quale è affidato il commento sul pre-partita di ogni match del sodalizio di via Vittorio Veneto, oggi, come si verifica da settimane e per tutti i post partita fino al termine del campionato, tocca ad un ex-capitano storico della formazione biancorossa, Savino Daleno. Molto legato all'ambiente biancorosso, Daleno ha militato in due epoche nelle fila del Barletta, prima tra il 1995 e il 1997 quando aveva vestito la maglia del Barletta nel campionato di Eccellenza, mentre tra il 2006 e il 2009 era stato il capitano, conquistando anche la promozione dalla serie D alla C2 grazie a un ripescaggio. 133 presenze e 8 reti per lui in biancorosso; quest'estate si era anche allenato con il club, prima di firmare con il Terlizzi, formazione di Eccellenza. Ora sulle colonne virtuali di Barlettalife.it esiste un appuntamento editoriale fisso che lo vede settimanalmente protagonista, "L'angolo del capitano". Un commento che prosegue in un momento complicato, nel quale al calciatore nato 38 anni fa a Barletta è contestato un tentativo di illecito sportivo, poi fallito, messo in atto durante l'esperienza a Matera (Viribus Unitis-Irsinese Matera 0-0), che ha portato alla squalifica per 3 anni di Daleno e a 2 punti di penalizzazione per il club lucano. In attesa che la giustizia completi il suo corso passando per il TNAS, Daleno commenta sulle nostre colonne la brutta prestazione offerta dai biancorossi contro il Sorrento, che vale però il terzo pareggio consecutivo a reti bianche in una giornata "negativa" per l'avvicinamento della Carrarese vittoriosa a Gubbio:

«Sulla partita di domenica c'è da dire ben poco, se non che abbiamo conquistato un misero punto che secondo me serve a poco a questo punto del campionato. Ma la nota dolente è stata quella di vedere una squadra che non ha combattuto, che non ha cercato di vincere questa partita che era uno scontro diretto per potersi garantire almeno l'accesso ai playout. Ora la vedo veramente dura anche dal punto di vista della salvezza attraverso i playout, perché la Carrarese è andata a vincere a Gubbio, si è avvicinata al Barletta e adesso la paura di retrocedere direttamente – e anche alla grande».

«Domenica sono stati tutti al di sotto delle loro possibilità, perché se quelle sono le loro possibilità, c'è veramente da mettersi le mani nei capelli. Voglio solo credere che sia stata una brutta giornata da parte della squadra e sperare in qualcosa di positivo nelle prossime partite. Adesso abbiamo compromesso tutto con questo pareggio. Ora c'è da lottare per l'ultimo turno. La rabbia che ho io dentro – e penso che sia quella anche dei tifosi – nasce dal non aver combattuto in casa in uno scontro diretto. Era una partita che si doveva vincere a tutti i costi. Non siamo stati in grado di fare nemmeno una azione da gol, eccezion fatta per quella di La Mantia che è comunque fortuita per un errore di Dezi. Siamo stati capaci di fallire anche quella occasione, e ora è davvero dura».

«Quando la classifica è questa a questo punto del campionato, possiamo dare le colpe a tutti. Ma in questo momento ancora una volta, da tifoso, cerco di non buttare a mare tutto quello che è stato fatto in questa stagione. Dobbiamo cercare di salvarci in ogni modo perché il Barletta è un patrimonio della Città, dei tifosi e dello stesso Presidente che ci mette i soldi da due anni. Spero che anche lui abbia ancora voglia di combattere per portare questa squadra alla salvezza. Ai tifosi chiedo, ancora una volta, un ultimo sacrificio, di stare vicini alla squadra. Anche perché tirare le somme in questo momento è fin troppo facile. Le colpe sappiamo tutti di chi sono, tutti possiamo dire la società. Però io credo che ragazzi di 22-23 anni non possono non combattere su un campo di calcio, così nemmeno si divertono. Hanno fatto il compitino, ma a questo punto non basta più fare il compitino. Adesso la vedo davvero dura, però non dobbiamo ammainare la bandiera, dobbiamo cercare di andare tutti verso la stessa direzione, dobbiamo far quadrato, non massacrarci moralmente perché sarebbe l'inizio della fine».

«In effetti domenica il saluto a Pietro Mennea doveva essere da stimolo. Invece i giocatori in campo sono stati capaci di fare tutto il contrario di quelle che erano le caratteristiche del grande Pietro Mennea. Uno che non ha mai mollato, che con grande sacrificio ha ottenuto il record mondiale e ne è stato detentore per diversi anni. A loro bastava solo ricordarlo con una prova di carattere ma questo non si è verificato. Sinceramente il carattere in questa stagione non è mai venuto fuori, se non in occasione della partita di Andria. Abbiamo sempre fatto delle buone partite, messi bene in campo, ma abbiamo svolto sempre e solo il compitino. Purtroppo la classifica parla chiaro: quest'anno non abbiamo mai avuto una squadra tutta grinta e carattere. Dobbiamo solo sperare ogni tanto nelle punizioni di Allegretti. Ma quando i numeri sono così vistosi, questo non ci lascia ben sperare. Questo mio grande sconforto non deve inoltrarsi a tutta la tifoseria. Io chiedo da ex capitano della squadra – ma soprattutto di non mollare adesso, perché questo vorrebbe dire retrocessione diretta in Seconda Divisione. Spero che riusciamo a mantenere questa categoria perché è un patrimonio della città. A Barletta in questo momento abbiamo solo questo, perdere una categoria così importante sarebbe devastante».

«Il problema più grande è che, al ritorno in campo dopo la sosta, ripartiamo da uno dei campi più caldi della categoria, contro la Paganese, una squadra compatta che contro il Barletta cercherà gli ultimi punti che le mancano per salvarsi. Troveremo un ambiente molto caldo. Però in questo momento anche chi ne è sprovvisto deve tirare fuori il carattere. Solo così si può venir fuori da queste situazioni. In questo momento la tecnica e le qualità di un giocatore servono a poco: quando ci si deve salvare servono temperamento, grande carattere e l'esperienza. Soprattutto Allegretti deve guidare questi ragazzi. Chiedo a lui, in qualità di capitano del Barletta, di portare questi ragazzi per mano cercando di dar loro aiuto. Dopo Pagani ci sono altre 4 partite, ma non si sa mai. A Pagani però si vince solo con una grande prova di carattere. Abbiamo 5 finali da affrontare contro Paganese, Viareggio, Prato, Carrarese e Benevento. Speriamo che mettano un po' di benzina in corpo, forse la squadra non sta bene fisicamente, ma può anche essere solo una questione mentale. Dobbiamo sbloccarci in tutti i sensi e cercare di andare a fare a tutti i costi risultato a Pagani».

«Colgo infine l'opportunità per fare i miei auguri di una serena Pasqua a voi di Barlettalife e a tutti i lettori e ai tifosi del Barletta Calcio».

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