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Calcio
Il “Puttilli” saluta “u presdn't" Franco Di Cosola
«Hai scritto la storia…e la storia non morirà mai»
Barletta - venerdì 18 aprile 2014
0.58
Non c'è niente al mondo di più commovente di due persone che si salutano per l'ultima volta. Non c'è niente di più commovente di una città intera che saluta il "suo" presidente, l'uomo che ha reso possibile un sogno chiamato serie B, quel sogno che mai nessun altro è riuscito a ripetere a Barletta. Franco Di Cosola se n'è andato pochi giorni fa, stroncato da un infarto, all'età di 71 anni. Tantissimi barlettani (e non solo) hanno salutato per l'ultima volta il presidente. Il funerale di Franco Di Cosola si è svolto presso la chiesa del Santo Sepolcro, in una chiesa gremita in ogni ordine di posto. All'uscita, a Di Cosola è stato tributato un lungo e significativo applauso, e non sono mancati i cori degli ultras. Il corteo funebre ha portato la salma di Di Cosola al "Puttilli", la sua "seconda casa", il tempio della promozione di Scarnecchia e compagni in serie B. Ad accogliere il feretro del presidente ci ha pensato uno striscione, molto toccante, firmato Gruppo Erotico "Hai scritto la storia…e la storia non morirà mai. Ciao Presidente!". Non c'era modo migliore per salutare Di Cosola, se non sulle note di "Alè Barletta", storico brano dedicato alla passione calcistica che sconvolgeva la città negli anni '80. Al toccante momento hanno partecipato tutti i famigliari del defunto, tutta la Società Sportiva Barletta Calcio e anche il sindaco Pasquale Cascella. Le parole difficilmente potranno descrivere le emozioni di chi ha cantato e salutato Di Cosola.
Di sicuro, il ricordo di chi ha vissuto l'uomo Di Cosola è racchiuso nelle parole di mister Marco Carrara, attuale tecnico del Barletta che ha indossato la maglia biancorossa all'epoca di Di Cosola: «Se dovessi parlare del presidente, dovrei star qui fino a domattina. Per descrivere una persona splendida come era il presidente Di Cosola, ci vuole del tempo. Era un uomo passionale, aveva il calcio nelle vene e univa passionalità e competenza. Si intendeva tanto di calcio, sinceramente era un personaggio come pochi nel calcio. Investiva tempo e denaro, ne capiva di calcio, ci metteva tutto, anche il cuore. La dimostrazione di questo è che la città oggi si sia unita attorno a lui e alla sua famiglia. Questo è un segnale importante. Di Cosola è una persona che ha lasciato un impronta importante, non solo nel calcio ma anche in tutta la città di Barletta. All'epoca, spesso eravamo a cena con mogli e fidanzate al seguito in qualche ristorante della zona. Passava sempre lui e saldava il conto a tutti. Questa è una cosa che mi è rimasta sempre impressa dentro, è l'unico che ho trovato, in 35 anni di calcio, ad essere sempre così brillante».
L'impresa della serie B e le emozioni dei barlettani sono riportate nelle parole di "Lello il rosso", all'epoca esponente della Curva Sud: «Il ricordo è indelebile, soprattutto quando siamo andati a Sorrento a prenderci la serie B. Fu un'emozione stupenda, eravamo tremila all'interno dello stadio, ma fuori c'erano altri settemila barlettani. Eravamo tantissimi, tutti abbiamo accarezzato questo grande sogno. Il presidente non capiva più niente, la gioia era grandissima, perché vide tutto il nostro calore, il calore di tutta la gente che si era spostata a Sorrento. Raccontando quelle emozioni mi torna ancora la pelle d'oca».
Anche chi non ha vissuto per motivi anagrafici quei momenti di gioia, assistendo al calore dei tifosi biancorossi, può capire quanto ha fatto il presidente Di Cosola per Barletta e per il Barletta. Ed è giusto che anche le nuove generazioni, quelle che snobbano il Barletta, possano ricordare per sempre colui che ha riscritto la storia, colui che ha dato vita a quel sogno chiamato serie B.
Di sicuro, il ricordo di chi ha vissuto l'uomo Di Cosola è racchiuso nelle parole di mister Marco Carrara, attuale tecnico del Barletta che ha indossato la maglia biancorossa all'epoca di Di Cosola: «Se dovessi parlare del presidente, dovrei star qui fino a domattina. Per descrivere una persona splendida come era il presidente Di Cosola, ci vuole del tempo. Era un uomo passionale, aveva il calcio nelle vene e univa passionalità e competenza. Si intendeva tanto di calcio, sinceramente era un personaggio come pochi nel calcio. Investiva tempo e denaro, ne capiva di calcio, ci metteva tutto, anche il cuore. La dimostrazione di questo è che la città oggi si sia unita attorno a lui e alla sua famiglia. Questo è un segnale importante. Di Cosola è una persona che ha lasciato un impronta importante, non solo nel calcio ma anche in tutta la città di Barletta. All'epoca, spesso eravamo a cena con mogli e fidanzate al seguito in qualche ristorante della zona. Passava sempre lui e saldava il conto a tutti. Questa è una cosa che mi è rimasta sempre impressa dentro, è l'unico che ho trovato, in 35 anni di calcio, ad essere sempre così brillante».
L'impresa della serie B e le emozioni dei barlettani sono riportate nelle parole di "Lello il rosso", all'epoca esponente della Curva Sud: «Il ricordo è indelebile, soprattutto quando siamo andati a Sorrento a prenderci la serie B. Fu un'emozione stupenda, eravamo tremila all'interno dello stadio, ma fuori c'erano altri settemila barlettani. Eravamo tantissimi, tutti abbiamo accarezzato questo grande sogno. Il presidente non capiva più niente, la gioia era grandissima, perché vide tutto il nostro calore, il calore di tutta la gente che si era spostata a Sorrento. Raccontando quelle emozioni mi torna ancora la pelle d'oca».
Anche chi non ha vissuto per motivi anagrafici quei momenti di gioia, assistendo al calore dei tifosi biancorossi, può capire quanto ha fatto il presidente Di Cosola per Barletta e per il Barletta. Ed è giusto che anche le nuove generazioni, quelle che snobbano il Barletta, possano ricordare per sempre colui che ha riscritto la storia, colui che ha dato vita a quel sogno chiamato serie B.
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