
Calcio
Giuseppe Russo: "Barletta piazza sana, stiamo uniti per un bel futuro"
L'addetto alle Relazioni Esterne del Barletta Calcio verso la prossima stagione
Barletta - giovedì 27 giugno 2013
1.55
Conosce da anni le stanze di via Vittorio Veneto, ha sofferto, lottato e gioito per la causa biancorossa. Parliamo dell'avvocato Giuseppe Russo, dirigente Addetto alle Relazioni Esterne e alla Consulenza Legale dei Tesserati della S.S. Barletta Calcio, protagonista di un'intervista tra passato e futuro del sodalizio biancorosso:
Avvocato Russo, a quasi un mese dalla salvezza di Andria è tempo di bilanci: quanta paura di non farcela c'è stata prima di Andria?
"A un certo punto della stagione ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti che senza lottare si retrocede. E' stato fatto un grandissimo lavoro da parte di tutti, dallo staff alla segreteria alla presidenza. Grazie a uno staff che si trova in Lega Pro solo per caso, l'ambiente ha guadagnato in tranquillità e capacità di lavorare. Da un gruppo di giovani, abbiamo ritrovato il giusto entusiasmo che ci ha portato a un traguardo che sino a quel momento era insperato. E' stato importante crederci sempre, è stata determinante la testardaggine del presidente Tatò. Credo che la maglia "Ci abbiamo sempre creduto" sia stata l'emblema della voglia di far bene dei ragazzi".
Appunto, il presidente Tatò: lei lo ha sempre affiancato. Quanto ha sofferto durante quest'annata?
"Ha dato tanto per la causa, economicamente e fisicamente. Le vittorie sul campo sono le più belle: prima avevamo avuto anche dei successi non sudati sul campo. Tornare al Puttilli e trovare 2000 persone in festa è stato un premio per lui in primis. Io l'ho sempre visto non come il presidente del Barletta, ma come una persona introversa, capace di stimolare sempre l'ambiente: come me, è "malato" di Barletta Calcio, vive con la sciarpa biancorossa cucita addosso e in noi riesce a infondere entusiasmo quando ti chiedi chi te lo fa fare. Abbiamo girato a soli 8 punti a dicembre, e solo una struttura solida ha permesso di tenere botta".
Cosa è cambiato con la gestione-Martino?
"Il direttore, con Orlandi e Mondilla, ha sposato in pieno il progetto-Barletta. Significa che hanno capito che a Barletta si può costruire qualcosa di duraturo e importante. Dobbiamo farci trovare pronti per la riforma: il direttore vuole lasciare una traccia a Barletta, vuole fondare una struttura solida, che non viva in balìa degli eventi, senza crollare al primo momento. Io credo che una società di calcio possa avere alla guida al massimo tre persone, e oggi avere una persona come Roberto Tatò alla guida per noi è un onore. Ora possiamo costruire qualcosa di solido e duraturo. Dobbiamo accogliere bene la riforma, non subirla".
Capitolo-organigramma: quanti elementi saranno aggiunti in sella al club di via Vittorio Veneto e quanto bisogno c'è di specialisti in marketing?
"Un pregio particolare del direttore Martino è stato quello non di distruggere, ma di apportare la sua esperienza a disposizione di tutte le persone presenti in società, fungendo da traino. Lui dovrà capire in team quali saranno gli elementi necessari all'organigramma societario, ma il tutto partendo a fari spenti: in passato abbiamo peccato di inesperienza e voglia di strafare, senza squilli di tromba e annunci eclatanti. Lavoreremo sottotraccia, prendendo come esempio i 19 anni trascorsi dal direttore a Reggio Calabria, sempre dando merito a chi ha tirato la carretta in momenti drammatici".
Sul mercato, è stata spesso evidenziata la necessità di confermare alcune "basi" tecniche. Concorda?
"Guardando al passato, le squadre che sono state perennemente rivoluzionate, vedi Cremonese e Perugia, hanno fallito puntualmente. Esempi di successo sono stati Trapani e Virtus Lanciano, che hanno confermato l'ossatura e sono poi state promosse in B".
Sono esempi ambiziosi.
"Il Barletta vuole costruire una squadra onorevole, che sappia ripagare la tifoseria delle delusioni di tre quarti dell'ultimo campionato. Per questo credo sia necessario confermare un'ossatura che ha avuto un andamento da playoff negli ultimi due mesi: anche diversi calciatori a fine prestito hanno ammesso di essersi trovati bene e di preferire Barletta a parità di condizioni offerte, su questo stiamo spingendo per Camilleri ad esempio. Anche Allegretti ha dato la disponibilità a restare, ma i matrimoni si fanno in due e vanno valutate una serie di situazioni. Chiaramente, serviranno elementi importanti, in primis un attaccante che faccia gol e permetta a Cicerelli di crescere: sarà lui l'icona del prossimo Barletta, un volto giovane e pulito".
Con quale slogan vogliamo inaugurare la nuova stagione del Barletta Calcio?
"Ci prepariamo a un campionato in cui avremo a che fare con piazze stupende e ci avviciniamo a una nuova stagione della Lega Pro: stiamo uniti, vicini, e insieme costruiremo il futuro del Barletta Calcio".
(Twitter: @GuerraLuca88)
Avvocato Russo, a quasi un mese dalla salvezza di Andria è tempo di bilanci: quanta paura di non farcela c'è stata prima di Andria?
"A un certo punto della stagione ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti che senza lottare si retrocede. E' stato fatto un grandissimo lavoro da parte di tutti, dallo staff alla segreteria alla presidenza. Grazie a uno staff che si trova in Lega Pro solo per caso, l'ambiente ha guadagnato in tranquillità e capacità di lavorare. Da un gruppo di giovani, abbiamo ritrovato il giusto entusiasmo che ci ha portato a un traguardo che sino a quel momento era insperato. E' stato importante crederci sempre, è stata determinante la testardaggine del presidente Tatò. Credo che la maglia "Ci abbiamo sempre creduto" sia stata l'emblema della voglia di far bene dei ragazzi".
Appunto, il presidente Tatò: lei lo ha sempre affiancato. Quanto ha sofferto durante quest'annata?
"Ha dato tanto per la causa, economicamente e fisicamente. Le vittorie sul campo sono le più belle: prima avevamo avuto anche dei successi non sudati sul campo. Tornare al Puttilli e trovare 2000 persone in festa è stato un premio per lui in primis. Io l'ho sempre visto non come il presidente del Barletta, ma come una persona introversa, capace di stimolare sempre l'ambiente: come me, è "malato" di Barletta Calcio, vive con la sciarpa biancorossa cucita addosso e in noi riesce a infondere entusiasmo quando ti chiedi chi te lo fa fare. Abbiamo girato a soli 8 punti a dicembre, e solo una struttura solida ha permesso di tenere botta".
Cosa è cambiato con la gestione-Martino?
"Il direttore, con Orlandi e Mondilla, ha sposato in pieno il progetto-Barletta. Significa che hanno capito che a Barletta si può costruire qualcosa di duraturo e importante. Dobbiamo farci trovare pronti per la riforma: il direttore vuole lasciare una traccia a Barletta, vuole fondare una struttura solida, che non viva in balìa degli eventi, senza crollare al primo momento. Io credo che una società di calcio possa avere alla guida al massimo tre persone, e oggi avere una persona come Roberto Tatò alla guida per noi è un onore. Ora possiamo costruire qualcosa di solido e duraturo. Dobbiamo accogliere bene la riforma, non subirla".
Capitolo-organigramma: quanti elementi saranno aggiunti in sella al club di via Vittorio Veneto e quanto bisogno c'è di specialisti in marketing?
"Un pregio particolare del direttore Martino è stato quello non di distruggere, ma di apportare la sua esperienza a disposizione di tutte le persone presenti in società, fungendo da traino. Lui dovrà capire in team quali saranno gli elementi necessari all'organigramma societario, ma il tutto partendo a fari spenti: in passato abbiamo peccato di inesperienza e voglia di strafare, senza squilli di tromba e annunci eclatanti. Lavoreremo sottotraccia, prendendo come esempio i 19 anni trascorsi dal direttore a Reggio Calabria, sempre dando merito a chi ha tirato la carretta in momenti drammatici".
Sul mercato, è stata spesso evidenziata la necessità di confermare alcune "basi" tecniche. Concorda?
"Guardando al passato, le squadre che sono state perennemente rivoluzionate, vedi Cremonese e Perugia, hanno fallito puntualmente. Esempi di successo sono stati Trapani e Virtus Lanciano, che hanno confermato l'ossatura e sono poi state promosse in B".
Sono esempi ambiziosi.
"Il Barletta vuole costruire una squadra onorevole, che sappia ripagare la tifoseria delle delusioni di tre quarti dell'ultimo campionato. Per questo credo sia necessario confermare un'ossatura che ha avuto un andamento da playoff negli ultimi due mesi: anche diversi calciatori a fine prestito hanno ammesso di essersi trovati bene e di preferire Barletta a parità di condizioni offerte, su questo stiamo spingendo per Camilleri ad esempio. Anche Allegretti ha dato la disponibilità a restare, ma i matrimoni si fanno in due e vanno valutate una serie di situazioni. Chiaramente, serviranno elementi importanti, in primis un attaccante che faccia gol e permetta a Cicerelli di crescere: sarà lui l'icona del prossimo Barletta, un volto giovane e pulito".
Con quale slogan vogliamo inaugurare la nuova stagione del Barletta Calcio?
"Ci prepariamo a un campionato in cui avremo a che fare con piazze stupende e ci avviciniamo a una nuova stagione della Lega Pro: stiamo uniti, vicini, e insieme costruiremo il futuro del Barletta Calcio".
(Twitter: @GuerraLuca88)
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