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Calcio
Francesco Mazzarani: «Annata storta a Barletta, dovevo cambiare aria»
L'ex terzino biancorosso saluta ai nostri microfoni
Barletta - mercoledì 3 luglio 2013
E' tempo di voltare pagina e mutare interpreti dalle parti di via Vittorio Veneto. Il 30 giugno sono scaduti diversi contratti che legavano alcuni dei protagonisti della scorsa stagione con il Barletta Calcio. Il sodalizio biancorosso non ha rinnovato il contratto di Meduri, Angeletti, Pane, Piccinni e Francesco Mazzarani. E' stata una stagione in chiaroscuro per il "roscio" difensore romano, uno degli atleti più esperti in rosa: 11 presenze, mai titolare inamovibile nelle varie gestioni tecniche biancorosse, ha fatto sentire il suo contributo fuori dal campo, con il suo silenzioso carisma e la sua capacità di far gruppo. Prezioso gregario, ha salutato anche lui la truppa a fine mese per scadenza contratto. Schietto, aperto, diretto e senza fronzoli, sia in campo che fuori, ha salutato Barletta ai microfoni di Barlettalife.it, tra ricordi e qualche pizzico di amarezza:
Francesco, un addio maturato dopo due anni: qual è stato il bilancio di questi 24 mesi a Barletta?
«Sono stati due anni molto diversi. L'anno scorso lottavamo per un obiettivo definito, negato non dal campo ma dalla penalizzazione. Quest'anno siamo invece partiti senza obiettivi precisi, abbiamo conquistato la salvezza alla fine, ma mi spiace essere stato sempre ai margini».
L'anno scorso pedina quasi inamovibile in diversi ruoli con rendimento costante, invece quest'anno sei stato raramente nell'undici di partenza.
«Quest'annata era partita male: non c'era un progetto vincente, non eravamo partiti con l'intento di fare un campionato di vertice e c'era un po' di confusione all'inizio. In avvio non sono partito titolare, poi ho giocato qualche partita con dei problemi fisici e la classifica non ci ha certo dato una mano. A gennaio avevo già capito che per me era giusto cambiare aria, purtroppo io e altri in uscita non siamo riusciti a partire. Da professionista mi sono allenato sempre bene, poi a marzo è successo quello che è successo (la morte di suo padre, ndr) e lì di fatto è finita la mia stagione».
A gennaio ci sono state concrete possibilità di partire per te?
«Un paio sì, ero vicino a L'Aquila, un progetto serio che mi piaceva molto, mentre al Sorrento non sono mai stato vicino. Infatti sono rimasto a Barletta».
Cinque gestioni tecniche in due anni: Cari, Di Costanzo, Novelli, Stringara e Orlandi. Quali le differenze? E con chi hai lavorato meglio?
«Ognuno ha il suo modo di lavorare. Cari studiava molto gli avversari e la partita, con lui in panchina tutti ci temevano. Di Costanzo è subentrato in un periodo di confusione e ci ha dato serenità. Quest'anno Novelli si è trovato a lavorare in una prima fase, quando eravamo un cantiere aperto in cui tutto era in fase di cambiamento. E' un allenatore con il suo credo calcistico spregiudicato, che ti fa lavorare tanto in preparazione: purtroppo con lui non sono arrivati i risultati. Stringara è stato molto professionale, ci ha portato grinta ma è rimasto troppo poco. Orlandi ci ha ricompattati, ci ha disposti meglio in campo e il merito della salvezza è anche suo».
Quando ti è stato comunicato che non ti avrebbero rinnovato il contratto?
«Non mi era stato anticipato, ma l'avevo capito dalle scelte fatte dal mio rientro in poi. Con il presidente Tatò non c'è stato un confronto, ma solo un incontro: il 6 giugno, quando siamo andati via tutti, ci siamo fatti l'in bocca al lupo per il futuro e l'ho ringraziato per l'opportunità di giocare a Barletta per due anni».
Ora è tempo di calciomercato: quale futuro per Francesco Mazzarani?
«Al momento sono in stand-by. Ho sentito il mio procuratore (Michelangelo Minieri, ex-Barletta, ndr) qualche giorno fa e mi ha detto che al momento ci sono solo sondaggi, ma nulla di concreto: attendiamo di capire quante squadre si iscriveranno e allora ci saranno idee più chiare sul mercato».
Siamo al momento dei saluti: cosa ti mancherà di più di Barletta? Cosa porterai con te del tifo biancorosso?
«Il primo saluto è per la piazza e la tifoseria, che mi ha sempre sostenuto in campo e fuori, quando ho perso mio padre. Non avevo mai giocato davanti a tanti tifosi, gli sarò sempre grato. Dello staff mi mancheranno tutti i compagni di squadra, nonostante un anno difficile siamo stati sempre uniti, soprattutto dopo l'arrivo di Riccardo Allegretti. Sono stato felice e orgoglioso di poter lavorare a Barletta e per la città di Barletta, anche del rapporto con la stampa, sempre professionale nei nostri confronti. Barletta mi mancherà».
Professionista serio ed esemplare dentro e fuori dal campo. Ciao Francesco, anche tu mancherai a Barletta e ai suoi tifosi.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Francesco, un addio maturato dopo due anni: qual è stato il bilancio di questi 24 mesi a Barletta?
«Sono stati due anni molto diversi. L'anno scorso lottavamo per un obiettivo definito, negato non dal campo ma dalla penalizzazione. Quest'anno siamo invece partiti senza obiettivi precisi, abbiamo conquistato la salvezza alla fine, ma mi spiace essere stato sempre ai margini».
L'anno scorso pedina quasi inamovibile in diversi ruoli con rendimento costante, invece quest'anno sei stato raramente nell'undici di partenza.
«Quest'annata era partita male: non c'era un progetto vincente, non eravamo partiti con l'intento di fare un campionato di vertice e c'era un po' di confusione all'inizio. In avvio non sono partito titolare, poi ho giocato qualche partita con dei problemi fisici e la classifica non ci ha certo dato una mano. A gennaio avevo già capito che per me era giusto cambiare aria, purtroppo io e altri in uscita non siamo riusciti a partire. Da professionista mi sono allenato sempre bene, poi a marzo è successo quello che è successo (la morte di suo padre, ndr) e lì di fatto è finita la mia stagione».
A gennaio ci sono state concrete possibilità di partire per te?
«Un paio sì, ero vicino a L'Aquila, un progetto serio che mi piaceva molto, mentre al Sorrento non sono mai stato vicino. Infatti sono rimasto a Barletta».
Cinque gestioni tecniche in due anni: Cari, Di Costanzo, Novelli, Stringara e Orlandi. Quali le differenze? E con chi hai lavorato meglio?
«Ognuno ha il suo modo di lavorare. Cari studiava molto gli avversari e la partita, con lui in panchina tutti ci temevano. Di Costanzo è subentrato in un periodo di confusione e ci ha dato serenità. Quest'anno Novelli si è trovato a lavorare in una prima fase, quando eravamo un cantiere aperto in cui tutto era in fase di cambiamento. E' un allenatore con il suo credo calcistico spregiudicato, che ti fa lavorare tanto in preparazione: purtroppo con lui non sono arrivati i risultati. Stringara è stato molto professionale, ci ha portato grinta ma è rimasto troppo poco. Orlandi ci ha ricompattati, ci ha disposti meglio in campo e il merito della salvezza è anche suo».
Quando ti è stato comunicato che non ti avrebbero rinnovato il contratto?
«Non mi era stato anticipato, ma l'avevo capito dalle scelte fatte dal mio rientro in poi. Con il presidente Tatò non c'è stato un confronto, ma solo un incontro: il 6 giugno, quando siamo andati via tutti, ci siamo fatti l'in bocca al lupo per il futuro e l'ho ringraziato per l'opportunità di giocare a Barletta per due anni».
Ora è tempo di calciomercato: quale futuro per Francesco Mazzarani?
«Al momento sono in stand-by. Ho sentito il mio procuratore (Michelangelo Minieri, ex-Barletta, ndr) qualche giorno fa e mi ha detto che al momento ci sono solo sondaggi, ma nulla di concreto: attendiamo di capire quante squadre si iscriveranno e allora ci saranno idee più chiare sul mercato».
Siamo al momento dei saluti: cosa ti mancherà di più di Barletta? Cosa porterai con te del tifo biancorosso?
«Il primo saluto è per la piazza e la tifoseria, che mi ha sempre sostenuto in campo e fuori, quando ho perso mio padre. Non avevo mai giocato davanti a tanti tifosi, gli sarò sempre grato. Dello staff mi mancheranno tutti i compagni di squadra, nonostante un anno difficile siamo stati sempre uniti, soprattutto dopo l'arrivo di Riccardo Allegretti. Sono stato felice e orgoglioso di poter lavorare a Barletta e per la città di Barletta, anche del rapporto con la stampa, sempre professionale nei nostri confronti. Barletta mi mancherà».
Professionista serio ed esemplare dentro e fuori dal campo. Ciao Francesco, anche tu mancherai a Barletta e ai suoi tifosi.
(Twitter: @GuerraLuca88)
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