
Calcio
Direttivo Cucs: «Tatò ha sbagliato mossa, vogliamo il bene del Barletta Calcio»
La risposta del tifo organizzato alle parole del presidente biancorosso
Barletta - lunedì 25 novembre 2013
8.41
Quella appena trascorsa non è stata una settimana positiva per i colori biancorossi. Alle sconfitte sul campo è seguito un polverone creato dalle parole del presidente Roberto Tatò, che non ha speso belle parole nei confronti di stampa e tifosi. Dopo la risposta del direttivo del Gruppo Erotico, riportata negli scorsi giorni dal nostro portale, abbiamo contattato il direttivo del Cucs (Commando Ultrà Curva Sud) per delineare al meglio l'umore della piazza in un momento così complicato:
«In conferenza stampa il presidente Tatò parlava di colpe da attribuire anche alla tifoseria organizzata: non è colpa della tifoseria se durante il primo anno della sua presidenza non si sono raggiunti i play off per un solo punto - tra l'altro conquistato dalla squadra ma perso dall'intero staff societario per una svista; non è colpa della tifoseria se nei successivi due anni il presidente si è attorniato di quelle che sono risultate poi essere le persone sbagliate per un progetto adatto al blasone della Città di Barletta, di persone più o meno competenti che hanno dilapidato il patrimonio del presidente Roberto Tatò. Per la crisi economica che c'è, con i suoi risvolti annessi e connessi, Tatò è l'unico a Barletta che può fare calcio. Noi siamo sinceri, siamo consapevoli di quello che diciamo. Siccome ci teniamo a mantenere questa categoria, perché ne abbiamo fatti di sacrifici per salire dalla Promozione alla Prima Divisione, abbiamo detto in conferenza al nostro presidente che ormai la tifoseria organizzata ha fatto un grande salto di qualità in tal senso: ci siamo meravigliati davvero tanto di quelle sue dichiarazioni che poi sono state smentite».
«Non siamo rimasti offesi dalle parole di Tatò, perché sinceramente non abbiamo nulla da nascondere. Quello che noi abbiamo riferito a lui in quella conferenza è la realtà ed è agli occhi di tutti quello che noi abbiamo fatto. Non ci sono mai state contestazioni nei suoi confronti. È normale in un momento come questo la contestazione nei confronti della squadra, del direttore sportivo, ci fa male vedere la squadra giocare in un certo modo. Lo facciamo non perché vogliamo rompere il giocattolo: cerchiamo di spronare i ragazzi per tirar fuori l'orgoglio in campo. Lo facciamo per noi, per la piazza che è stanca di essere umiliata, ma anche per gli stessi giocatori, che se vogliono affermarsi devono cambiare registro. Non è bello essere presi a schiaffi da tutti. Barletta ha una storia importante, che noi ultras da una vita vogliamo difendere. Non è bello ogni domenica essere schiaffeggiati da chiunque venga a Barletta».
«Tatò ha sbagliato mossa: noi non pretendiamo la luna nel pozzo, vorremmo soltanto mantenere la categoria. Nessuno ha chiesto la serie B, ma se viene saremmo i primi a festeggiare la situazione. Considerando che la società è formata da un unico dirigente che è Tatò e considerando i costi della Prima Divisione, oltre a tutte le situazioni attuali di Barletta – amministrazione comunale, stadio, situazione economica – abbiamo sempre chiesto a Tatò di mantenere la categoria dove faticosamente siamo arrivati. Il resto sono solo strumentalizzazioni che non ci interessano e non ci toccano. Poi in un domani, se ci saranno situazioni diverse, se la società verrà rinforzata da altri soci, saremo contenti e soddisfatti di quello che verrà».
«In ogni caso, Tatò è ancora il nostro presidente, non bisogna nascondersi dietro certe dichiarazioni, bisogna essere realisti: attualmente il presidente è Tatò, vedremo cosa succederà fino a fine campionato. Ci auguriamo che nel mercato possa migliorare anche la squadra, possa migliorare la qualità dei giovani che sono stati presi. Se si allestisce una squadra di tutti giovani, si va incontro ad una serie di rischi che stiamo affrontando. Chiediamo di rinforzare la squadra non per vincere il campionato. Vorremmo solo fare bella figura: che si vinca o che si perda, saremo comunque sulle gradinate dello stadio. Questi ragazzi non riescono ad affrontare le difficoltà, e questo è deleterio per la società, per i dirigenti, per il presidente, per i tifosi, per l'ambiente e per gli stessi calciatori che scendono in campo. Difendiamo l'operato della Curva Sud, ma anche quello della Curva Nord, perché abbiamo sempre remato a favore della società, e continueremo sempre ad incitare la squadra per tirare fuori il massimo da questa situazione complicata».
«In conferenza stampa il presidente Tatò parlava di colpe da attribuire anche alla tifoseria organizzata: non è colpa della tifoseria se durante il primo anno della sua presidenza non si sono raggiunti i play off per un solo punto - tra l'altro conquistato dalla squadra ma perso dall'intero staff societario per una svista; non è colpa della tifoseria se nei successivi due anni il presidente si è attorniato di quelle che sono risultate poi essere le persone sbagliate per un progetto adatto al blasone della Città di Barletta, di persone più o meno competenti che hanno dilapidato il patrimonio del presidente Roberto Tatò. Per la crisi economica che c'è, con i suoi risvolti annessi e connessi, Tatò è l'unico a Barletta che può fare calcio. Noi siamo sinceri, siamo consapevoli di quello che diciamo. Siccome ci teniamo a mantenere questa categoria, perché ne abbiamo fatti di sacrifici per salire dalla Promozione alla Prima Divisione, abbiamo detto in conferenza al nostro presidente che ormai la tifoseria organizzata ha fatto un grande salto di qualità in tal senso: ci siamo meravigliati davvero tanto di quelle sue dichiarazioni che poi sono state smentite».
«Non siamo rimasti offesi dalle parole di Tatò, perché sinceramente non abbiamo nulla da nascondere. Quello che noi abbiamo riferito a lui in quella conferenza è la realtà ed è agli occhi di tutti quello che noi abbiamo fatto. Non ci sono mai state contestazioni nei suoi confronti. È normale in un momento come questo la contestazione nei confronti della squadra, del direttore sportivo, ci fa male vedere la squadra giocare in un certo modo. Lo facciamo non perché vogliamo rompere il giocattolo: cerchiamo di spronare i ragazzi per tirar fuori l'orgoglio in campo. Lo facciamo per noi, per la piazza che è stanca di essere umiliata, ma anche per gli stessi giocatori, che se vogliono affermarsi devono cambiare registro. Non è bello essere presi a schiaffi da tutti. Barletta ha una storia importante, che noi ultras da una vita vogliamo difendere. Non è bello ogni domenica essere schiaffeggiati da chiunque venga a Barletta».
«Tatò ha sbagliato mossa: noi non pretendiamo la luna nel pozzo, vorremmo soltanto mantenere la categoria. Nessuno ha chiesto la serie B, ma se viene saremmo i primi a festeggiare la situazione. Considerando che la società è formata da un unico dirigente che è Tatò e considerando i costi della Prima Divisione, oltre a tutte le situazioni attuali di Barletta – amministrazione comunale, stadio, situazione economica – abbiamo sempre chiesto a Tatò di mantenere la categoria dove faticosamente siamo arrivati. Il resto sono solo strumentalizzazioni che non ci interessano e non ci toccano. Poi in un domani, se ci saranno situazioni diverse, se la società verrà rinforzata da altri soci, saremo contenti e soddisfatti di quello che verrà».
«In ogni caso, Tatò è ancora il nostro presidente, non bisogna nascondersi dietro certe dichiarazioni, bisogna essere realisti: attualmente il presidente è Tatò, vedremo cosa succederà fino a fine campionato. Ci auguriamo che nel mercato possa migliorare anche la squadra, possa migliorare la qualità dei giovani che sono stati presi. Se si allestisce una squadra di tutti giovani, si va incontro ad una serie di rischi che stiamo affrontando. Chiediamo di rinforzare la squadra non per vincere il campionato. Vorremmo solo fare bella figura: che si vinca o che si perda, saremo comunque sulle gradinate dello stadio. Questi ragazzi non riescono ad affrontare le difficoltà, e questo è deleterio per la società, per i dirigenti, per il presidente, per i tifosi, per l'ambiente e per gli stessi calciatori che scendono in campo. Difendiamo l'operato della Curva Sud, ma anche quello della Curva Nord, perché abbiamo sempre remato a favore della società, e continueremo sempre ad incitare la squadra per tirare fuori il massimo da questa situazione complicata».
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