
Calcio
Cari: «Dispiaciuto per addio Tatò, in quel mercato 2012 non chiesi io cinque rinforzi»
L'allenatore oggi alla Torres tra precisazioni e presente
Barletta - venerdì 29 novembre 2013
18.30
Tra i tanti protagonisti del passato e del presente del Barletta Calcio chiamati in causa giovedì 21 novembre dalle parole del presidente biancorosso Roberto Tatò, c'è anche Marco Cari. Il numero uno di via Vittorio Veneto, nel suo (ex)cursus honorum in seno al sodalizio barlettano, aveva ripercorso anche l'annata 2011/2012, conclusa con i playoff sfumati per un punto, tra l'amarissimo pareggio di Piacenza e la penalizzazione che tante ire aveva suscitato, chiamando in causa anche l'allenatore di Ciampino, sollevato dall'incarico dopo il calciomercato invernale. Lo stesso Cari, oggi allenatore della Torres in Seconda Divisione ci chiede spazio per precisare quanto letto e sentito: «Ho sentito le parole del presidente Tatò, dapprima mi spiace per il fatto che una persona seria e innamorata del calcio come lui lasci. Sulla sua serietà non ci sono dubbi. Vorrei però puntualizzare un paio di cose: il presidente ha parlato di cinque pareggi, in realtà venivamo dalle vittorie su Prato e Piacenza, l'allucinante- per il rigore incassato- sconfitta con l'Andria e il 2-2 contro il Lanciano, dove avevamo anche sbagliato un rigore. Tra i calciatori che invece il mercato aveva portato in dote non ce n'era uno di quelli chiesti da me: avevo chiesto un terzino destro e una punta, invece erano arrivati Minieri, Petterini, Marino, Romondini e De Liguori". Sui calciatori messi nel mirino Cari fa nomi più o meno noti: «A sinistra mi piaceva molto Tomi, poi approdato ad Ascoli, mentre a destra Zanon era uno dei nomi. In avanti seguivamo Baclet e Castaldo, poi non se ne fece nulla».
In passato Cari ha guidato Giugliano, Fermana, Teramo, Perugia, Taranto, Arezzo, Salernitana e appunto Barletta. Da un mese e mezzo ha rimpiazzato D'Adderio sulla panchina della Torres, oggi 13esima con 11 punti nel girone B di Seconda Divisione: «Avevo voglia di rimettermi in gioco dopo un anno e mezzo senza panchina. Sin qui non sta andando benissimo-spiega Cari- però credo molto nel gruppo che ho a disposizione ». In Sardegna c'è anche l'ex Barletta Simone Guerri. «Simone è molto sveglio, interpreta bene il mio modo di pensare il calcio ed è importante per me e per i compagni: sono contento di averlo anche qui». Una Torres che gioca in un territorio purtroppo colpito da tragiche calamità naturali in tempi recenti. Ieri è stata disputata un'amichevole di beneficenza per aiutare le zone funestate dall'alluvione: «Abbiamo venduto tanti biglietti e raccolto parecchi soldi anche se poi non tutti sono venuti allo stadio, complice la giornata fredda e lavorativa. Quello sardo è un popolo orgoglioso, unito e in queste situazioni vengono fuori tutte le loro grandi qualità ». Sul campo e nella vita, il legame con Barletta resta forte: «Spero che magari il presidente Tatò possa ripensarci- conclude Cari- leggo che la piazza è in subbuglio per i risultati, ma quest'anno il torneo spinge più al divertimento che alle critiche. Spero che la squadra si prepari per arrivare attrezzata al prossimo campionato, che sarà una B2. Auguro il meglio a Barletta e i suoi tifosi».
(Twitter: @GuerraLuca88)
In passato Cari ha guidato Giugliano, Fermana, Teramo, Perugia, Taranto, Arezzo, Salernitana e appunto Barletta. Da un mese e mezzo ha rimpiazzato D'Adderio sulla panchina della Torres, oggi 13esima con 11 punti nel girone B di Seconda Divisione: «Avevo voglia di rimettermi in gioco dopo un anno e mezzo senza panchina. Sin qui non sta andando benissimo-spiega Cari- però credo molto nel gruppo che ho a disposizione ». In Sardegna c'è anche l'ex Barletta Simone Guerri. «Simone è molto sveglio, interpreta bene il mio modo di pensare il calcio ed è importante per me e per i compagni: sono contento di averlo anche qui». Una Torres che gioca in un territorio purtroppo colpito da tragiche calamità naturali in tempi recenti. Ieri è stata disputata un'amichevole di beneficenza per aiutare le zone funestate dall'alluvione: «Abbiamo venduto tanti biglietti e raccolto parecchi soldi anche se poi non tutti sono venuti allo stadio, complice la giornata fredda e lavorativa. Quello sardo è un popolo orgoglioso, unito e in queste situazioni vengono fuori tutte le loro grandi qualità ». Sul campo e nella vita, il legame con Barletta resta forte: «Spero che magari il presidente Tatò possa ripensarci- conclude Cari- leggo che la piazza è in subbuglio per i risultati, ma quest'anno il torneo spinge più al divertimento che alle critiche. Spero che la squadra si prepari per arrivare attrezzata al prossimo campionato, che sarà una B2. Auguro il meglio a Barletta e i suoi tifosi».
(Twitter: @GuerraLuca88)
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