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Calcio
Barletta, parla Tatò: «Il club costa zero euro, chi lo vuole si faccia avanti»
Il presidente interviene in tv e chiarisce anche la situazione di Orlandi e Martino
Barletta - mercoledì 2 aprile 2014
1.05
Una giornata a dir poco movimentata non poteva concludersi che con le parole del presidente. L' 1-6 subito dal Benevento, la sconfitta interna più grave della storia del club ha portato l'ambiente all'esasperazione ed alla contestazione civile andata in scena nel pomeriggio al "Puttilli" dove i tifosi hanno chiesto ad Orlandi di dimettersi, richiesta inoltrata anche al direttore generale Martino non presente però allo stadio. Fino alla tarda serata da via Vittorio Veneto non sono arrivate risposte ma ecco che nel corso della trasmissione Goal su Goal in onda su Amica 9 è intervenuto il presidente Tatò il quale ha chiarito la situazione del mister e direttore generale ed ha aggiunto importanti novità sul futuro del Barletta calcio. Ecco parola per parola, le dichiarazioni del presidente Tatò:
Tatò ha parlato di Orlandi e Martino, nell'occhio del ciclone oggi: «Il mio morale in questo momento è sotto i piedi, e non sono frasi di circostanza. Ho convocato per domani sera una riunione, mi riservo nelle prossime ore di assumere qualche decisione che francamente non è dovuta alla pressione della piazza in questo momento, una pressione che capisco. La decisione che assumerò era già stata presa in passato, in occasione della firma della convenzione. Dovete però comprendere la mia condizione in questo momento, il campionato è in corso e non posso parlare in questo momento, non posso parlare dei giocatori e della situazione societaria. Credo sia doveroso da parte mia non esprimere giudizi en tranchant, ho delle mie opinioni ma aspettate. Ripeto, io comprendo tutto quanto sta accadendo, e sono amareggiato per quanto accaduto allo stadio. Io vado orgoglioso dei nostri tifosi per la loro compostezza e per la protesta civile, ma si è creato un clima pesante attorno a me nonostante avessi chiesto rispetto per le mie non buone condizioni di salute, sono indebolito nello spirito e nel fisico e faccio fatica ad esternare quello che ho registrato durante il campionato e le mie cinque stagioni nel Barletta. Posso dire però che non ci sono medaglie, ho fatto tutto quello che ho potuto ed ora sto facendo tutto il possibile per creare continuità, per dare un futuro alla squadra. Mi sto spendendo in tutti gli ambienti, non mi buttate altre croci addosso».
Tempo di riflessioni per Tatò: «Chi mi conosce sa che sono un passionale, sono il primo tra i tifosi del Barletta, in mezzo a loro. In questo momento però devo riflettere e prendere una decisione perchè sono il responsabile del club fino all'ultimo giorno, fermo restando che per me la stagione dell'esperienza con il Barletta si è conclusa irreversibilmente, non lo posso più fare. Ora è facile dare giudizi sul presidente e sul suo operato, non è facile fare il presidente e le pressioni non sono solo economiche. Noi siamo appassionati di calcio ma i retroscena di questo sport sono tra i più sporchi possibili. Io ho tenuto sempre la barra dritta e sul Barletta non ha mai giocato nessuno, e mai nessuno lo farà finchè io ci sarò. Ripeto ancora, sono vicino ai nostri tifosi, li comprendo ma più di questo non posso fare. Mi prendo tutte le responsabilità ed anche quelle per le persone che ho nominato. Dopo Pagani ho fatto una sintesi della mia esperienza al Barletta ed ho capito che per mandare avanti una squadra professionistica servono forze giovani e fresche che in questo momento io non ho, sono solo a reggere la croce».
Di concreto, ad ora, non c'è nulla: «Al momento però non c'è nulla, non c'è trattativa, i miei numeri sono facilmente reperibili. Quelle su Pavone e Zeman sono illazioni gratuite, al momento non c'è nessuna richiesta. Io per il Barletta non voglio nulla, il Barletta costa zero, non costa nemmeno un euro, lo devo a tutti i nostri tifosi e ad un club prestigioso di cui sono ancora onorato di essere presidente. Non posso mettere a rischio il club, non posso farlo scendere nell'inferno dell'eccellenza. Spero che l'imprenditoria locale, quella sana, possa fare gruppo e sono disponibile a dare una piccola mano come anche a farmi da parte immeditamente. Concludo dicendo che se io dichiaro il Barletta come cedibile, chi vuole prenderlo deve chiamarmi incontrarmi ed assumersi tutte le sue obbligazioni ed i contratti in essere. La società ha zero debiti e zero valore, condizioni fondamentali per favorire l'ingresso di nuova linfa».
Tatò ha parlato di Orlandi e Martino, nell'occhio del ciclone oggi: «Il mio morale in questo momento è sotto i piedi, e non sono frasi di circostanza. Ho convocato per domani sera una riunione, mi riservo nelle prossime ore di assumere qualche decisione che francamente non è dovuta alla pressione della piazza in questo momento, una pressione che capisco. La decisione che assumerò era già stata presa in passato, in occasione della firma della convenzione. Dovete però comprendere la mia condizione in questo momento, il campionato è in corso e non posso parlare in questo momento, non posso parlare dei giocatori e della situazione societaria. Credo sia doveroso da parte mia non esprimere giudizi en tranchant, ho delle mie opinioni ma aspettate. Ripeto, io comprendo tutto quanto sta accadendo, e sono amareggiato per quanto accaduto allo stadio. Io vado orgoglioso dei nostri tifosi per la loro compostezza e per la protesta civile, ma si è creato un clima pesante attorno a me nonostante avessi chiesto rispetto per le mie non buone condizioni di salute, sono indebolito nello spirito e nel fisico e faccio fatica ad esternare quello che ho registrato durante il campionato e le mie cinque stagioni nel Barletta. Posso dire però che non ci sono medaglie, ho fatto tutto quello che ho potuto ed ora sto facendo tutto il possibile per creare continuità, per dare un futuro alla squadra. Mi sto spendendo in tutti gli ambienti, non mi buttate altre croci addosso».
Tempo di riflessioni per Tatò: «Chi mi conosce sa che sono un passionale, sono il primo tra i tifosi del Barletta, in mezzo a loro. In questo momento però devo riflettere e prendere una decisione perchè sono il responsabile del club fino all'ultimo giorno, fermo restando che per me la stagione dell'esperienza con il Barletta si è conclusa irreversibilmente, non lo posso più fare. Ora è facile dare giudizi sul presidente e sul suo operato, non è facile fare il presidente e le pressioni non sono solo economiche. Noi siamo appassionati di calcio ma i retroscena di questo sport sono tra i più sporchi possibili. Io ho tenuto sempre la barra dritta e sul Barletta non ha mai giocato nessuno, e mai nessuno lo farà finchè io ci sarò. Ripeto ancora, sono vicino ai nostri tifosi, li comprendo ma più di questo non posso fare. Mi prendo tutte le responsabilità ed anche quelle per le persone che ho nominato. Dopo Pagani ho fatto una sintesi della mia esperienza al Barletta ed ho capito che per mandare avanti una squadra professionistica servono forze giovani e fresche che in questo momento io non ho, sono solo a reggere la croce».
Di concreto, ad ora, non c'è nulla: «Al momento però non c'è nulla, non c'è trattativa, i miei numeri sono facilmente reperibili. Quelle su Pavone e Zeman sono illazioni gratuite, al momento non c'è nessuna richiesta. Io per il Barletta non voglio nulla, il Barletta costa zero, non costa nemmeno un euro, lo devo a tutti i nostri tifosi e ad un club prestigioso di cui sono ancora onorato di essere presidente. Non posso mettere a rischio il club, non posso farlo scendere nell'inferno dell'eccellenza. Spero che l'imprenditoria locale, quella sana, possa fare gruppo e sono disponibile a dare una piccola mano come anche a farmi da parte immeditamente. Concludo dicendo che se io dichiaro il Barletta come cedibile, chi vuole prenderlo deve chiamarmi incontrarmi ed assumersi tutte le sue obbligazioni ed i contratti in essere. La società ha zero debiti e zero valore, condizioni fondamentali per favorire l'ingresso di nuova linfa».

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