Barletta-Andria, il capitano Allegretti esulta per la vittoria
Barletta-Andria, il capitano Allegretti esulta per la vittoria
Calcio

Barletta, la linea sottile tra godere e soffrire

Contro l'Andria la gioia più grande arriva nel finale: squadra di carattere e orgogliosa

Tabù biancoazzurro infranto
"C'è una linea sottile fra star fermi e subire...cosa pensi di fare? da che parte vuoi stare?" Il ritornello di una fortunata canzone di Luciano Ligabue, datata 2010, recita così: un invito a non accettare passivamente cosa il destino ti impone, a darti una mossa. Più o meno quello che il Barletta ha fatto negli ultimi tre mesi di campionato: via con un colpo di spugna la sfortuna del passato, le deficienze tecnico-tattiche della rosa, gli infortuni e gli errori, avanti con determinazione, orgoglio e coraggio. Così è nata sotto l'egida di Nevio Orlandi una squadra fiduciosa nei propri mezzi, non più "lenta" ma "rock", capace di risalire l'ultima posizione, conquistare i playout e di mettere un piede sulla salvezza. Il 2-0 di ieri sull'Andria ha rappresentato il punto apicale di questo cammino: partita tirata, decisa nel finale dopo aver "ciccato" la chance di accelerare nei 30' precedenti in superiorità numerica, fino ai lampi di Allegretti e La Mantia. Prime reti stagionali all'Andria, prima vittoria contro i cugini biancoazzurri e strada verso la permanenza in Prima Divisione che ora è molto, molto, meno brulla.

Allegretti e La Mantia, qualità e quantità
I due volti del successo biancorosso sul tabellino dei marcatori sono divisi da una generazione: classe 1978 Riccardo Allegretti, classe 1991 Andrea La Mantia. Il primo cresciuto nel mito di Oriali, Tardelli, Giannini, il secondo a pane e Schillaci. Epoche diverse, unite per la salvezza biancorossa: una partita chiusa, equilibrata e con due squadre dalle linee così compatte non poteva che essere risolta da un colpo di genio. Dopo due tentativi alle stelle, "Re" Riccardo al minuto 86 ha conquistato con caparbietà una punizione dai 22 metri e nell'esecuzione ha fulminato un immobile Rossi, facendo esplodere di gioia il popolo biancorosso: quasi un simbolico passaggio di consegne con un altro Riccardo, Innocenti, ieri idolo del tifo barlettano e oggi avversario nelle fila andriesi. Dalla vecchia volpe al giovane bomber: La Mantia ha riscattato una prova incolore, ingabbiato tra Migliaccio e Zaffagnini, con il contropiede che ha determinato il 2-0: una catarsi per lui e per il Barletta "intergenerazionale", che dal mix di esperienza (poca) e gioventù (tanta) cerca le risorse per portare a casa un'insperata salvezza.

Difesa sempre più ermetica
Da retroguardia più battuta della competizione a fortino inespugnabile: continua la metamorfosi della difesa biancorossa, colpita appena 2 volte nei 9 incontri che hanno visto la squadra guidata da Nevio Orlandi in panchina, si spiega nel cambio di modulo e nella maggiore attenzione ai dettagli. I tre centrali, guidati da Camilleri, sono sempre molto vicini, e l'abbassamento di Molina e Pippa consente una difesa a 5 dalle fila serrate. I soli Caturano (Paganese) e Anzalone (Carrarese) hanno bucato Liverani negli ultimi 810' di gioco. Anche ieri, con interpreti variati per motivi di natura maggiore (gli infortuni di Di Bella e Romeo) al "Puttilli" contro nomi del calibro di Innocenti e Sy, la porta barlettana è rimasta inviolata: immagine di una squadra plasmata dal suo allenatore sulle basi della solidità e del pragmatismo.

Multiformi... con beneficio del dubbio
Eppure a 5 minuti dalla fine del tempo regolamentare sul "Puttilli" spirava quasi un'aria di silente delusione per quella che stava per concretarsi come un'occasione persa: vuoi per l'inferiorità numerica dell'avversario, vuoi perchè l'Andria raramente aveva impensierito Liverani, vuoi perchè dopo una partenza forte i biancorossi erano progressivamente calati di ritmo. Orlandi aveva anche provato a mescolare le carte con gli avversari ridotti in 10: prima il passaggio alla difesa a 4 con l'innesto di Calapai, poi il 4+1 alle spalle di La Mantia, infine il ritorno alla retroguardia a 3 con Pippa in linea con Burzigotti e Camilleri. Tutto inutile, tutto apparentemente confusionario: per fortuna ci han pensato colpi di genio e fame di vittoria, ingredienti spesso superiori a ogni tattica.

Una settimana alla meta
La sfida all'Andria era virtualmente partita già il 10 maggio, alla prima sentenza della Commissione Disciplinare, e ora avrà termine tra una settimana, domenica 2 giugno: un incrocio "fratricida" protrattosi per tre settimane. Come ha detto Orlandi in conferenza ieri pomeriggio, "è solo finito il primo tempo, dobbiamo pensare al ritorno: la competizione dura 180 minuti". Nel doppio incrocio con l'Andria, pena una classifica finale sfavorevole, i biancorossi dovranno necessariamente realizzare un gol in più dei biancoazzurri per conservare la categoria: chi ben comincia è a metà dell'opera, recita un antico detto. E allora, dopo tanto navigar, come diceva il Liga, "per il cielo è un po' presto, per l'inferno non c'è posto, per qualcuno è solo l'antipasto". Barletta, da che parte vuoi stare?
(Twitter: @GuerraLuca88)
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