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Calcio
Barletta double-face: cercasi punti lontano da Eraclio
Ad Aprilia contro la Lupa Roma è arrivato il terzo ko esterno
Barletta - lunedì 6 ottobre 2014
0.59
Aveva avuto il via come una domenica dal sapore di gita fuori porta, con temperature simil-estive e un largo prato verde da calpestare. E' terminata con tante riflessioni in dote, le ossa rotte e la terza sconfitta su quattro partite esterne in stagione: il Barletta che rientra a casa dal "Quinto Ricci" di Aprilia, superato per 2-0 dalla Lupa Roma, appare ridimensionato nella sua versione esterna e bisognoso di ripristinare marcia e habitus che avevano consentito di guardare finanche oltre la salvezza, affinchè la stessa sia obiettivo agilmente raggiungibile.
Ko di testa e gambe
Eppure l'approccio iniziale aveva fatto ben sperare: le velenose conclusioni di Venitucci, gli inserimenti di Fall e il doppio palo (anche la sfortuna ci si mette) di Palazzolo erano risultate buone occasioni per il taccuino del cronista, salvo poi registrare la dormita difensiva che ha permesso a Testardi di portare in vantaggio i laziali. Incassato il gol, il Barletta si è assopito nelle gambe e nelle idee, risultando spesso leggibile e prevedibile: la motivazione annessa al caldo respirato nell'agro pontino non regge, toccando anche l'avversario. Da Meola a Quadri passando per Floriano, il calo fisico c'è: e quando si corre male, girano poco anche le meningi. Rispetto ai match interni disputati al "Puttilli", il bilancino vede personalità e qualità in calo: se sia questione tattica o psicologica, saranno Sesia e il suo staff a comprenderlo.
Difesa, senza Stendardo si balla
Minuto 19: alla Lupa Roma è bastata una verticalizzazione nelle acque aperte della difesa biancorossa per lanciare in mare aperto Testardi verso la rete. La metafora idrofila rende l'idea di come si sia ballato davanti a Liverani con l'assenza di Stendardo, out per squalifica, e l'inserimento di Zammuto nel pacchetto arretrato, al centro e non a destra come spesso avvenuto sin qui. L'accoppiata con Radi non ha reso, comei costanti patemi sulla trequarti hanno testimoniato, e Meola a destra è stato spesso e volentieri risucchiato dalle finte di Perrulli. I gol incassati salgono così a 6, cifra ancora esigua e raccolta in tre incontri, ma lì dietro occorrerà tornare ben blindati per tutelare un positivo Liverani: la salvezza passa soprattutto dalla difesa delle proprie tasche.
Polveri bagnate, serve la classe operaia
Detto della giornata abulica vissuta da Roberto Floriano, funestato negli allenamenti delle ultime settimane dalle particolari "attenzioni" riservategli dai difensori avversari in partita (anche ieri Frabotta è ricorso in avvio al fallo sistematico), occorre applicare una considerazione numerica: in trasferta l'attacco biancorosso ha prodotto sin qui una rete, su rigore, in 360 minuti. Cifre esigue, pur se rapportate a realtà come Lecce, Juve Stabia, Reggina e Lupa Roma, le avversarie sin qui incrociate. Occorre la crescita della "classe operaia": ad oggi Fall, Biancolino, Venitucci e Dell'Agnello (ieri ko per trauma distorsivo al ginocchio già operato, si attende la risonanza) hanno partorito il topolino di zero reti. E in un torneo dove spesso vince chi passa in vantaggio, alla lunga la fame di gol-e non da gol-pesa.
Ripartire da tifo, confronti e turnover
A fine gara è stato tempo di garbati quanto necessari confronti: i 50 tifosi presenti anche in quel di Aprilia, --portatori anche di un sano e umano omaggio a mezzo striscione alla memoria delle vittime della tragedia di via Roma- hanno chiesto alla rosa maggiore vigore e orgoglio, a partire dal prossimo match interno in programma sabato sera contro il Benevento. Ai presenti in terra laziale non è sfuggito nemmeno il colloquio alla cancellata di separazione tra tribuna e campo, con protagonisti il presidente Giuseppe Perpignano e il capitano Alessandro Radi, portavoce presso i suoi compagni delle (giuste) richieste dirigenziali, improntate probabilmente a un maggior orgoglio. Sia chiaro, per gli obiettivi stagionali e le condizioni di restyling in cui ha avuto luce l'annata, 8 punti in 7 partite restano bottino soddisfacente. Dopo aver superato l'ostacolo-Matera in Coppa a suon di turnover, saranno però i sanniti del Benevento, la Casertana e ancora il Matera a farci capire che tipo di torneo attende i biancorossi: un punto più della quintultima è il target tracciato da Sesia, lo si raggiungerà, ma a patto di capire che non si può vivere solo di rendita casalinga. Di fronte a un tris complicato, occorre far quadrato intorno alla rosa, per dar fiato a un cambio di atteggiamento e magari, chissà, di prospettive.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Ko di testa e gambe
Eppure l'approccio iniziale aveva fatto ben sperare: le velenose conclusioni di Venitucci, gli inserimenti di Fall e il doppio palo (anche la sfortuna ci si mette) di Palazzolo erano risultate buone occasioni per il taccuino del cronista, salvo poi registrare la dormita difensiva che ha permesso a Testardi di portare in vantaggio i laziali. Incassato il gol, il Barletta si è assopito nelle gambe e nelle idee, risultando spesso leggibile e prevedibile: la motivazione annessa al caldo respirato nell'agro pontino non regge, toccando anche l'avversario. Da Meola a Quadri passando per Floriano, il calo fisico c'è: e quando si corre male, girano poco anche le meningi. Rispetto ai match interni disputati al "Puttilli", il bilancino vede personalità e qualità in calo: se sia questione tattica o psicologica, saranno Sesia e il suo staff a comprenderlo.
Difesa, senza Stendardo si balla
Minuto 19: alla Lupa Roma è bastata una verticalizzazione nelle acque aperte della difesa biancorossa per lanciare in mare aperto Testardi verso la rete. La metafora idrofila rende l'idea di come si sia ballato davanti a Liverani con l'assenza di Stendardo, out per squalifica, e l'inserimento di Zammuto nel pacchetto arretrato, al centro e non a destra come spesso avvenuto sin qui. L'accoppiata con Radi non ha reso, comei costanti patemi sulla trequarti hanno testimoniato, e Meola a destra è stato spesso e volentieri risucchiato dalle finte di Perrulli. I gol incassati salgono così a 6, cifra ancora esigua e raccolta in tre incontri, ma lì dietro occorrerà tornare ben blindati per tutelare un positivo Liverani: la salvezza passa soprattutto dalla difesa delle proprie tasche.
Polveri bagnate, serve la classe operaia
Detto della giornata abulica vissuta da Roberto Floriano, funestato negli allenamenti delle ultime settimane dalle particolari "attenzioni" riservategli dai difensori avversari in partita (anche ieri Frabotta è ricorso in avvio al fallo sistematico), occorre applicare una considerazione numerica: in trasferta l'attacco biancorosso ha prodotto sin qui una rete, su rigore, in 360 minuti. Cifre esigue, pur se rapportate a realtà come Lecce, Juve Stabia, Reggina e Lupa Roma, le avversarie sin qui incrociate. Occorre la crescita della "classe operaia": ad oggi Fall, Biancolino, Venitucci e Dell'Agnello (ieri ko per trauma distorsivo al ginocchio già operato, si attende la risonanza) hanno partorito il topolino di zero reti. E in un torneo dove spesso vince chi passa in vantaggio, alla lunga la fame di gol-e non da gol-pesa.
Ripartire da tifo, confronti e turnover
A fine gara è stato tempo di garbati quanto necessari confronti: i 50 tifosi presenti anche in quel di Aprilia, --portatori anche di un sano e umano omaggio a mezzo striscione alla memoria delle vittime della tragedia di via Roma- hanno chiesto alla rosa maggiore vigore e orgoglio, a partire dal prossimo match interno in programma sabato sera contro il Benevento. Ai presenti in terra laziale non è sfuggito nemmeno il colloquio alla cancellata di separazione tra tribuna e campo, con protagonisti il presidente Giuseppe Perpignano e il capitano Alessandro Radi, portavoce presso i suoi compagni delle (giuste) richieste dirigenziali, improntate probabilmente a un maggior orgoglio. Sia chiaro, per gli obiettivi stagionali e le condizioni di restyling in cui ha avuto luce l'annata, 8 punti in 7 partite restano bottino soddisfacente. Dopo aver superato l'ostacolo-Matera in Coppa a suon di turnover, saranno però i sanniti del Benevento, la Casertana e ancora il Matera a farci capire che tipo di torneo attende i biancorossi: un punto più della quintultima è il target tracciato da Sesia, lo si raggiungerà, ma a patto di capire che non si può vivere solo di rendita casalinga. Di fronte a un tris complicato, occorre far quadrato intorno alla rosa, per dar fiato a un cambio di atteggiamento e magari, chissà, di prospettive.
(Twitter: @GuerraLuca88)
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