
Calcio
Barletta, dal "Ceravolo" un punto per classifica e morale
Dubbi amletici di una partita con l'amaro in bocca
Barletta - lunedì 9 dicembre 2013
Un pareggio non ha mai portato tanti rimpianti in casa biancorossa. Il Barletta rialza la testa a Catanzaro, al cospetto di una delle corazzate di questo campionato. In una giornata particolarmente negativa per Fioretti e compagni, il Barletta ha provato a conquistare i 3 punti, ma tutti gli sforzi sono vanificati da un super Bindi. Al "Ceravolo" arriva il quinto segno "X" della stagione biancorossa, un pareggio che va stretto a Camilleri e compagni, che – almeno al momento – sembrano aver abbandonato la via dell'anonimato. Urgono, però, altre conferme dal campo, per evitare che il Barletta visto a Catanzaro non resti soltanto un fuoco di paglia.
Piglio, grinta e carattere
Sarà la maglia bianca da trasferta, sarà l'esordio in questo gelido dicembre, ma il Barletta ammirato al "Ceravolo" è lontano parente (in positivo s'intende) di quello capace di prendere 4 reti a Benevento, di quello che non riesce a vincere in casa dalla scorsa stagione, di quello che vanta il peggior attacco del campionato. La presenza simultanea in campo di Ilari, Zigon, D'Errico e Cicerelli ha donato imprevedibilità alla manovra biancorossa. I quattro uomini d'attacco hanno fatto vedere i fantasmi alla retroguardia del Catanzaro, e solo un Bindi in versione Superman è riuscito a salvare il risultato. La differenza evidente in questo Barletta è data dall'approccio alla gara, sin da subito grintoso, cattivo. Grinta e carattere hanno fatto la differenza, per una volta le motivazioni non sono mancate. La squadra non si è demoralizzata nemmeno in occasione del vantaggio fortemente immeritato del Catanzaro, riuscendo subito a trovare la via del pareggio e tornando sin da subito a costruire gioco e occasioni in ottica vittoria. Piglio, grinta e carattere sono stati i tratti distintivi del Barletta visto a Catanzaro, sarebbe ora di mostrare questi tratti anche agli spettatori del "Puttilli".
Soliti problemi in attacco
Per stessa ammissione del patrone del Catanzaro Cosentino e degli stessi tifosi giallorossi sui forum, il Barletta avrebbe meritato di vincere la partita. Un approccio finalmente azzeccato, una reazione veemente a tutte le critiche che sono (giustamente) piovute in questi mesi. A salvare il Catanzaro da una imbarcata che alla vigilia in tanti avrebbero ritenuto clamorosa è Giacomo Bindi. Il numero uno giallorosso ha salvato più volte il risultato, evidenziando d'altro canto la scarsa attitudine al gol degli attaccanti biancorossi. Zigon e Cicerelli hanno avuto diverse occasioni per segnare, lo stesso D'Errico si è reso più volte pericoloso, ma si è sentita particolarmente la mancanza di un bomber di razza, in grado di risolvere le partite in qualsiasi momento. Uno "alla Fioretti", insomma, un centravanti letale capace di segnare alla prima occasione utile. Al momento i "bomber" biancorossi si chiamano Carlo Ilari, un centrocampista che spesso è subentrato, e Picci, un adattato al ruolo di prima punta, visto che già a Brescia giocava in supporto a Caracciolo. Basterà il rientro di La Mantia per risolvere questo rebus, o la dirigenza riuscirà ad intervenire sul mercato in questa direzione?
Bicchiere mezzo vuoto
La prestazione offerta in quel di Catanzaro lascia l'amaro in bocca a Camilleri e compagni, che se non fosse per Bindi già pregustavano la seconda vittoria stagionale, sempre in trasferta. Contro un Catanzaro a tratti irriconoscibile, si è visto un buon Barletta, aggressivo, determinato, rabbioso. Una squadra finalmente in grado di creare tanto senza subire eccessivamente. Dopo la partita di Catanzaro, il bicchiere è senza dubbio mezzo vuoto, vista la mole di occasioni create e la fame di vittorie emersa. Un bicchiere che però va riempito alla svelta, visto che ora la Nocerina ha ricominciato a correre e lo spettro dell'ultimo posto è sempre più dietro l'angolo. Bisogna capire quanto prima quale dei due è il "vero" Barletta: quello distratto e poco propositivo ammirato sinora o quello rabbioso e grintoso del "Ceravolo"? I dubbi, in questo caso, sono più che leciti, e solo il campo può indirizzare la risposta in un senso o nell'altro. Un dato è, però, lampante: le migliori prestazioni stagionali del Barletta sono quelle contro il Lecce (solo dal punto di vista difensivo), contro L'Aquila al "Puttilli" e contro il Catanzaro. Sembra strano, ma il Barletta trova motivazioni e orgoglio contro le squadre più forti del campionato, mentre contro le cosiddette piccole è sempre in affanno. E per la prima volta al Ceravolo il Barletta si ritrova a far gioco e ad impostare senza problemi. Che sia giunto il momento di quella famosa inversione di rotta tanto invocata dal presidente Roberto Tatò?
Trittico da paura
Il buon punto rimediato al "Ceravolo" traghetta il Barletta verso una serie di impegni che decideranno il futuro del sodalizio di via Vittorio Veneto. Il destino del Barletta si decide anche dietro tavoli e scrivanie, visto che a breve dovrebbero incontrarsi il presidente Tatò e il sindaco Cascella, ma i tifosi attendono risposte dal campo, possibilmente positive. Nocerina, Pontedera e Grosseto sono i 3 ostacoli da superare, tre ostacoli in otto giorni. Un trittico che preoccupa le grandi squadre impegnate tra campionato e Champions League, figuriamoci una squadra di Prima Divisione che è priva da mesi di Allegretti e La Mantia e che da qualche giornata deve rinunciare a Romeo e Pippa. Se la reazione sarà quella mostrata in quel di Catanzaro, i tifosi possono ben sperare, ma visti gli alti e bassi di questa squadra è lecito non illudersi più di tanto.
Piglio, grinta e carattere
Sarà la maglia bianca da trasferta, sarà l'esordio in questo gelido dicembre, ma il Barletta ammirato al "Ceravolo" è lontano parente (in positivo s'intende) di quello capace di prendere 4 reti a Benevento, di quello che non riesce a vincere in casa dalla scorsa stagione, di quello che vanta il peggior attacco del campionato. La presenza simultanea in campo di Ilari, Zigon, D'Errico e Cicerelli ha donato imprevedibilità alla manovra biancorossa. I quattro uomini d'attacco hanno fatto vedere i fantasmi alla retroguardia del Catanzaro, e solo un Bindi in versione Superman è riuscito a salvare il risultato. La differenza evidente in questo Barletta è data dall'approccio alla gara, sin da subito grintoso, cattivo. Grinta e carattere hanno fatto la differenza, per una volta le motivazioni non sono mancate. La squadra non si è demoralizzata nemmeno in occasione del vantaggio fortemente immeritato del Catanzaro, riuscendo subito a trovare la via del pareggio e tornando sin da subito a costruire gioco e occasioni in ottica vittoria. Piglio, grinta e carattere sono stati i tratti distintivi del Barletta visto a Catanzaro, sarebbe ora di mostrare questi tratti anche agli spettatori del "Puttilli".
Soliti problemi in attacco
Per stessa ammissione del patrone del Catanzaro Cosentino e degli stessi tifosi giallorossi sui forum, il Barletta avrebbe meritato di vincere la partita. Un approccio finalmente azzeccato, una reazione veemente a tutte le critiche che sono (giustamente) piovute in questi mesi. A salvare il Catanzaro da una imbarcata che alla vigilia in tanti avrebbero ritenuto clamorosa è Giacomo Bindi. Il numero uno giallorosso ha salvato più volte il risultato, evidenziando d'altro canto la scarsa attitudine al gol degli attaccanti biancorossi. Zigon e Cicerelli hanno avuto diverse occasioni per segnare, lo stesso D'Errico si è reso più volte pericoloso, ma si è sentita particolarmente la mancanza di un bomber di razza, in grado di risolvere le partite in qualsiasi momento. Uno "alla Fioretti", insomma, un centravanti letale capace di segnare alla prima occasione utile. Al momento i "bomber" biancorossi si chiamano Carlo Ilari, un centrocampista che spesso è subentrato, e Picci, un adattato al ruolo di prima punta, visto che già a Brescia giocava in supporto a Caracciolo. Basterà il rientro di La Mantia per risolvere questo rebus, o la dirigenza riuscirà ad intervenire sul mercato in questa direzione?
Bicchiere mezzo vuoto
La prestazione offerta in quel di Catanzaro lascia l'amaro in bocca a Camilleri e compagni, che se non fosse per Bindi già pregustavano la seconda vittoria stagionale, sempre in trasferta. Contro un Catanzaro a tratti irriconoscibile, si è visto un buon Barletta, aggressivo, determinato, rabbioso. Una squadra finalmente in grado di creare tanto senza subire eccessivamente. Dopo la partita di Catanzaro, il bicchiere è senza dubbio mezzo vuoto, vista la mole di occasioni create e la fame di vittorie emersa. Un bicchiere che però va riempito alla svelta, visto che ora la Nocerina ha ricominciato a correre e lo spettro dell'ultimo posto è sempre più dietro l'angolo. Bisogna capire quanto prima quale dei due è il "vero" Barletta: quello distratto e poco propositivo ammirato sinora o quello rabbioso e grintoso del "Ceravolo"? I dubbi, in questo caso, sono più che leciti, e solo il campo può indirizzare la risposta in un senso o nell'altro. Un dato è, però, lampante: le migliori prestazioni stagionali del Barletta sono quelle contro il Lecce (solo dal punto di vista difensivo), contro L'Aquila al "Puttilli" e contro il Catanzaro. Sembra strano, ma il Barletta trova motivazioni e orgoglio contro le squadre più forti del campionato, mentre contro le cosiddette piccole è sempre in affanno. E per la prima volta al Ceravolo il Barletta si ritrova a far gioco e ad impostare senza problemi. Che sia giunto il momento di quella famosa inversione di rotta tanto invocata dal presidente Roberto Tatò?
Trittico da paura
Il buon punto rimediato al "Ceravolo" traghetta il Barletta verso una serie di impegni che decideranno il futuro del sodalizio di via Vittorio Veneto. Il destino del Barletta si decide anche dietro tavoli e scrivanie, visto che a breve dovrebbero incontrarsi il presidente Tatò e il sindaco Cascella, ma i tifosi attendono risposte dal campo, possibilmente positive. Nocerina, Pontedera e Grosseto sono i 3 ostacoli da superare, tre ostacoli in otto giorni. Un trittico che preoccupa le grandi squadre impegnate tra campionato e Champions League, figuriamoci una squadra di Prima Divisione che è priva da mesi di Allegretti e La Mantia e che da qualche giornata deve rinunciare a Romeo e Pippa. Se la reazione sarà quella mostrata in quel di Catanzaro, i tifosi possono ben sperare, ma visti gli alti e bassi di questa squadra è lecito non illudersi più di tanto.
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