
Calcio
Barletta Calcio, tra Tatò e Di Cosola tutto congelato?
Il potenziale acquirente del Barletta parla della trattativa e di tanto altro
Barletta - mercoledì 19 dicembre 2012
21.02
Continua a tenere banco a Barletta la questione del probabile cambio al vertice del Barletta Calcio. La querelle Tatò-Di Cosola, che nelle ultime ore sembrava vicinissima alla risoluzione, sembra aver incontrato ulteriori ostacoli che starebbero minando il buon esito della trattativa. A confermare queste indiscrezioni è uno dei protagonisti, Pasquale Di Cosola, che interviene in esclusiva ai microfoni di Barlettalife all'indomani dell'intervento del presidente del Barletta Calcio Roberto Tatò durante la trasmissione televisiva "Pronto che calcio è?".
Pasquale Di Cosola, cosa ne pensa dell'intervento televisivo di Roberto Tatò?
«Ho apprezzato l'intervento televisivo del presidente Tatò a "Pronto che calcio è?", ha dato delle risposte pulite, anche perché non mi sarei aspettato il contrario, perché io ho dichiarato semplicemente la verità. Non ci sarebbe stato motivo per fare delle controbattute o delle risposte differenti da quanto dichiarato da me. Mi ha fatto piacere che comunque il presidente Tatò ha fatto delle considerazioni positive sulla trattativa e sulla mia volontà nel voler rilevare il club. Sono rimasto soddisfatto delle sue dichiarazioni date a Teledehon».
In questo momento, è corretto dire che la trattativa per il cambio di proprietà del Barletta sta attraversando una fase di stallo?
«Torno a dire che la mia e la nostra volontà è sempre integra. Noi abbiamo sempre voglia di rilevare il club. Mi rendo però conto che se passa il tempo la situazione diventa più complicata. A nostro avviso le condizioni alternative che avevamo posto per garantire la fidejussione di Tatò erano tranquillamente percorribili. Però Tatò e i suoi tecnici non hanno gradito le nostre proposte. Purtroppo non per mia volontà o per nostra indisponibilità, sia chiaro questo. Voglio ribadirlo: non è una nostra volontà, né una nostra indisponibilità, ma è dato dal momento della banca. Non si riesce ad avere una garanzia bancaria alle porte delle feste natalizie».
Quanto è veritiera l'idea di un eventuale fronte mercato in comune?
«Come si può fare una collaborazione? Io ho delle mie idee, so dove poter intervenire, chiaramente con un mio staff. Ieri Tatò ha fatto una precisazione, ma non una critica. Siamo due persone forti, uno dei due deve necessariamente avere il comando. In questo momento come si può fare una coabitazione di mercato? Io posso dire la mia sul mercato, lui magari vuole qualcun altro. La vedo difficile. Chiaramente questo potrebbe precludere anche il buon esito della trattativa, molto dipende da come si interviene sul mercato».
Il suo eventuale ingresso nell'assetto societario porterebbe il ritorno di due ex come Cari e Castagnini?
«Al momento non credo sia opportuno parlare di questo, destabilizzerebbe tutto l'ambiente. Mi sembra ancora prematuro. Preferisco non rispondere a questa domanda».
Quel che stupisce della lunga trattativa tra le due parti è una mancanza di fondo di chiarezza. I continui rinvii e i temporeggiamenti non fanno certo bene alla piazza tutta, e non possono certo non risentirne gli stessi giocatori che scendono in campo domenica dopo domenica, tra l'altro senza emozionare più di tanto. Sia Tatò che Di Cosola stanno attuando la strategia del "dico-non dico", che se da un lato garantisce riservatezza all'affare, dall'altro non da punti di riferimento alla tifoseria, che in questo momento non sa cosa attendersi dall'immediato futuro. I tempi cominciano a stringersi, e la prossima finestra di calciomercato ormai incombente dovrebbe, di fatto, pesare molto sul buon esito della trattativa. Al momento, Di Cosola e Tatò sono "bloccati" da una fidejussione bancaria, ma la questione potrebbe presto avere ulteriori interessanti sviluppi. Non è escluso, tra l'altro, il ritorno in società di Francesco Sfrecola, uno dei presidenti più amati nella storia del calcio barlettano, ma al momento tutto è in stand-by in attesa di certezze, di consistenti novità, sia in un senso che nell'altro. Al momento, il futuro del Barletta Calcio sembra riassumibile in un complicato puzzle. Sembrano quindi mancare soltanto un paio di importanti tasselli per completare l'operazione, ma i colpi di scena sono sempre dietro l'angolo.
Pasquale Di Cosola, cosa ne pensa dell'intervento televisivo di Roberto Tatò?
«Ho apprezzato l'intervento televisivo del presidente Tatò a "Pronto che calcio è?", ha dato delle risposte pulite, anche perché non mi sarei aspettato il contrario, perché io ho dichiarato semplicemente la verità. Non ci sarebbe stato motivo per fare delle controbattute o delle risposte differenti da quanto dichiarato da me. Mi ha fatto piacere che comunque il presidente Tatò ha fatto delle considerazioni positive sulla trattativa e sulla mia volontà nel voler rilevare il club. Sono rimasto soddisfatto delle sue dichiarazioni date a Teledehon».
In questo momento, è corretto dire che la trattativa per il cambio di proprietà del Barletta sta attraversando una fase di stallo?
«Torno a dire che la mia e la nostra volontà è sempre integra. Noi abbiamo sempre voglia di rilevare il club. Mi rendo però conto che se passa il tempo la situazione diventa più complicata. A nostro avviso le condizioni alternative che avevamo posto per garantire la fidejussione di Tatò erano tranquillamente percorribili. Però Tatò e i suoi tecnici non hanno gradito le nostre proposte. Purtroppo non per mia volontà o per nostra indisponibilità, sia chiaro questo. Voglio ribadirlo: non è una nostra volontà, né una nostra indisponibilità, ma è dato dal momento della banca. Non si riesce ad avere una garanzia bancaria alle porte delle feste natalizie».
Quanto è veritiera l'idea di un eventuale fronte mercato in comune?
«Come si può fare una collaborazione? Io ho delle mie idee, so dove poter intervenire, chiaramente con un mio staff. Ieri Tatò ha fatto una precisazione, ma non una critica. Siamo due persone forti, uno dei due deve necessariamente avere il comando. In questo momento come si può fare una coabitazione di mercato? Io posso dire la mia sul mercato, lui magari vuole qualcun altro. La vedo difficile. Chiaramente questo potrebbe precludere anche il buon esito della trattativa, molto dipende da come si interviene sul mercato».
Il suo eventuale ingresso nell'assetto societario porterebbe il ritorno di due ex come Cari e Castagnini?
«Al momento non credo sia opportuno parlare di questo, destabilizzerebbe tutto l'ambiente. Mi sembra ancora prematuro. Preferisco non rispondere a questa domanda».
Quel che stupisce della lunga trattativa tra le due parti è una mancanza di fondo di chiarezza. I continui rinvii e i temporeggiamenti non fanno certo bene alla piazza tutta, e non possono certo non risentirne gli stessi giocatori che scendono in campo domenica dopo domenica, tra l'altro senza emozionare più di tanto. Sia Tatò che Di Cosola stanno attuando la strategia del "dico-non dico", che se da un lato garantisce riservatezza all'affare, dall'altro non da punti di riferimento alla tifoseria, che in questo momento non sa cosa attendersi dall'immediato futuro. I tempi cominciano a stringersi, e la prossima finestra di calciomercato ormai incombente dovrebbe, di fatto, pesare molto sul buon esito della trattativa. Al momento, Di Cosola e Tatò sono "bloccati" da una fidejussione bancaria, ma la questione potrebbe presto avere ulteriori interessanti sviluppi. Non è escluso, tra l'altro, il ritorno in società di Francesco Sfrecola, uno dei presidenti più amati nella storia del calcio barlettano, ma al momento tutto è in stand-by in attesa di certezze, di consistenti novità, sia in un senso che nell'altro. Al momento, il futuro del Barletta Calcio sembra riassumibile in un complicato puzzle. Sembrano quindi mancare soltanto un paio di importanti tasselli per completare l'operazione, ma i colpi di scena sono sempre dietro l'angolo.
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