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Calcio
Barletta Calcio, svelato l'arcano: è un anno di "costruzione"
Dalla partita di ieri i primi bilanci, tra presente grigio e futuro
Barletta - lunedì 30 settembre 2013
13.08
Bilancio pronto, chiarezza tardiva
Un gioco lento e prevedibile, che stenta in alcuni tratti di gara a essere definito tale, zero vittorie, ancora nessun gol fatto e sei marcature al passivo: il bicchiere nel Barletta Calcio 2013/2014 si è presto svuotato, e ieri contro la Salernitana si è raschiato il fondo del barile. Un film già visto quello andato in onda al "Cosimo Puttiilli": squadra orgogliosa e vogliosa di far bene in avvio, ma fragile dietro e sul piano psicologico, incapace di orchestrare una reazione di gruppo nella ripresa e presto scollata tra i reparti. Un'assunzione di responsabilità è stata più volte "richiesta" dagli spalti, un primo bilancio è stato tracciato in Sala Stampa per voce del presidente Roberto Tatò: e i famosi "puntini sulle i" messi nel post-partita hanno chiarito un fattore. Questa per il Barletta sarà un'annata di costruzione, segnale da un lato di voglia di programmare su scala pluriennale ma d'altro canto parziale ammissione delle enormi difficoltà, per usare eufemismi, che questa squadra avrà a raggiungere il nono posto con l'organico oggi in dotazione.
Dal "nono posto" a "non vivacchiare"
Sono freschi i ricordi delle dichiarazioni più volte rilasciate dal dg Gabriele Martino e dal presidente Roberto Tatò, evocanti il nono posto come obiettivo stagionale, coincidente con il raggiungimento dei playoff. Un mantra che ha pervaso l'estate biancorossa ed è stato riecheggiato anche dai calciatori biancorossi durante recenti interviste. L'impressione è che con le delusioni arrivate dal calciomercato e i primi risultati della squadra in campionato sia stato corretto il tiro: dal "cercheremo di arrivare il più in alto possibile" proferito da mister Orlandi domenica a Frosinone a "Il nostro programma è che possano crescere senza assilli di retrocessione e arrivare pronti al prossimo anno, creando uno zoccolo duro di squadra per un torneo come il prossimo che si preannuncia di serie B", frase pronunciata ieri da Tatò in conferenza stampa, il passo è breve. Il torneo in corso vedrà il Barletta giocare per porre le basi per l'anno prossimo. Frasi che sarebbe stato meglio dire a giugno.
1.039 abbonati: per il futuro?
A fine partita, i tifosi biancorossi avrebbero infatti solo voluto sapere come sta la situazione in via Vittorio Veneto e come la società vorrà proseguire questo campionato. Le linee-guida sono arrivate, ma resta un interrogativo preponderante sullo sfondo: come si fa a chiedere 2000 abbonati con la consapevolezza che l'annata che attendeva il club biancorosso sarebbe stata di crescita, ma senza reali obiettivi? I tifosi che hanno sottoscritto la tessera-fedeltà per la stagione in corso sono 1.039. Come si sentono oggi, dopo un'estate partita con basi leggermente diverse? Sono domande da farsi, alle quali magari rispondere garantendo a questi sostenitori forti sconti per la prossima stagione. Sembra una provocazione, ma in tanti ieri l'avranno pensato tra i gradoni del "Puttilli" e le tastiere dei propri pc.
Orlandi in bilico?
E' vero, si guarda al futuro in sede di costruzione della rosa, ma al momento il bilancio non pende in favore del rendimento dell'organico biancorosso. Le falle circa l'allestimento dell'organico biancorosso vanno condivise, tra il dg Martino che le ha determinate con le scelte di mercato, ma vanno allargate a mister Nevio Orlandi che ne ha avallato le scelte. Ieri il presidente Tatò ha respinto al mittente le domande di chi chiedeva se la posizione dell'allenatore di Casalmaggiore fosse in bilico: resta però sullo sfondo il poco gioco della squadra e l'assoluta incapacità di fare gol e reagire ai centri incassati. Colpe addebitabili all'allenatore, tanto bravo a galvanizzare i suoi ragazzi nel finale della scorsa stagione quanto incapace di invertire la rotta in quest'avvio. L'anno scorso c'era l'obiettivo-salvezza, in quest'annata si rischia di vivere alla giornata, senza obiettivi: se la strada intrapresa non sarà mutata, anche la guida tecnica potrebbe essere messa in discussione.
Morsillo, sprazzo di sole in un cielo plumbeo
Il ritratto più affine al Barletta visto ieri in campo lo si è avuto intorno al minuto 80: all'ennesima palla persa per effetto di un incerto fraseggio dei suoi compagni e dopo un "torello" ordito dai calciatori della Salernitana, capitan Allegretti ha allargato le braccia quasi in segno di resa. Un gesto quasi istintivo: il leader biancorosso, anche lui non certo in luce ieri, come termometro di una squadra che oggi è a tratti impotente di fronte all'avversario, domani chissà. Nel grigiore del "Puttilli" una nota lieta si è però affacciata sui rettangolo di gioco del calcio "pro": parliamo della giovane punta Giovanni Morsillo, classe 1996, subentrato a Picci nel finale e autore dell'unico vero tiro in porta di marca biancorossa nel pieno recupero. Un "Berretti", troppo poco per essere contenti: ma forse, visto come va la barca, i tifosi sarebbero più contenti di vedere ragazzini affamati che una squadra seduta, ripiegata su sé stessa.
Paganese e Lecce: il campo non aspetta
L'eredità al termine della disfida contro la Salernitana, tornata a vincere dopo 20 anni al "Puttilli è quella che era già in dote al fischio d'inizio: un punticino in classifica, ancora nessuna vittoria e zero gol fatti. Nel mezzo, un unico schema a disposizione e poche varianti all'orizzonte, alle quali si aggiungerà a breve lo sloveno Zigon, altra scommessa straniera dopo Legras. Il messaggio è chiaro: ora si dovrà giocare per l'orgoglio e per la maglia, per raddrizzare la stagione almeno dal punto di vista. Elettrocardiogramma ed encefalogramma sono quasi piatti Occorrerà tirare fuori gli "artigli" tra una settimana a Lecce, piazza surriscaldata dall'avvio shock del team giallorosso, unica formazione a far peggio del Barletta sin qui. Nel mezzo la Coppa Italia Lega Pro, con la sfida alla Paganese, competizione in passato sottovalutata ma oggi da parificare alle altre prima di tutto per ritrovare fame, stimoli e compattezza.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Un gioco lento e prevedibile, che stenta in alcuni tratti di gara a essere definito tale, zero vittorie, ancora nessun gol fatto e sei marcature al passivo: il bicchiere nel Barletta Calcio 2013/2014 si è presto svuotato, e ieri contro la Salernitana si è raschiato il fondo del barile. Un film già visto quello andato in onda al "Cosimo Puttiilli": squadra orgogliosa e vogliosa di far bene in avvio, ma fragile dietro e sul piano psicologico, incapace di orchestrare una reazione di gruppo nella ripresa e presto scollata tra i reparti. Un'assunzione di responsabilità è stata più volte "richiesta" dagli spalti, un primo bilancio è stato tracciato in Sala Stampa per voce del presidente Roberto Tatò: e i famosi "puntini sulle i" messi nel post-partita hanno chiarito un fattore. Questa per il Barletta sarà un'annata di costruzione, segnale da un lato di voglia di programmare su scala pluriennale ma d'altro canto parziale ammissione delle enormi difficoltà, per usare eufemismi, che questa squadra avrà a raggiungere il nono posto con l'organico oggi in dotazione.
Dal "nono posto" a "non vivacchiare"
Sono freschi i ricordi delle dichiarazioni più volte rilasciate dal dg Gabriele Martino e dal presidente Roberto Tatò, evocanti il nono posto come obiettivo stagionale, coincidente con il raggiungimento dei playoff. Un mantra che ha pervaso l'estate biancorossa ed è stato riecheggiato anche dai calciatori biancorossi durante recenti interviste. L'impressione è che con le delusioni arrivate dal calciomercato e i primi risultati della squadra in campionato sia stato corretto il tiro: dal "cercheremo di arrivare il più in alto possibile" proferito da mister Orlandi domenica a Frosinone a "Il nostro programma è che possano crescere senza assilli di retrocessione e arrivare pronti al prossimo anno, creando uno zoccolo duro di squadra per un torneo come il prossimo che si preannuncia di serie B", frase pronunciata ieri da Tatò in conferenza stampa, il passo è breve. Il torneo in corso vedrà il Barletta giocare per porre le basi per l'anno prossimo. Frasi che sarebbe stato meglio dire a giugno.
1.039 abbonati: per il futuro?
A fine partita, i tifosi biancorossi avrebbero infatti solo voluto sapere come sta la situazione in via Vittorio Veneto e come la società vorrà proseguire questo campionato. Le linee-guida sono arrivate, ma resta un interrogativo preponderante sullo sfondo: come si fa a chiedere 2000 abbonati con la consapevolezza che l'annata che attendeva il club biancorosso sarebbe stata di crescita, ma senza reali obiettivi? I tifosi che hanno sottoscritto la tessera-fedeltà per la stagione in corso sono 1.039. Come si sentono oggi, dopo un'estate partita con basi leggermente diverse? Sono domande da farsi, alle quali magari rispondere garantendo a questi sostenitori forti sconti per la prossima stagione. Sembra una provocazione, ma in tanti ieri l'avranno pensato tra i gradoni del "Puttilli" e le tastiere dei propri pc.
Orlandi in bilico?
E' vero, si guarda al futuro in sede di costruzione della rosa, ma al momento il bilancio non pende in favore del rendimento dell'organico biancorosso. Le falle circa l'allestimento dell'organico biancorosso vanno condivise, tra il dg Martino che le ha determinate con le scelte di mercato, ma vanno allargate a mister Nevio Orlandi che ne ha avallato le scelte. Ieri il presidente Tatò ha respinto al mittente le domande di chi chiedeva se la posizione dell'allenatore di Casalmaggiore fosse in bilico: resta però sullo sfondo il poco gioco della squadra e l'assoluta incapacità di fare gol e reagire ai centri incassati. Colpe addebitabili all'allenatore, tanto bravo a galvanizzare i suoi ragazzi nel finale della scorsa stagione quanto incapace di invertire la rotta in quest'avvio. L'anno scorso c'era l'obiettivo-salvezza, in quest'annata si rischia di vivere alla giornata, senza obiettivi: se la strada intrapresa non sarà mutata, anche la guida tecnica potrebbe essere messa in discussione.
Morsillo, sprazzo di sole in un cielo plumbeo
Il ritratto più affine al Barletta visto ieri in campo lo si è avuto intorno al minuto 80: all'ennesima palla persa per effetto di un incerto fraseggio dei suoi compagni e dopo un "torello" ordito dai calciatori della Salernitana, capitan Allegretti ha allargato le braccia quasi in segno di resa. Un gesto quasi istintivo: il leader biancorosso, anche lui non certo in luce ieri, come termometro di una squadra che oggi è a tratti impotente di fronte all'avversario, domani chissà. Nel grigiore del "Puttilli" una nota lieta si è però affacciata sui rettangolo di gioco del calcio "pro": parliamo della giovane punta Giovanni Morsillo, classe 1996, subentrato a Picci nel finale e autore dell'unico vero tiro in porta di marca biancorossa nel pieno recupero. Un "Berretti", troppo poco per essere contenti: ma forse, visto come va la barca, i tifosi sarebbero più contenti di vedere ragazzini affamati che una squadra seduta, ripiegata su sé stessa.
Paganese e Lecce: il campo non aspetta
L'eredità al termine della disfida contro la Salernitana, tornata a vincere dopo 20 anni al "Puttilli è quella che era già in dote al fischio d'inizio: un punticino in classifica, ancora nessuna vittoria e zero gol fatti. Nel mezzo, un unico schema a disposizione e poche varianti all'orizzonte, alle quali si aggiungerà a breve lo sloveno Zigon, altra scommessa straniera dopo Legras. Il messaggio è chiaro: ora si dovrà giocare per l'orgoglio e per la maglia, per raddrizzare la stagione almeno dal punto di vista. Elettrocardiogramma ed encefalogramma sono quasi piatti Occorrerà tirare fuori gli "artigli" tra una settimana a Lecce, piazza surriscaldata dall'avvio shock del team giallorosso, unica formazione a far peggio del Barletta sin qui. Nel mezzo la Coppa Italia Lega Pro, con la sfida alla Paganese, competizione in passato sottovalutata ma oggi da parificare alle altre prima di tutto per ritrovare fame, stimoli e compattezza.
(Twitter: @GuerraLuca88)
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