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Calcio
Barletta calcio, indietro tutta
Terza sconfitta di fila per i biancorossi, la quinta in nove gare. Scatta il campanello d'allarme
Barletta - lunedì 20 ottobre 2014
14.48
Indietro tutta, lo ricorderete, era il titolo del varietà con il quale Renzo Arbore in compagnia di Nino Frassica ha intrattenuto gli italiani tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90. Indietro tutta, è il titolo che si può legittimamente assegnare al film di queste prime nove giornate di campionato del Barletta 2014-2015. A legittimare tale titolo, i numeri, che come sempre sono inconfutabili e indiscutibili: prime tre giornate con 6 punti all'attivo, 4 reti realizzate ed 1 subita; successive sei giornate con 2 punti all'attivo, 2 reti realizzate e 8 subite. Dinanzi a tali cifre c'è poco da discutere, il passo del gambero è inconfutabile, il tesoretto accumulato all'inizio è ormai dilapidato e la classifica si fa bruttina, ed allora ci si chiede perchè sta accadendo questo? Come uscirne?
A.A.A. cercasi identità di gioco smarrita
Il Barletta è una squadra che fa del bel gioco e della volontà di tenere il controllo della partita la sua caratteristica. Così, si diceva ad inizio stagione quando l'armonioso 4-3-3 di mister Sesia, funzionava a meraviglia e pareva un meccanismo prefetto impreziosito dall'estro, ora un po' annacquato, di Roberto Floriano. L'acme di questa idea si raggiunse con la vittoria contro il Cosenza, poi dalla sciagurata trasferta di Castellammare qualcosa è cambiato. A partire dalla sconfitta contro le vespe i biancorossi hanno cominciato via via a smarrire la loro identità, le occasioni da gol create sono diventate sempre meno, la squadra produce un volume di gioco fine a se stesso e in taluni casi come ad esempio il match contro la Lupa Roma, non riesce nemmeno a produrre tale volume. Ieri, con il passaggio al 3-5-2 dovuto anche alle parecchie assenze nel reparto nevralgico, le cose non sono cambiate ed anzi, il Barletta sembra non avere più una precisa idea di gioco tanto che la grande occasione di Biancolino e la rete di Palazzolo hanno avuto origine da due lanci lunghi, non propriamente l'emblema del calcio ragionato da cui si era partiti.
Sesia e l' "Orlandite"
"Orlandite" è un vocabolo, ben presente nei vocabolari dell'appassionato biancorosso la cui definizione è riconducibile ovviamente ai modi di agire di mister Orlandi, emersi prepotentemente nella scorsa terrificante stagione e culminati con un appiattimento della squadra con punte di preoccupante assuefazione alla sconfitta. Nel calcio, si dice che la squadra assuma il carattere del proprio allenatore, e se è vero che il Barletta delle prime uscite rispecchiava il Sesia grintoso e sicuro di se visto sin dal ritiro di Cascia, è anche vero che adesso i biancorossi rispecchiano un allenatore che appare meno sicuro ed un po' in balia delle onde, laddove anche a livello comunicativo, non riesce a trasmettere la carica necessaria ad una squadra che ha come obiettivo la salvezza. Che Sesia si stia ammalando di "Orlandite"? La speranza, ovviamente, è che non sia così, ed è che il mister, confermatissimo dal presidente, riesca a trovare il bandolo di questa prima difficile matassa della stagione, perchè la china che si sta prendendo non è delle migliori e qualcosa bisognerà pur fare.
Danti, Traorè e la rosa incompleta
Ovviamente, nonostante come sempre in queste situazioni, l'allenatore sia sempre il primo a salire sul banco degli imputati, la colpa di questi passaggi a vuoto non è imputabile al solo mister. La rosa del Barletta, inutile negarlo, l'abbiamo detto e ridetto, non è completa. Vuoi per alcune lacune lasciate al termine del calciomercato (prima fra tutte quella a centrocampo dove manca un altro uomo di quantità ed ordine), vuoi per la sfortuna (infortunio di Legras e ricaduta di Dell'Agnello) ci si ritrova a fare i conti con una situazione numerica non idonea per una squadra che lotta per la sopravvivenza. Ed allora che fare? Il mercato degli svincolati rappresenta un'ancora di salvezza, un'ancora che può dare buoni frutti (si pensi a Pippa ed Allegretti arrivati al capezzale dei biancorossi due stagioni fa) ma anche riservare grosse delusioni. Fatto sta che in una situazione difficile come quella del Barletta odierno non si può prescindere da alcuni interventi, ed allora Traorè e Danti pur non essendo la panacea di tutti i mali potrebbero rappresentare un consistente palliativo in attesa del mercato di gennaio, quantomeno per fornire a Sesia nuove soluzioni in vista delle prossime quattro sfide che Matera a parte, non sarà assolutamente possibile fallire, visto e considerato che arriveranno al "Puttilli" formazioni ampiamente alla portata come Martina e Melfi e che l'unica trasferta sarà quella di Pagani. Ed allora, avanti Barletta, a noi questo indietro tutta, non fa proprio sorridere.
A.A.A. cercasi identità di gioco smarrita
Il Barletta è una squadra che fa del bel gioco e della volontà di tenere il controllo della partita la sua caratteristica. Così, si diceva ad inizio stagione quando l'armonioso 4-3-3 di mister Sesia, funzionava a meraviglia e pareva un meccanismo prefetto impreziosito dall'estro, ora un po' annacquato, di Roberto Floriano. L'acme di questa idea si raggiunse con la vittoria contro il Cosenza, poi dalla sciagurata trasferta di Castellammare qualcosa è cambiato. A partire dalla sconfitta contro le vespe i biancorossi hanno cominciato via via a smarrire la loro identità, le occasioni da gol create sono diventate sempre meno, la squadra produce un volume di gioco fine a se stesso e in taluni casi come ad esempio il match contro la Lupa Roma, non riesce nemmeno a produrre tale volume. Ieri, con il passaggio al 3-5-2 dovuto anche alle parecchie assenze nel reparto nevralgico, le cose non sono cambiate ed anzi, il Barletta sembra non avere più una precisa idea di gioco tanto che la grande occasione di Biancolino e la rete di Palazzolo hanno avuto origine da due lanci lunghi, non propriamente l'emblema del calcio ragionato da cui si era partiti.
Sesia e l' "Orlandite"
"Orlandite" è un vocabolo, ben presente nei vocabolari dell'appassionato biancorosso la cui definizione è riconducibile ovviamente ai modi di agire di mister Orlandi, emersi prepotentemente nella scorsa terrificante stagione e culminati con un appiattimento della squadra con punte di preoccupante assuefazione alla sconfitta. Nel calcio, si dice che la squadra assuma il carattere del proprio allenatore, e se è vero che il Barletta delle prime uscite rispecchiava il Sesia grintoso e sicuro di se visto sin dal ritiro di Cascia, è anche vero che adesso i biancorossi rispecchiano un allenatore che appare meno sicuro ed un po' in balia delle onde, laddove anche a livello comunicativo, non riesce a trasmettere la carica necessaria ad una squadra che ha come obiettivo la salvezza. Che Sesia si stia ammalando di "Orlandite"? La speranza, ovviamente, è che non sia così, ed è che il mister, confermatissimo dal presidente, riesca a trovare il bandolo di questa prima difficile matassa della stagione, perchè la china che si sta prendendo non è delle migliori e qualcosa bisognerà pur fare.
Danti, Traorè e la rosa incompleta
Ovviamente, nonostante come sempre in queste situazioni, l'allenatore sia sempre il primo a salire sul banco degli imputati, la colpa di questi passaggi a vuoto non è imputabile al solo mister. La rosa del Barletta, inutile negarlo, l'abbiamo detto e ridetto, non è completa. Vuoi per alcune lacune lasciate al termine del calciomercato (prima fra tutte quella a centrocampo dove manca un altro uomo di quantità ed ordine), vuoi per la sfortuna (infortunio di Legras e ricaduta di Dell'Agnello) ci si ritrova a fare i conti con una situazione numerica non idonea per una squadra che lotta per la sopravvivenza. Ed allora che fare? Il mercato degli svincolati rappresenta un'ancora di salvezza, un'ancora che può dare buoni frutti (si pensi a Pippa ed Allegretti arrivati al capezzale dei biancorossi due stagioni fa) ma anche riservare grosse delusioni. Fatto sta che in una situazione difficile come quella del Barletta odierno non si può prescindere da alcuni interventi, ed allora Traorè e Danti pur non essendo la panacea di tutti i mali potrebbero rappresentare un consistente palliativo in attesa del mercato di gennaio, quantomeno per fornire a Sesia nuove soluzioni in vista delle prossime quattro sfide che Matera a parte, non sarà assolutamente possibile fallire, visto e considerato che arriveranno al "Puttilli" formazioni ampiamente alla portata come Martina e Melfi e che l'unica trasferta sarà quella di Pagani. Ed allora, avanti Barletta, a noi questo indietro tutta, non fa proprio sorridere.

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