Barletta-Lecce 0-1, la delusione di Romeo e Prutsch
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Calcio

Barletta Calcio, è ora di iniziare a giocare da soli

L'addio di Tatò e quelle punzecchiature alla rosa

Un presidente dimissionario a fine stagione, un futuro delineato in quelle che saranno le necessità ma incerto alla voce "protagonisti", una serie di risposte inevase, una dirigenza sotto accusa e…una rosa che deve dare una sterzata alla stagione. I calciatori del Barletta sono stati una componente spesso messa in secondo piano nella crisi tecnico-.societaria a tinte biancorosse di questo avvio di stagione, in un palco sul quale i riflettori hanno spesso illuminato i volti del presidente Tatò o del direttore generale Martino. Come spiegato però ieri dallo stesso numero 1 ad interim di via Vittorio Veneto, l'avvio "slow", troppo "slow" di Picci e compagni ha contribuito ad alimentare i dubbi del patron biancorosso circa la sua permanenza oltre il termine della stagione, oggi concretizzatisi nel conclamato addio di cui è stata data notizia ieri. Ora è tempo che i calciatori barlettani giochino per la maglia, per loro e per il futuro della piazza, anche al fine di avvicinare nuovi eventuali acquirenti o "stakeholders" alla causa biancorossa.

"A marzo hanno deciso di giocare"
Il banco degli imputati è stato sgombrato da dubbi da parte di patron Tatò, che ha confermato incontri anticipati sulle nostre colonne: "L'altroieri ho parlato con i miei primari collaboratori- spiega il presidente- ieri sera invece ho parlato con la squadra. Gli ho detto di essere degni del loro lavoro e della maglia che indossano: io che sono presidente ho provato vergogna in varie occasioni. Ho fatto appello a chi c'era l'anno scorso". Uno dei passaggi più particolari della conferenza stampa ha riguardato un momento-chiave della scorsa annata, il passaggio dalla guida tecnica di Raffaele Novelli a quella di Nevio Orlandi:"A marzo 2013 c'è stata una svolta, e la decisione è venuta da loro. La svolta l'hanno decisa all'interno dello spogliatoio, perchè da un punto di vista tecnico sono ragazzi di prospettiva, che devono crescere e hanno bisogno di tranquillità. Ho chiesto ai più grandi di portarli per mano: ho chiesto loro uno scatto d'orgoglio, un'assunzione di responsabilità. Ho chiesto loro di portare la squadra a una degna prosecuzione". Un'assunzione di responsabilità, una presa di coscienza, ma soprattutto la voglia e il desiderio di mettersi in mostra, di dare il 200%, via per la parità con altri organici, come aveva spiegato domenica il portiere Luca Liverani. Insomma, nella scorsa stagione la squadra ha deciso di giocare a marzo, stando a sentire il presidente biancorosso: in questa annata è tempo che inizino ad uscire gli artigli subito, l'oblìo è dietro l'angolo.

Allegretti: capitano, mio capitano....?
"A me piace essere molto realista e sincero: credo che questa squadra abbia grandi limiti ma anche grandi margini di miglioramento. Tutti dobbiamo capire che quest'anno la storia è diversa rispetto allo scorso anno" Parole che un mese fa Riccardo Allegretti pronunciava a margine del primo punto interno ottenuto dai biancorossi, nel 2-2 contro L'Aquila. Sembrava una possibile ripartenza, è stato solo un colpo di tosse in una convalescenza poi prolungatasi ulteriormente. Il capitano aveva preso virtualmente carta e penna, tracciando i confini entro i quali oggi la rosa biancorossa poteva muoversi, ma al tempo stesso sancendo un rumor da tempo presente dalle parti di via Vittorio Veneto, ossia di rapporti incrinati tra il centrocampista milanese e Martino. Voci mai spente, che ieri sono state allargate a macchia d'olio da Tatò: "Un capitano non fa quello che ha fatto, andare a parlare sotto la curva e dire certe cose- ha spiegato il presidente riferendosi al dopo-gara di Barletta-Salernitana- Gli ho detto che ha sbagliato alla grande, non è corretto sportivamente". Prove tecniche d'addio o semplici crepe da saldare? Sta di fatto che dal suo arrivo all'ombra di Eraclio, il regista classe 1978 ha saltato sei partite dall'inizio, con cinque punti all'attivo per i biancorossi, con una media di 0.83 punti/partita. Numeri che cambiano radicalmente con il capitano in campo: 29 punti in 25 partite, per un totale di 1.16 punti a gara. E questo basti per tirare le dovute somme.

Orlandi, fiducia con riserva
"Non ho sfiduciato Orlandi, non ho intenzione di farlo: abbiamo per caso dimenticato lo scorso anno? A marzo i calciatori hanno deciso di salvarsi" Con queste parole il numero 1 biancorosso ha tirato giù dal banco degli imputati l'allenatore di Casalmaggiore, sin qui incapace di trasmettere un gioco continuo e lineare alla squadra, via primaria per la valorizzazione dei giovani- diventato ormai obiettivo stagionale, c'è da rassegnarsi a questo- oltre che di andare oltre un magro bottino di 7 punti in 12 partite. Una scelta dettata più dalla convinzione o dalla voglia di non tirar fuori dal portafogli altri soldi e mettere sotto contratto il settimo allenatore in seno al sodalizio biancorosso nella sua presidenza? Ormai non bisogna più inseguire quel nono posto a lungo promulgato come "obiettivo minimo" durante l'estate, ma regalare con il carattere il maggior numero di soddisfazioni ai tifosi- che han deciso di fare buon viso a cattivo gioco e stare dal lato di squadra e dirigenza- in un torneo che perlomeno non comporta il rischio-retrocessioni. Tatò crede che la coppia Martino-Orlandi, sfiduciata dalla piazza, possa farlo: a loro l'arduo compito di riaccendere gli oggi ardenti a fatica tizzoni di passione biancorossa, trasformare i fischi in ovazioni e soprattutto restituirsi e restituire credibilità. Altrimenti, pur con i pochi barlettani che vi sono in dote, sarà meglio vedere davvero in campo la "Berretti" prima o poi.
(Twitter: @GuerraLuca88)
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