Barletta Calcio, ennesimo ko contro il Gubbio
Barletta Calcio, ennesimo ko contro il Gubbio
Calcio

Barletta, anatomia di una squadra senza leader

Il ko contro il Gubbio certifica la confusione, il "Novelli-bis" verso l'epilogo

Prova del fuoco: fallita
"La cera si consuma e la processione non cammina", recita un antico adagio barlettano: bene, il dialettale proverbio perfettamente attecchisce all'attuale situazione del Barletta Calcio. Una squadra che dopo il passo in avanti di gennaio, con i due successi di fila su Perugia e Pisa che sembravano poter addirittura aprire la rincorsa alla salvezza diretta, ha vissuto solo salti carpiati all'indietro, con 4 ko consecutivi. Se la sconfitta di Nocera Inferiore era stata bollata come una debacle accettabile e i ko contro Avellino e Latina erano state frutto di episodi, ieri contro il Gubbio abbiamo senza dubbio assistito nel primo tempo ai peggiori 45 minuti della stagione, considerando che la squadra avrebbe finalmente dovuto sfruttare il fattore-campo contro una squadra in palese difficoltà, che in trasferta non vinceva dal 25 novembre e aveva trovato appena 4 punti negli ultimi nove incontri di campionato. Prova fallita, sul piano tecnico, caratteriale e tattico.

Novelli-bis: l'epilogo?
«Arriviamo da 4 sconfitte di fila. La classifica parla chiaro, siamo nella stessa situazione di prima perchè Sorrento e Carrarese non hanno fatto punti. La posizione dell'allenatore è al vaglio della mia riflessione e mi riservo entro il tempo utile necessario di capire se c'è la possibilità di proseguire dando fiducia a Novelli o meno». Le parole del presidente Roberto Tatò nel convulso dopo-partita, in un ambiente tracimante di delusione per la pessima prova della squadra e amarezza per la rete annullata in extremis a Carretta, hanno confermato un orientamento che appariva ormai delinearsi con chiarezza da diverse settimane: alla prima netta sconfitta l'allenatore salernitano avrebbe "perso la fiducia" della dirigenza biancorossa, con la quale non sembra mai essere nato il giusto feeling. Una situazione evidenziata indirettamente dallo stesso numero 1 biancorosso in chiusura di conferenza stampa («Scioglierò la riserva entro domani, posso solo dire che anzichè stringere un rapporto con l'ambiente, Novelli avrebbe fatto meglio a scegliere meglio come mettere in campo la squadra»). Un allenatore che ha legato con piazza e tifoseria, meno con la dirigenza evidentemente, non premiato dal responso del campo, con 10 punti in 16 panchine. Presto è nato il toto-allenatore: dalla pista-Sciannimanico, ex allenatore biancorosso presente ieri al "Puttilli" , a Nevio Orlandi, con Martino alla Reggina quattro anni fa. Abbiamo contattato telefonicamente l'ex allenatore calabrese, che ha glissato sulla vicenda spiegando di essere all'estero, con rientro in Italia previsto nelle prossime ore. Che l'attesa biancorossa nella decisione sull'affaire-Novelli sia legata proprio a questo?;

Squadra senza carattere e gamba
Quello che ha colpito ieri pomeriggio, ancor più della scarsa organizzazione sul piano tattico e del continuo mulinare di uomini e schemi, con il passaggio dal 4-2-3-1 al 4-3-1-2 al 4-2-4 nell'arco di 90 minuti, è stata la totale assenza di personalità di diversi biancorossi: volti impauriti, come quelli di Calapai, De Leidi e Barbuti, giocate timide, come quelle di Meduri e Piccinni, scene di nervosismo, come quello con il quale Allegretti ha "spronato" i compagni dopo i due centri subiti, sono chiaro indice di una squadra che non dispone del carattere necessario per reggere la corsa-salvezza nei momenti topici, e riesce a tirar fuori il giusto orgoglio solo quando è ormai troppo tardi. Per preparare la sfida al Gubbio, complice la sosta, ci sono stati 14 giorni: evidentemente non si è lavorato nella maniera migliore, psicologicamente e fisicamente, come la carenza di "gamba" di alcuni elementi della rosa ha pesantemente denotato. La ricetta per guarire? Nessuno ce l'ha in tasca, ma sicuramente il reintegro nell'undici di partenza di calciatori di esperienza come Mazzarani, Simoncelli e Burzigotti potrebbe giovare all'ambiente in questo complesso momento.

I tifosi chiedono rispetto
Vogliamo solo la salvezza del Barletta, questo e solo questo". Questo il sunto delle tante frasi che hanno animato il confronto all'esterno del "Cosimo Puttilli", svoltosi ieri circa un'ora dopo il fischio finale di Barletta-Gubbio 1-2, tra una rappresentanza di oltre 50 tifosi biancorossi e alcuni calciatori del Barletta, tra cui Allegretti, Burzigotti, Di Bella, Liverani, Camilleri, Calapai, De Leidi, Barbuti, Meduri e Pippa. 20 minuti di colloquio serrato, in cui chiaro è stato il messaggio della tifoseria. Una squadra che perde ma dà l'anima è sempre rispettata dai suoi tifosi, ma quando viene meno l'impegno, questo non può essere accettato: è stato questo il messaggio veicolato con toni decisi ma sempre civili da parte dei sostenitori biancorossi, che hanno ricordato ai loro calciatori come "le chances stiano per finire", con un calendario che vede ancora otto incontri a disposizione prima della regular season. A Riccardo Allegretti, l'uomo di maggiore leadership ed esperienza in rosa, è stato simbolicamente affidato il compito di "caricarsi sulle spalle la rosa" e portare la squadra alla salvezza.

Un disperato bisogno di leadership
Riccardo Allegretti, appunto: "l'ultimo dei leader" potremmo chiamarlo. In una stagione in cui il Barletta ha avuto bisogno come il pane di punti di riferimento, questi sono mancati. Non lo è stato Pavone in estate, raramente lo è stato Tatò, che ha assistito alla sfida in Curva Nord, situazione quantomeno insolita, considerando che in genere i dirigenti vedono le partite con i tifosi quando c'è qualcosa da festeggiare, e a Barletta la situazione non sembra propriamente rosea e degna di celebrazioni oggi. Leader non riesce a diventarlo per alcune frizioni con il gruppo Novelli, non lo è ancora (e lo sarà in futuro?) il ds Martino. La sensazione è quella di un ambiente frammentato in tante, troppe componenti, quasi disgregato: e gli effetti sul campo si vedono tutti oggi.

Schulmeister: oggi il "sì" o il "niet"
In conferenza il presidente Tatò ha toccato anche il capitolo-Schulmeister: l'attaccante ceco classe 1983 è "lost in translation" a Barletta da oltre 20 giorni, in attesa di un transfert internazionale che una burocrazia farraginosa sta rendendo difficoltoso da ottenere. « Avremo una risposta definitiva lunedì (oggi, ndr)- ha spiegato Tatò- ma sembrano esserci problemi dalla federazione olandese. Speriamo di avere una risposta positiva dalla nostra federazione». Situazione in itinere, tutta da definire, con il club di via Veneto che ha comunicato ufficialmente l'intento di tesserare il calciatore. Pur non essendo il "santone" che salva la nave (Novelli dixit in quel di Latina), certamente darebbe una mano a un attacco che sin qui ha partorito il topolino di 18 reti in 22 partite di campionato. Oggi la risposta definitiva sull'ennesimo "tira-e-molla" della stagione biancorossa.

I 21 giorni della verità
La prima prova del marzo di fuoco è andata male, malissimo. Il 10 marzo, arriverà al "Puttilli" il Frosinone, rianimato dal successo sul Latina nel derby del "Matusa" giocato ieri e rilanciatosi per i playoff; il 17 marzo è invece in programma la partita dell'anno per molti tifosi biancorossi, la trasferta del "Degli Ulivi" contro l'Andria, infine il il 24 marzo al "Puttilli" arriverà il Sorrento, squadra che precede il Barletta di un punto ma appare comunque alla portata di Burzigotti e compagni. Vietato scherzare ancora, ragazzi: l'evidenza del calendario è davanti agli occhi di tutti. Con o senza Novelli- questo lo diranno solo le prossime ore- adesso la parola passa ai calciatori: a loro dimostrare di valere la categoria e poter salvare il Barletta.
(Twitter: @GuerraLuca88)

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