
Calcio
Anteprima da biancorosso "DOC": l'avvocato Sfrecola presenta Benevento-Barletta
«I calciatori hanno finito gli alibi, ora serve dare una svolta»
Barletta - domenica 24 novembre 2013
Da ormai più di un lustro i nomi dell'avvocato Sfrecola e del Barletta Calcio rappresentano un connubio vincente: l'ex Presidente onorario del club, in seno alla società biancorossa dall'inverno del 2006 e presidente in carica fino al settembre 2010, quando gli è subentrato l'oggi dimissionario Roberto Tatò, ha nel proprio palmarès due promozioni (in Seconda e in Prima Divisione) e rappresenta uno dei volti di punta dell'ambizioso progetto che il sodalizio di via Vittorio Veneto ha messo in atto nelle scorse annate. Ogni weekend di campionato, Francesco Sfrecola, da molti conosciuto in città come "il presidente", per aver legato il suo nome al periodo del ritorno nel calcio che conta, accompagnerà in questa annata sportiva i nostri lettori con le sue impressioni da "biancorosso DOC" sul turno che si va ad affrontare. Oggi il Barletta sarà di scena al "Vigorito" di Benevento:
«La settimana attraversata dal Barletta Calcio è stata più concentrata sulle parole, nel dettaglio quelle del presidente Tatò, che sul campo. Ritengo corretto il fatto di aver comunicato con tanto anticipo la decisione, in modo da dare il tempo necessario a chi fosse interessato alla società di avvicinarsi: se non altro è stata finalmente fatta chiarezza dopo Pagani. Il presidente era visibilmente emozionato e questo può portare a non dosare bene le parole o a incomprensioni. Questa conferenza allargata andava fatta. Ognuno è legittimo di lasciare la sua azienda quando lo ritiene opportuno, mi spiace solo che si siano creati equivoci sulle parole riferite dal presidente verso tifosi e stampa. Credo che Roberto non possa lamentarsi del comportamento complessivo dei tifosi, come anche lui ha lasciato il Barletta dopo aver sempre cercato di fare il meglio per la squadra.
Il presidente ha difeso il lavoro di Martino e Orlandi, che certo non sono esenti da colpe, come è giusto che si faccia per tutelare chi lavora per la società. Tutti però siamo giudicati in base ai risultati, però i giocatori sono anche i primi responsabili. Sono loro che devono fare molta autocritica per quanto successo fin qui. I rapporti nel calcio dipendono spesso dai risultati: spero che arrivi qualche buona notizia dal campo per ristabilire un buon clima. Ora vedo un futuro onestamente non roseo per il Barletta Calcio: io ho dichiarato mia disponibilità a cercare di fare avvicinare qualche imprenditore, come collante, ma è ovvio che serve gente che voglia e possa investire in questo complicato momento. Parliamo però di una società sana, senza debiti, in Prima Divisione. Spero sia spronata anche l'amministrazione comunale che sin qui ha latitato e potrebbe prendere spunto dalla legge sugli stadi in procinto di essere approvata per catalizzare l'attenzione sul club.
Oggi di fronte avremo un Benevento sportivamente arrabbiato, affamato di vittorie, che mancano da troppo tempo: è ovvio che i sanniti vorranno vincere, e il Barletta potrebbe sfruttare gli eventuali spazi che loro lasceranno scoperti. E' giunto però il momento che i calciatori dimostrino di tenerci alla società, a un presidente che li ha trattati bene e a un ambiente che li ha sempre accolti in maniera ottimale. Hanno la maggiore responsabilità dei risultati sul campo: se esci dal terreno di gioco conscio di aver dato il massimo, non ti si può imputare nulla, è quello che i tifosi e la società vogliono, almeno quello. Ora tocca a loro, sono finiti gli alibi e sono terminate le giustificazioni. Devono necessariamente dare una svolta a questa settimana».
[Avv. Francesco Sfrecola]
«La settimana attraversata dal Barletta Calcio è stata più concentrata sulle parole, nel dettaglio quelle del presidente Tatò, che sul campo. Ritengo corretto il fatto di aver comunicato con tanto anticipo la decisione, in modo da dare il tempo necessario a chi fosse interessato alla società di avvicinarsi: se non altro è stata finalmente fatta chiarezza dopo Pagani. Il presidente era visibilmente emozionato e questo può portare a non dosare bene le parole o a incomprensioni. Questa conferenza allargata andava fatta. Ognuno è legittimo di lasciare la sua azienda quando lo ritiene opportuno, mi spiace solo che si siano creati equivoci sulle parole riferite dal presidente verso tifosi e stampa. Credo che Roberto non possa lamentarsi del comportamento complessivo dei tifosi, come anche lui ha lasciato il Barletta dopo aver sempre cercato di fare il meglio per la squadra.
Il presidente ha difeso il lavoro di Martino e Orlandi, che certo non sono esenti da colpe, come è giusto che si faccia per tutelare chi lavora per la società. Tutti però siamo giudicati in base ai risultati, però i giocatori sono anche i primi responsabili. Sono loro che devono fare molta autocritica per quanto successo fin qui. I rapporti nel calcio dipendono spesso dai risultati: spero che arrivi qualche buona notizia dal campo per ristabilire un buon clima. Ora vedo un futuro onestamente non roseo per il Barletta Calcio: io ho dichiarato mia disponibilità a cercare di fare avvicinare qualche imprenditore, come collante, ma è ovvio che serve gente che voglia e possa investire in questo complicato momento. Parliamo però di una società sana, senza debiti, in Prima Divisione. Spero sia spronata anche l'amministrazione comunale che sin qui ha latitato e potrebbe prendere spunto dalla legge sugli stadi in procinto di essere approvata per catalizzare l'attenzione sul club.
Oggi di fronte avremo un Benevento sportivamente arrabbiato, affamato di vittorie, che mancano da troppo tempo: è ovvio che i sanniti vorranno vincere, e il Barletta potrebbe sfruttare gli eventuali spazi che loro lasceranno scoperti. E' giunto però il momento che i calciatori dimostrino di tenerci alla società, a un presidente che li ha trattati bene e a un ambiente che li ha sempre accolti in maniera ottimale. Hanno la maggiore responsabilità dei risultati sul campo: se esci dal terreno di gioco conscio di aver dato il massimo, non ti si può imputare nulla, è quello che i tifosi e la società vogliono, almeno quello. Ora tocca a loro, sono finiti gli alibi e sono terminate le giustificazioni. Devono necessariamente dare una svolta a questa settimana».
[Avv. Francesco Sfrecola]
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