.jpg)
Calcio
Andria-Barletta, il "salvezza-day" vissuto dagli spalti
Tra trionfo di colori e offese al presidente biancorosso Tatò
Barletta - lunedì 3 giugno 2013
18.40
Andria piange, Barletta ride. Il giorno dopo lo 0-1 del "Degli Ulivi", che da un lato ha consegnato la salvezza e la permanenza nel girone B di Prima Divisione Lega Pro ai biancorossi e dall'altro ha visto i biancoazzurri sprofondare in futuro nero, tra la certezza dei drammi societari e le nubi circa la disputa del prossimo campionato di Seconda Divisione, oltre alle immagini nel campo, negli occhi dei tifosi restano i flashback degli spalti: dallo spettacolo offerto dalle due curve nel pre-partita, al mantenimento del consolidato gemellaggio, passando per l'interruzione di otto minuti, i volti noti presenti in tribuna al "Degli Ulivi" e i beceri insulti al presidente biancorosso Roberto Tatò, la carne al fuoco non è mancata.
Barletta-Andria resta sempre il derby della Bat, all'insegna di sani sfottò e una verace rivalità. Passano i calciatori, i risultati, talvolta anche le categorie di disputa dei rispettivi campionati, ma qualcosa che non cambia mai, immarcescibile almeno per i gruppi più caldi dei rispettivi "gruppi organizzati" del tifo, è lo stretto gemellaggio tra biancorossi e biancoazzurri. "Vincitori o vinti, i nostri valori non saranno mai estinti" e "Fino alla fine, Andria e Barletta" sono stati i principali leit-motiv della giornata, in particolare nel pre-partita, tra gli "aficionados" facenti parte dei 4000 sugli spalti. Striscioni paralleli, animi diversi durante la partita: caldo il tifo andriese, che prima si "lancia" con dei cori la sua presenza in Curva Nord a prescindere dalla categoria, per poi passare ai lanci, questi censurabili, di petardi e fumogeni all'indirizzo del portiere Rossi, inducendo Chiffi alla sospensione di otto minuti.
Capitolo-tribuna: gremito il parterre de roi, composto da ex biancorossi come Filippo Petterini, Ivan Rajcic, Michele Menolascina, Marco Cari, ex biancoazzurri come Dino Bitetto, l'arbitro internazionale Antonio Damato e tanti altri volti noti o pseudo-tali. La nota stonata di giornata arriva proprio dalla zona centrale del settore "bene" dello stadio andriese: al suo arrivo, il presidente del Barletta Roberto Tatò è stato pesantemente insultato e contestato dai tifosi andriesi: vecchie ruggini sportive all'origine degli screzi, su tutte la diatriba sui due accrediti per disabili richiesti dall'Andria la scorsa settimana, sui quali vige mistero (il Barletta ne ha certificato l'emissione) in merito alla consegna e utilizzo degli stessi. Alla fine della partita anche il clima "caldo" sugli spalti ha lasciato spazio all'amicizia tra le due società: festa morigerata in casa biancorossa, volti da consolare da parte andriese. Nel mezzo, una certezza: a prescindere dalla categoria, "Rispetto", "Unione" e "Amicizia" restano le parole chiave in ambito biancorosso e biancoazzurro, sempre pronti a dar vita a due uniche onde di genuina passione.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Barletta-Andria resta sempre il derby della Bat, all'insegna di sani sfottò e una verace rivalità. Passano i calciatori, i risultati, talvolta anche le categorie di disputa dei rispettivi campionati, ma qualcosa che non cambia mai, immarcescibile almeno per i gruppi più caldi dei rispettivi "gruppi organizzati" del tifo, è lo stretto gemellaggio tra biancorossi e biancoazzurri. "Vincitori o vinti, i nostri valori non saranno mai estinti" e "Fino alla fine, Andria e Barletta" sono stati i principali leit-motiv della giornata, in particolare nel pre-partita, tra gli "aficionados" facenti parte dei 4000 sugli spalti. Striscioni paralleli, animi diversi durante la partita: caldo il tifo andriese, che prima si "lancia" con dei cori la sua presenza in Curva Nord a prescindere dalla categoria, per poi passare ai lanci, questi censurabili, di petardi e fumogeni all'indirizzo del portiere Rossi, inducendo Chiffi alla sospensione di otto minuti.
Capitolo-tribuna: gremito il parterre de roi, composto da ex biancorossi come Filippo Petterini, Ivan Rajcic, Michele Menolascina, Marco Cari, ex biancoazzurri come Dino Bitetto, l'arbitro internazionale Antonio Damato e tanti altri volti noti o pseudo-tali. La nota stonata di giornata arriva proprio dalla zona centrale del settore "bene" dello stadio andriese: al suo arrivo, il presidente del Barletta Roberto Tatò è stato pesantemente insultato e contestato dai tifosi andriesi: vecchie ruggini sportive all'origine degli screzi, su tutte la diatriba sui due accrediti per disabili richiesti dall'Andria la scorsa settimana, sui quali vige mistero (il Barletta ne ha certificato l'emissione) in merito alla consegna e utilizzo degli stessi. Alla fine della partita anche il clima "caldo" sugli spalti ha lasciato spazio all'amicizia tra le due società: festa morigerata in casa biancorossa, volti da consolare da parte andriese. Nel mezzo, una certezza: a prescindere dalla categoria, "Rispetto", "Unione" e "Amicizia" restano le parole chiave in ambito biancorosso e biancoazzurro, sempre pronti a dar vita a due uniche onde di genuina passione.
(Twitter: @GuerraLuca88)
.jpg)
.jpg)
.jpg)
.jpg)
.jpg)
.jpg)
.jpg)
.jpg)
.jpg)
.jpg)
.jpg)
.jpg)
.jpg)
.jpg)
.jpg)
.jpg)
.jpg)
.jpg)
Ricevi aggiornamenti e contenuti da Barletta 






.jpg)

.jpg)