Incendio
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Cronaca

Tra piromani, industrie e sabbia del Sahara: che aria tira a Barletta?

La nota di Michele Alfredo Chiariello, Vice Presidente del comitato Operazione Aria Pulita Bat

Pare che la nostra Regione, negli ultimi giorni, sia stata interessata da un rilevante fenomeno di avvezione di polveri sahariane, che hanno portato al superamento del limite giornaliero (più del doppio di quello previsto per legge, tra i più permissivi d'Europa) di PM10, così come rilevato in molte stazioni di monitoraggio, tra cui quella "nostrana" di via Casardi.

Tanto si legge nel comunicato ufficiale, consultabile sul relativo sito, dell'Arpa Puglia. Tale documento, tuttavia, mi induce a qualche riflessione, che vorrei condividere.

La prima mi rassicura; nel senso che ho avuto la certezza che, come in questo caso, quando si verificano fenomeni di avvezione, l'Arpa emette, attenta, un tempestivo comunicato ufficiale in tempo reale ed ultrattivo, prognostico anche per i giorni a seguire. Però, a questo punto, qualcuno dovrebbe chiarire perché, come mai, in tante occasioni, si vedano i passati mesi di Novembre e di Gennaio, i superamenti non sono stati giustificati dalla stessa motivazione, tempestività e forma comunicativa. Non è dato sapersi. Ma dovrebbe esserlo.

I superamenti, nei mesi sopra richiamati, sono stati addebitati alla stessa causa, ma solo a voce, senza il crisma dell'ufficialità, a seguito di precisa e pungente domanda dello scrivente, durante l'ultima conferenza di servizi in Comune, alla presenza di alcuni rappresentanti dell'Arpa, oltre alle altre Autorità locali più importanti. Chi di dovere dovrebbe spiegare tali anomalie, anche se le stesse fossero solo il frutto di un errore comunicativo. Il fenomeno avvettivo c'è stato, di tanto ho avuto conferma, approfondendo on line, verificando la medesima rilevazione nelle due stazioni di fondo (Monte Sant'Angelo, per l'area nord della Regione e Lecce-Cerrate, per l'area sud, che costituiscono e delimitano un ipotetico percorso dell'avvezione, quindi se vengono rilevati particolati in eccesso su entrambe le postazioni, anche quelle intermedie sono state coinvolte).

Ma il mio spirito critico mi porta ad un'altra osservazione, la seconda. I dati, gravissimi, pubblicati si riferiscono solo alla centralina di via Casardi. Quella in zona Ipercoop ha, viceversa, rilevato aria di montagna - come evincibile dai diagrammi pubblicati sul sito istituzionale - non già polvere desertica, nonostante la incessante attività industriale e il traffico veicolare, oggettivamente minore del solito, ma pur sempre presente, in particolare per i fruitori del centro commerciale, in cerca di accaparrarsi beni di prima necessità. Eppure Barletta quella è! Eppure le due centraline sono quasi in linea d'aria!

Approfondendo la lettura, e passiamo alla terza osservazione, la mia indole zetetica, infiammata dalla astensione obbligatoria dalle aule dei Tribunali (ahi, quanto mancano!), mi ha permesso di scoprire, con contagiosa sorpresa, che nei risultati pubblicati per la centralina della zona industriale (quella più esposta…per tanti motivi) non vi era, e non vi è, l'indicazione delle rilevazioni del PM 10 (e del PM 2.5)!

Negli ultimi dieci giorni, di detta centralina sono state rese note solo due misurazioni, molto basse; nulla viene riportato per i giorni in cui saremmo stati attinti dalla magica polvere desertica. Certo, può succedere che i dati non siano validati, ma come d'intesa, in detti casi - magari dovuti ad un malfunzionamento - l'Arpa, per impegno preso, "coram populo", a mezzo dei suoi vertici di riferimento per la Nostra Città, avrebbe dovuto emettere una nota, un comunicato, "due parole messe in croce", come volgarmente si usa dire. Niente di tutto questo è avvenuto, né sul sito Istituzionale, né in altra maniera.

Sono passati giorni e ancora non sono noti né il contributo netto di polveri sahariane, c.d. "net african dust", né il contributo di tipo antropogenico alla concentrazione misurata di PM10, il doppio di quella consentita. Ed ancora: come mai continuano i miasmi notturni? Nessuna risposta ufficiale è pervenuta allo scrivente, a seguito della istanza presentata, in data 12 Marzo u.s., per le esasperanti emissioni di quei giorni.

Addebitare le continue molestie olfattive ad un piromane solitario oppure ad episodi di polveri sahariana (anche se, per inciso, alcuni studiosi parlando di diversa consistenza delle stesse polveri, aventi caratteristiche più caucasiche, che desertiche, ma poco importa) significa non avere ancora una matura consapevolezza della portata della questione ambientale a Barletta, nonché, di conseguenza, del malcontento dei cittadini, pronti a ribellarsi in ogni sede, stanchi della coercizione respiratoria, alla quale siamo costretti.

Le emissioni sono continuate, e continuano ancora, ci sono decine di persone, esauste, pronte a testimoniarlo, basti pensare a quanto percepito nella notte tra il 2 ed il 3 aprile (ma anche nei giorni precedenti); come, ugualmente, sul punto, è continuato, e continua, il silenzio di – tutte – le Autorità, cui l'istanza era stata inviata, nonostante tutte le promesse fatte. La circostanza più paradossale – leggendo i dati appena pubblicati relativi alla predetta notte – è che quello che centinaia, migliaia di cittadini hanno percepito, per ore, come insopportabili manifestazioni odorigene, non sono state rilevate come tali dai sofisticati meccanismi delle centraline deputate a tanto. E' chiaro che qualcosa non funziona come dovrebbe!

Certo, oggi siamo tutti "in altre faccende affacendati", l''epidemia monopolizza l'attenzione comune, ma ciò non deve portare all'oblio della questione ambientale, meno attuale ma ugualmente grave. Notti come quella tra giovedì e venerdì, nella quale "personalmente" ho rischiato, insieme a centinaia di altre persone – una crisi respiratoria, sono l'espressione massima della volontà di non risolvere il problema, nonostante la gravità dello stesso e le varie promesse fatte.

Infine, una ultima questione: sarebbe opportuno sapere quali aziende siano ancora in attività, autorizzate dai vari decreti ministeriali e, soprattutto, come, in piena emergenza, vengano lavorati, e da chi, i rifiuti ospedalieri e/o provenienti da soggetti contaminati e/o in quarantena domiciliare. Barletta ha diritto di sapere che aria tira!
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