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Rete e impresa a Barletta tra i pesci arancioni

Lunedì 18 un convegno presso la Sala Rossa del Castello Svevo. Presentato anche il nuovo bando regionale di Bollenti Spiriti

Top-down e bottom-up: possono sembrare espressioni incomprensibili, ma in realtà distinguono buona e cattiva politica. Il governo dall'alto verso il basso e dal basso verso l'alto. La seconda fazione è quella dei politici che ascoltano il loro elettorato con fare creativo. E' questo l'invito che, almeno nelle intenzioni, è stato fornito nella giornata di lunedì 18 giugno durante un convegno tenuto a Barletta. Comprendere che la crescita si realizza collettivamente, coinvolgendo gli ordini professionali fino al cuore dell'economia. Impresa e innovazione a confronto con il mercato globale, visti secondo i concetti di rete e aggregazione territoriale, sono stati i punti di forza del convegno tenuto ieri pomeriggio presso la Sala Rossa del Castello Svevo. "Fare Impresa? Non è un'impresa?" è stato dunque l'occasione per studiare lo sviluppo del mercato territoriale secondo i nuovi canoni economici e le nuove opportunità offerte dalla Regione Puglia, come il bando di Bollenti Spiriti, presentato anch'esso ieri. L'evento è stato organizzato dal RENA, nelle persone di Rosa Cascella e Nicola Ruta.

L'incontro ha visto la presenza di diversi esponenti locali del mondo economico e delle istituzioni, e soprattutto Alessandro Fusacchia, capo della segreteria del Ministro per lo Sviluppo economico Corrado Passera e responsabile ella task force ministeriale per le start up d'impresa, e Annibale D'Elia, portavoce dello staff di Bollenti Spiriti. Presenti in Sala tra gli altri, Michele Dibenedetto (Idv), il Sindaco di Barletta Nicola Maffei, il consigliere regionale Ruggiero Mennea, il presidente della Provincia Barletta-Andria-Trani Francesco Ventola e la dirigene del Settore Politiche attive di sviluppo del Comune di Barletta, la dott.ssa Santa Scommegna. Tre le sessioni nelle quali l'evento si è articolato: "Le Istituzioni locali per un rilancio dell'economia: Regione, Provincia e Comune a confronto"; "La Puglia come la California: la Task Force Start up e le buone pratiche locali"; "Professioni e credito: ostacoli e opportunità". Ha moderato l'evento Alessandro Porcelluzzi, redattore di Barlettalife.it.

Una capacità di fare impresa che spesso a Barletta, negli anni successivi al "boom economico", è mancato. Mennea, in particolare, ha evidenziato l'importanza del Patto Territoriale, di P.I.S. e P.I.T. nell'ottica di decentramento della forza delle imprese sul nostro territorio: "Questi strumenti si sono succeduti- ha evidenziato Mennea- ma spesso senza esiti, sovrapponendosi addirittura in alcuni casi". A Barletta, stando alle parole di Mennea, si è cercato di unire i rappresentanti comunali dell'economia con i responsabili del Patto Territoriale, per dare vita a un territorio che sia fonte di eccellenze con peso specifico nel mercato europeo, come avviene già per alcuni mercati". L'invito complessivo rivolto dai rappresentanti delle istituzioni locali, sulla falsariga di quanto detto dal Presidente Ventola, è stato quello di guardare a uno sviluppo che non si fermi al territorio circostante, ma che guardi alla sfida dell'Europa e del Mar Mediterraneo. "Per far questo- ha spiegato Ventola- servirebbero nuovi processi formativi".

Durante l'incontro grande centralità hanno rivestito le critiche condizioni di accesso al mercato al lavoro degli imprenditori in Italia: una spietata competività e una difficoltà di reggere la pressione fiscale elevata su tutti. A Barletta il dibattito sulla "movida" e sulle agevolazioni ai locali coinvolti in essa è sempre aperto: "Sono stato colpito da attacchi personali in risposta ai provvedimenti presi- ha spiegato Dibenedetto, presidente della Commissione delle Attività Produttive- Ma non farò passi indietro, non faremo passi indietro perchè ce lo chiedono i cittadini". Oggi tanti imprenditori- si legge e si sente- lasciano l'Italia per l'elevata tassazione: " A Barletta vogliamo costituire un osservatorio delle attività produttive- ha spiegato Dibenedetto- per capire come possiamo agire per aiutare la ripresa dell'economia cittadina e del territorio". Uno sparo nel buio in una città che anni di oblio politico e commerciale stanno portando alla deriva economica. Stimoli latenti per l'economia, questo il nodo della questione individuato anche dagli altri esponenti politici locali. "Oggi a Barletta non ci sono più le condizioni operative dell'economia di un tempo, un ciclo produttivo si è chiuso, dobbiamo capirlo". Ha spiegato Ruta. Ma gli stimoli- vien da chiedersi- Non dovrebbe offrirli proprio la politica, aprendosi alla piazza e non chiudendosi a riccio nelle proprie stanze?

Il confronto locale- nazionale si è articolato nell'intervento di Fusacchia: " La task-force per la Start-up è formata da 12 persone provenienti da tutta Italia, con l'aiuto di professori universitari, per trovare ogni angolazione dei problemi in causa. Le nostre idee sono quelle di semplificare l'accesso di nuove aziende sul mercato, intervenire sul mercato dei capitali. Le aziende coinvolte-ha aggiunto Fusacchia- sono allo studio del Governo, per trovare l'innovazione nell'azienda. Non dev'essere però lo Stato a stabilirlo, bensì bisogna capire quali caratteristiche aziendali entrino in questo pacchetto di misure di sostegno". Oggi bisogna capire, ha aggiunto Fusacchia, che "non bisogna lasciare libere le imprese subito per favorire l'innovazione, ma prima vanno rimossi gli ostacoli che disincentivano la crescita delle imprese, nell'ottica che ogni incentivo è un disincentivo per qualcun altro".

Semplificazione, lancio, crescita, alimentazione dei capitali di rischio, consapevolezza nelle giovani forze del Paese. Abbandinare il concetto di speranza e abbracciare quello di fiducia. Questi i concetti-chiave della task force per le Start-up, parte anche del progetto "Bollenti Spiriti", come confermato da Annibale D'Elia: " Fare impresa oggi è quasi più una speranza: è questo che bisogna dimenticare. La presenza di tante competenze nella task-force ci aiuta a completare il quadro. Oggi viviamo uno scontro di sospetti tra le varie componenti del sistema. Dobbiamo dimenticare l'ottica per la quale oggi è vietato abbassare la guardia".

"Un nuovo ruolo della politica": è stata questa l'espressione maggiormente inflazionata ascoltata ieri. Speranza antica come il cucco, svolta mai realizzata sin qui: forse perchè spesso il "bottom-up" ha lasciato spazio al "fratello cattivo", il "top-down". Notare bene, il simbolo del RENA è costituito da un banco di pesci arancioni: privi di un capo, simbolo dell'orizzontalità e non di un'organizzazione piramidale. Pesce come simbolo cristiano, simbolo di un popolo che in nome dell'uguaglianza si mise in marcia e conquistò l'Impero pacificamente. Pesci rossi, uno degli ultimi animali ad essere addomesticati dall'uomo che han dato vita al primo di tre incontri, partendo dalle imprese innovative fino ad arrivare alla cultura come reale leva di una nuova economia. Fare rete, ma non cadere nella rete come a volte capita ai pesci, o, per restare in tema ittico, far sì che questo incontro non resti una simpatica "spigolatura": ci riusciranno l'imprenditoria di Barletta e l'economia che ne deriva?
(Twitter: @GuerraLuca88)
8 fotofare rete ma non cadere in rete
Fare rete ma non cadere in reteFare rete ma non cadere in reteFare rete ma non cadere in reteFare rete ma non cadere in reteFare rete ma non cadere in reteFare rete ma non cadere in reteFare rete ma non cadere in reteFare rete ma non cadere in rete
Pesci arancioni: una delle ultime specie animali domate dall'uomo. Capaci di muoversi in rete, e non in branco: cooperativi e non vigliacchi, bisognosi di creare e non di distruggere, alla ricerca dell'unione e non della disgregazione di forze. Barlettalife.it come i pesci arancioni: un lampo nel buio, una squadra inaddomesticabile, che si muove nella "rete" e in "rete" con i propri lettori, con due soli obiettivi. Cambiamento e verità. Le uniche ragioni per le quali valga la pena di mettersi davanti a un pc e scrivere.

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