Omicidio Cilli, la mamma di Dario Sarcina: «Mio figlio è innocente»
Omicidio Cilli, la mamma di Dario Sarcina: «Mio figlio è innocente»
Cronaca

Omicidio Cilli, la mamma di Dario Sarcina: «Mio figlio è innocente»

In corso l'udienza a Trani, in serata la decisione del Gup

Giornata importante per il caso Michele Cilli. Nell'aula bunker del carcere di Trani è in corso l'udienza del processo celebrato con rito abbreviato nei confronti di Dario Sarcina e Cosimo Damiano Borraccino, imputati per omicidio volontario e in concorso per soppressione di cadavere nell'ambito del processo per la scomparsa del 24enne Cillli di cui si sono perse le tracce a Barletta, un anno fa, dopo la festa di compleanno di un amico. In attesa della decisione del gup Ivan Barlafante, che dovrebbe arrivare in serata, la mamma di Sarcina, Riccardina Cafagna, rivendica l'innocenza del figlio.

«Vogliamo la verità, non si possono tenere due innocenti in carcere. Mio figlio è innocente» - ha affermato Cafagna - all'esterno dell'aula bunker tranese dove è anche esposto uno striscione con la scritta "Innocenti". «Mio figlio è innocente, è un assassino per l'opinione pubblica ma è innocente - ripete la donna -, devono trovare le prove per giudicare una persona». Non bastano un paio di occhiali per dire che mio figlio è un assassino: lui è innocente e lo dirò altre 100mila volte». Il riferimento della donna è agli occhiali analizzati dal perito nominato dal tribunale di Trani, Emanuele Doronzo, che secondo le indagini apparterrebbero al 24enne e che sono stati trovati in contrada Vicinale cavaliere, alla periferia di Barletta. Proprio in quel luogo, secondo le indagini, Borraccino si sarebbe fermato per due volte nella notte della scomparsa del giovane barlettano. Gli occhiali, per gradazione e modello, corrisponderebbero a quelli indossati dalla vittima. La perizia si è resa necessaria dopo che tra gli atti di indagine, dichiarati inutilizzabili, ce n'era uno relativo al Dna di Cilli, rilevato proprio sugli occhiali.

«Vogliamo solo la verità, perché essere chiamati assassini non è bello – aggiunge la moglie di Sarcina, Maria Mazzaro -. Abbiamo fiducia nella giustizia, anche se è da un anno che mio marito è in carcere».
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