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La Disfida vista da Facebook

Critiche e commenti sulla serata conclusiva

Il commento/critica dell'evento di sabato sera, organizzato per il 512° anniversario dello storico combattimento tra 13 cavalieri italiani e 13 francesi, con la vittoria dei primi, che Massimo D'Azeglio, cavalcando l'ardore risorgimentale, seppe enfatizzare nel suo romanzo ottocentesco, fa parte dell'evento stesso. Da ormai due anni è ripresa l'annuale rievocazione di settembre, sebbene la Disfida sia accaduta il 13 febbraio del 1503. L'interruzione di qualche anno, dovuta anche a impossibilità di carattere economico, non fa certo dimenticare le bellissime - ma costosissime - celebrazioni svoltesi durante gli ultimi anni delle amministrazioni Salerno. In effetti, esistono differenze sostanziali rispetto alle cifre (anche di centinaia di migliaia di euro) di cui il Comune in quegli anni aveva disponibilità, e il costo delle celebrazioni di quest'anno, costate alle casse comunali quasi € 80.000.

Sabato sera, come da tradizione, le celebrazioni sono culminate con la storica rievocazione del corteo trionfale serpeggiante per le vie cittadine, succeduto a giornate di rievocazioni di diverso tipo; quest'anno il percorso del corteo è mutato simulando il corso delle mura cinquecentesche della città. L'organizzazione e la regia per gli eventi sono stati curati dalla Livis Srl con l'apporto di Francesco Gorgoglione, Victor Rivera Magos e Gianpiero Borgia, a cui il Comune ha affidato la 'patata bollente', recependo il progetto da questi presentato. Come in tutte le manifestazioni pubbliche, si sa, la vox populi può essere di tipo differente, ma nei tempi moderni i social network ci offrono la possibilità di riscontrare meglio quali siano state le impressioni della popolazione. In particolare su Facebook, luogo privilegiato anche per la comunicazione che un tempo si sarebbe detta "ufficiale", si sono rincorse differenti valutazioni della serata, che riportiamo. Tanto per cominciare, la voce più comune ha riguardato la presenza-assenza dei cavalieri francesi, che vinti avrebbero dovuto mostrarsi umiliati e feriti lungo il corteo, cosa assolutamente gradita nelle scorse edizioni dal pubblico numeroso e presente anche sabato bisogna dirlo, ma in modo piuttosto celato. Infatti la regia ha imposto che ciascun cavaliere francese sfilasse in coda a un rispettivo cavaliere barlettano, come prigioniero personale: questo è quanto ci è stato riferito ma era decisamente incomprensibile dall'esterno. Il folklore e la tradizione in un corteo di rievocazione sono fondamentali. Insomma, corteo mozzato, anche se comunque apprezzato l'impegno.

Sperimentata e potremmo dire fallita l'operazione degli attori recitanti su terrazzi o balconi durante il corteo. Operazione più interessante nella teoria che fattibile in pratica: per prima cosa le letture degli attori non hanno fatto altro che rallentare di molto il corteo, in più la spesa per attori del calibro di Paola Pitagora, Ettore Bassi, Sebastiano Lomonaco, meritava un rilievo diverso, a questo punto sarebbe bastata anche una registrazione delle letture degli stessi trasmesse dagli altoparlanti, che a proposito erano insufficienti per tale esperimento. Positivo invece il giudizio dei naviganti sullo spettacolo piro-musicale che ha accolto il ritorno del corteo nel Castello: quest'esperienza dovrebbe essere maggiormente valorizzata anche per differenti festeggiamenti cittadini. È seguita la "Notte Bianca", organizzata quasi completamente dagli esercenti, presentandosi tuttavia con un programma poco ambizioso, sicuramente figlio del momento di difficoltà economiche. Pare che anche l'apertura straordinaria e gratuita di palazzo Della Marra fino a notte fonda abbia dato risultati positivi.

Tali appunti, se recepiti nel giusto modo cioè non di mera critica, ma di critica costruttiva, servono a migliorarsi per gli anni futuri perseguendo il comune intento di tutti e cioè di favorire la diffusione di un'immagine di qualità di Barletta.
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