Arciconfraternita Santissimo Sacramento in San Pietro. <span>Foto Giuseppe Schiavone</span>
Arciconfraternita Santissimo Sacramento in San Pietro. Foto Giuseppe Schiavone
Religioni

Il viaggio culturale della quaresima: l’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento in San Pietro

Il legame nella storia cittadina con i segni della pietà popolare e del voto eucaristico

Seconda tappa del nostro viaggio culturale della Quaresima, questa volta con le rappresentazioni visive e fattive dell'Arciconfraternita del Santissimo Sacramento in San Pietro. È bene specificare poiché nella Città di Barletta ci sono ben due Arciconfraternite con lo stesso titolo, una nel quartiere Santa Maria, come precedentemente annunciato, l'altra che ha sede presso la Parrocchia di San Giacomo Maggiore nel quartiere Settefrati.

Conosciamone al meglio la sua storia e la sua opera nel tempo con le parole dell'Avv. Gaetano Lacerenza, già Priore dell'Arciconfraternita durante la storica processione notturna del venerdì santo durante il periodo del lockdown: "L'esistenza dell'Arciconfraternita del Santissimo Sacramento di Santa Maria Maggiore in Barletta è già attestata sul finire del '400. In ragione di tanto la stessa è la primigenia congrega nella Città di Barletta e una delle pochissime attestate in Puglia in epoca pretridentina. Infatti un primo accenno a questa antica e nobile Congrega è contenuto in un bonorum della chiesa cattedrale di Santa Maria Maggiore del 1492 ove è menzionata con il titolo di Confraternitas Corporis Christi. Inizialmente l'arciconfraternita non ebbe una sede stabile e gli associati utilizzavano per le loro riunioni, come luogo dove si vestivano e si spogliavano, come deposito per gli abiti, le torce e i libri un locale di sua proprietà, sul retro del campanile della cattedrale di Santa Maria Maggiore, presso il cimitero allora lì ubicato. Quel luogo era chiamato "secreto vecchio" ed era ubicato ove attualmente si trova la Via Dabenevoli.

Sin dagli albori i più bei nomi della nobiltà Barlettana chiesero di farne parte, tant'è che, nel linguaggio popolare, è anche conosciuta come la Congrega dei Nobili.
Il 02 aprile 1549, Papa Paolo III, su interessamento del Cardinale Gian Domenico de Cuppis, decano del Sacro Collegio e Arcivescovo di Trani (1517-1551), con bolla data in Roma, l'aggregò con il titolo di CONFRATERNITAS CORPORIS CHRISTI VENERIS SANCTI alla Confraternita del Corpo di Cristo fondata dieci anni prima a Roma nella chiesa di Santa Maria sopra la Minerva godendo degli stessi privilegi e indulgenze.

Dal XVI secolo, sino ai giorni nostri, la sede dell'Arciconfraternita è nella chiesa di San Pietro fatta edificare dai confratelli avante de Sancta Marie.

Terminata l'edificazione della nuova chiesa di San Pietro nel 1611, la Congrega coltivò l'ambizione di ricostruirvi a fianco gli antichi Ospedali di Barletta, cioè un nuovo hospitium, come all'epoca veniva chiamato il ricovero ospedaliero, con due casette annesse. In realtà a quei tempi un hospitum non era solo un ospedale inteso come luogo per la cura degli ammalati ma anche un luogo di ristoro e accoglienza dei pellegrini.

Poi tra il 1623 e il 1631 l'Arciconfraternita fece anche edificare nella cattedrale l'attuale cappella del Santissimo Sacramento di cui ancora oggi gode dello Jus patronato.

Sin dalla sua fondazione la congrega ha avuto un fortissimo legame con la basilica cattedrale nella quale officiava tutte le proprie liturgie tanto da essere ritenuta un tutt'uno con il Capitolo di Santa Maria. Proprio per la dignità riconosciuta alla congrega, durante le celebrazioni solenni in cattedrale, al momento dell'incensazione il cerimoniere incensava oltre al sacerdote anche il Priore e nelle occasioni nelle quali interveniva la Città in forma pubblica si incensava prima la Città, in persona del suo Sindaco, e poi il Priore.
Inoltre, durante le processioni alle quali partecipava, l'Arciconfraternita del Santissimo Sacramento si univa al Capitolo di Santa Maria tanto che il proprio palio procedeva subito dopo la croce capitolare. Palio che durante tutta l'ottava del Corpus Domini sventolava in cima alla facciata della Matrice Chiesa di Santa Maria. Tanto era giustificato oltre che per ragioni di primazia anche dal fatto che in queste occasioni la congrega fa tutto un corpo con il Capitolo di Santa Maria.

Il riconoscimento da parte del Capitolo di Santa Maria dell'alta posizione dell'arciconfraternita è dimostrato anche dal fatto che, tanto per la partecipazione alle due processioni eucaristiche, quella penitenziale del Venerdì Santo, unica al mondo nel suo genere, e quella del Corpus Domini, processioni proprie dell'arciconfraternita, quanto per la processione della Madonna dello Sterpeto, patrona della Città, l'invito a prendervi parte veniva rivolto personalmente al Priore dall'Arciprete per il tramite di due canonici a ciò deputati che si recavano fin al portone di San Pietro per invitare i confratelli che solo allora uscivano e si univano alla processione che poteva finalmente avviarsi.

Sin dalla sua fondazione i membri erano scelti tra i nobili e i primi civili di Barletta per morigeratezza dei costumi e per pia pratica religiosa. Oggi il candidato deve essere presentato dai confratelli e farne esplicita richiesta scritta. Tale richiesta viene valutata dal Priore e dal Consiglio che, in caso di accettazione, invita il richiedente ad un periodo di noviziato di almeno un anno.

La cerimonia di entrata nell'Arciconfraternita con la vestizione è fissata per la Domenica delle Palme nell'anno successivo all'inizio del noviziato. Durante la vestizione viene intonato il Veni Creator Spiritus e il nuovo confratello viene aiutato a vestirsi da un confratello anziano. Segno distintivo dell'arciconfraternita è un calice sormontato dall'ostia.
Il Giovedì santo, durante la solenne Messa serale "in Cena Domini", è ripresentata la lavanda dei piedi, per commemorare il gesto compiuto da Gesù Cristo il giorno precedente alla sua morte. Tale rito, comune a tutto il rito romano, è contraddistinto dalla partecipazione del Sindaco della Città, in accordo ad una tradizione risalente al XVI secolo.

La tradizione vuole che il Sindaco porti il catino con l'acqua per questo rito sacro. La partecipazione del Sindaco è altresì prevista per la processione eucaristica penitenziale del venerdì santo in ossequio al Voto fatto dalla Fedelissima Città di Barletta nell'A.D. 1656 allorchè la Città fu liberata da una terribile pestilenza che decimò i suoi abitanti.

La ridetta processione, non ha eguali in giro per il mondo tanto che già in passato era definita "…la più singolare e rinomata del regno e fuori ancora…" – come è dato leggere nelle cronache dell'anno 1719 vergate dal marchese Antonio Affaitati attualmente agli atti della Congrega.

La stessa rappresenta un fatto storico oltre che, dalla sua origine immemore, da sempre momento forte della Fede dei barlettani e caratterizzanti l'identità della nostra comunità cittadina, un atto di penitenza e di profonda devozione dei barlettani verso l'Eucarestia, un Voto perpetuo e solenne fatto dai barlettani e dai governanti della Città di ogni tempo in seguito alla cessazione della peste implorata ed ottenuta al passaggio della Santissima Eucarestia portata dai Canonici di Santa Maria per le vie della Città accompagnata dai confratelli del Santissimo Sacramento.

Tale "universale voto" fatto dalla fedelissima Città di Barletta ha da sempre avuto carattere di obbligazione, in quanto costituisce una promessa e non un semplice proponimento. Infatti nel testo deliberato e approvato dall'Amministrazione della nostra nobilissima Città il 29.07.1656, è scritto "…ricordevole questa Città di essere stata altre volte liberata da simili mali di pestilenza dalla Santissima Eucarestia…facciamo voto e giuramento intendendo d'obbligare a tal voto e giuramento le nostre vite e di tutti i Cittadini presenti e futuri…". Tale Voto è stato poi solennemente rinnovato, a causa della pandemia da Covid-19, la notte tra il Giovedì e Venerdì Santo dell'anno 2020 nella Basilica cattedrale alla presenza del Sindaco, dell'Arcivescovo, dell'Arciprete e del Priore dell'Arciconfraternita del Santissimo Sacramento di Santa Maria Maggiore in San Pietro che ne hanno sottoscritto il testo.

Segno tangibile di questo indissolubile legame è l'arma o stemma della Città che è posta su tutti i paramenti liturgici indossati dai canonici e sul baldacchino processionale quale segno visibile dell'obbligo della civica amministrazione a seguito del voto.

Ancora oggi l'Arciconfraternita zela per il culto eucaristico, le opere di carità ed è punto di riferimento anche per le altre confraternite cittadine."

Attuale Priore è Nicola Desario che nel corso degli anni ha contribuito ad un recupero storico e artistico sia della Chiesa di San Pietro che dei segni della pietà popolare.
8 fotoArciconfraternita Santissimo Sacramento San Pietro
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