Festa in spiaggia
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«Il bigottismo dell'amministrazione censura il Nut Experience»

Interviene Francesco Scatigno del Collettivo Exit. «Non possono negarcelo, la città ci appartiene»

La notizia del mancato festival "Nut Experience" ha generato un'iperbole di interventi, prese di posizione, indignazioni. Fra di esse, una voce risonante è quella di Francesco Scatigno, rappresentante del Collettivo Exit, che così scrive: «E' ufficiale. A tre giorni dall'inizio del festival, vengono negati i permessi per lo svolgimento del festival internazionale a cui si stavano preparando giovani di diverse regioni italiane e dall'estero. Analizziamo le motivazioni del divieto e di chi ha tifato perchè il festival non avesse luogo.

Rave. Secondo il dizionario on-line del Corriere della Sera, rave è una festa notturna clandestina all'aperto dove tante persone si ritrovano per ballare e in cui è diffuso l'uso di droghe. Secondo il dizionario on-line Hoepli rave è un fenomeno musicale associativo che consiste in un grande raduno nel corso del quale si ascolta musica house e acid. Il buon dizionario Sabatini Coletti non aggiunge nulla alle precedenti definizioni. Il Nut Experience è un rave in quanto raduno di giovani all'aperto, non lo è in quanto non si limita ai generi musicali sopra elencati nè tantomeno lo è perchè non si limita alla musica ma, da programma, prevedeva esibizioni di writers, video performers, di tipo circense, fotografiche, teatrali ecc. Sarebbe stato un rave, in quanto ad uso di droghe, così come tante altre manifestazioni musicali di ogni genere musicale e così come la stessa festa patronale di Barletta dove a regnare non è certo il senso religioso e la dimensione spirituale dell'individuo ma un certo consumismo futile alle bancarelle e la voglia di divertirsi in modo più o meno sano con tendenze allo sballo e all'eccesso.

Igiene. Certamente il Nut Experience avrebbe portato sporcizia nella zona in cui era previsto, ma queste sono difficoltà che sono superabili così come si superano in altre circostanze. Basta mandare ogni mattina, successiva agli eventi, degli operatori ecologici per ripulire la zona e renderla vivibile per gli eventi della notte seguente. Si fa già durante il periodo del "Rave della Madonna" a Barletta e nei giorni in cui si susseguono concerti nel fossato del castello. "Immondezzaio" e "dormitorio" [(per gli immigrati che vengono ad allestire le bancarelle e che dormono a terra sulla strada presso, sotto, sopra, dentro le loro bancarelle a presidiarle) con tutto il rispetto per gli immigrati che lo fanno umilmente per guadagnarsi da vivere] diventa già la città di Barletta nella tre giorni del "Rave della Madonna" (più la settimana precedente) nella zona di via Mura del Carmine, Piazza Marina, zona Castello, Porto, Litoranea di Ponente e spiaggia di ponente per una zona sicuramente più vasta di quella che sarebbe stata utilizzata per il Nut Experience. Avremmo sperimentato un campeggio per una volta a Barletta e poteva essere di stimolo e di insegnamento per la creazione di un serio campeggio che ora manca e che è necessario per attirare giovani che non hanno molto da spendere e per ospitare persone che i nostri alberghi e B&B non riescono ad ospitare per una questione di capienza.

Bagnanti. Abbiamo una tra le spiagge più capienti e lunghe d'Italia. A Trani, Bisceglie e nelle altre città vicine si arrangiano con fazzoletti di spiaggia più piccoli nell'ordine dei centesimi se non dei millesimi. Destinare un pezzo di quella spiaggia per una manifestazione artistica per qualche giorno non avrebbe fatto male a nessuno, non avrebbe creato disagi. E poi bagnanti sarebbero stati anche gli ospiti del festival…

Autorizzazioni, permessi e volontà. Veniamo ad uno dei punti più importanti e che più ci dimostra quella che era la volontà dell'amministrazione comunale dall'inizio riguardo al festival. Le autorizzazioni vengono date dal Sindaco, dai dirigenti e dalla commissione spettacolo del comune. Nel momento in cui il comandante della Polizia Municipale di Barletta, che lavora al primo piano del palazzo di città negli uffici destinati alla segreteria del sindaco, dichiara che la manifestazione non ha le autorizzazioni necessarie e che per questo non si farà fino a quando non le avrà ottenute, in realtà sta dicendo: "non vogliamo darvi le autorizzazioni perchè non vogliamo farvi fare quella manifestazione".
Quest'anno e negli anni passati sono stati organizzati diversi concerti le cui autorizzazioni sono state procurate in meno di 24 ore, dando al fossato, nello stesso arco di tempo, un'idoneità che non aveva. E' una questione di volontà, non di autorizzazioni. E' vero anche che le spiagge sono demaniali e che alcune competenze non sono del sindaco e dell'amministrazione ma è vero anche se il Sndaco vuole può. Basta fare una chiamata e mettersi d'accordo con chi di competenza per assicurarsi che si muovano nella giusta direzione.

Problemi di ogni sorta. Per tutti gli altri problemi l'attegiamento non è "se ci scappa il morto poi di chi è la responsabilità". L'attegiamento è incontrare gli organizzatori e chiedere e mettere a punto insieme tutte le misure per evitare il sorgere di problematiche, dalla presenza delle ambulanze e di personale medico e paramedico, al transennamento, uscite di sicurezza dalle aree ecc. Se i grandi raduni si organizzano in ogni parte del mondo in maniera illegale senza, spesso, gravi conseguenze per nessuno, perchè non organizzarne uno legale con tutte le precauzioni del caso? Chi vuole sballarsi lo farà comunque, lo farà nel centro cittadino, per le strade davanti ai bambini, nei bagni dei locali invasi da cannucce per sniffare. Perchè non fare una manifestazione di questo tipo lontano dalla città dove la musica non avrebbe dato fastidio a nessuno se non agli ospiti del cimitero, dove l'ubriaco e il tossico non avrebbero scandalizzato nessuno? Ci lamentiamo della musica dal vivo fuori dai locali che non lasciano dormire i residenti, della movida e degli schiamazzi dei giovani fino a tarda ora; perchè questo non avrebbe potuto essere un esperimento di "delocalizzazione" degli eventi? Ci lamentiamo della crisi, dell'assenza di eventi in questa estate barlettana vacua che comincia a fine agosto per colpe dell'amministrazione e del partito principale di maggioranza in particolare, perchè non autorizzare un evento dal carattere internazionale che stava muovendo una marea di giovani da diverse regioni italiane e dall'estero verso Barletta?

La risposta è semplice: l'amministrazione ha preferito curare i suoi interessi elettorali, assumendo il ruolo di protettore del bigottismo del cittadino medio, conservatore, democristiano, ignorante, assuefatto da tv (quelli sì che sono drogati e pericolosi), cattolico non praticante, cattolico servo del clero piuttosto che di Dio.

Democrazia partecipata. La democrazia non si realizza se non è partecipata, la democrazia non può esaursi col voto. Dobbiamo tornare per strada, a occupare le piazze e organizzare assemblee pubbliche per discutere dei problemi della città e imporre all'amministrazione un'agenda politica con le priorità dei cittadini. E' assolutamente urgente, non possiamo permetterci di lasciar fare a questi politicanti che litigano per le poltrone, rimandano e gestiscono la cosa nostra (ops cosa pubblica) improvvisando. Dopo il periodo estivo necessita organizzarsi e attuare delle pratiche per realizzare la democrazia, per renderla più reale e per ridare all'amministrazione quello che è il suo compito, servire la città e i cittadini. E se non ci ascolteranno occuperemo e bloccheremo i consigli comunali, di qualsiasi puttanata stiano discutendo. Occupare una piazza è il prossimo passo, senza permessi e senza autorizzazioni. Non possono negarcelo, la città ci appartiene».
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