
Speciale
I numeri della cannabis light in Italia
Un'analisi divulgata da Coldiretti
Barletta - venerdì 13 marzo 2020
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Da diversi anni a questa parte, il successo della cannabis light in Italia è indiscusso. Le cose sono cambiate radicalmente a seguito dell'entrata in vigore della Legge 242/2016. Grazie a questo disegno normativo, sono state rese legali la coltivazione e il commercio della cannabis caratterizzata da una percentuale di THC pari allo 0,2%.
Grazie a questa peculiarità, la cannabis light non ha effetti psicotropi. Venduta sia presso growshop sia da shop online come Cbdmania, la cannabis light in Italia ha numeri davvero importanti. Vediamoli assieme nelle prossime righe.
I dati di Coldiretti appena citati non si limitano solo a questo aspetto. Interessante quando si parla dei numeri della cannabis light in Italia è anche l'aumento dell'estensione dei terreni coltivati. Dal 2013 al 2018, si è infatti decuplicata.
Chi è il target di questo fiorente business? Il profilo dell'utente che acquista cannabis light - Coldiretti nel 2018 ha parlato di New Canapa Economy - non è molto definita. La cannabis a basso contenuto di THC, infatti, viene acquistata, almeno in Italia, da persone di tutte le età, che comprano sia infiorescenze, sia oli e altri prodotti a base di CBD.
I numeri della cannabis light non finiscono certo qui! Nel 2019, infatti, si contavano circa 1.500 nuove aziende attive nel campo della distribuzione e della trasformazione della cannabis light.
Per quel che concerne il numero degli addetti del settore, un punto di riferimento interessante da considerare è il dato del Consorzio Nazionale per la Tutela della Canapa Industriale, che parla di circa 10.000 occupati.
Una parentesi ulteriore riguarda la cannabis a uso terapeutico, legale nel nostro Paese dal 2006. In questo frangente, si parla di una percentuale di THC compresa tra il 5 e l'8%. Il CBD o cannabidiolo, altro principio attivo della cannabis ma con effetti non psicotropi, è presente in percentuali comprese tra il 7,5 e il 12.
Per acquistare la cannabis terapeutica è necessario presentarsi in farmacia con la ricetta medica alla mano. Ricordiamo infatti che si tratta di una tipologia di cannabis prescritta a soggetti che soffrono di dolore cronico o che hanno a che fare con patologie come la sclerosi multipla. Concludiamo ricordando che la cannabis legale terapeutica può essere indicata anche per chi deve affrontare i disagi di patologie come l'epilessia.
Grazie a questa peculiarità, la cannabis light non ha effetti psicotropi. Venduta sia presso growshop sia da shop online come Cbdmania, la cannabis light in Italia ha numeri davvero importanti. Vediamoli assieme nelle prossime righe.
Il volume del giro d'affari
Il giro d'affari della cannabis light in Italia è a dir poco consistente. Un punto di riferimento molto utile al proposito sono i parametri di Coldiretti che, nel 2018, ha rilasciato numeri molto interessanti. Si parla di un giro d'affari pari a 40 milioni di euro annui. Questa cifra comprende sia il fatturato dei negozi fisici, sia quello degli e-shop.I dati di Coldiretti appena citati non si limitano solo a questo aspetto. Interessante quando si parla dei numeri della cannabis light in Italia è anche l'aumento dell'estensione dei terreni coltivati. Dal 2013 al 2018, si è infatti decuplicata.
Chi è il target di questo fiorente business? Il profilo dell'utente che acquista cannabis light - Coldiretti nel 2018 ha parlato di New Canapa Economy - non è molto definita. La cannabis a basso contenuto di THC, infatti, viene acquistata, almeno in Italia, da persone di tutte le età, che comprano sia infiorescenze, sia oli e altri prodotti a base di CBD.
La posizione in Europa
Quando si parla dei numeri della cannabis light in Italia, è essenziale specificare che, a livello europeo, il nostro Paese occupa una posizione a dir poco rilevante. Per quanto riguarda il volume d'affari, siamo secondi solamente alla Francia.Occupati nel settore e numero di aziende
Un altro punto che deve essere approfondito quando si discute dei numeri della cannabis light in Italia riguarda il numero degli occupati del settore. Alla fine del 2019, sul territorio italiano si contavano circa 2.000 punti vendita autorizzati a vendere cannabis a basso contenuto di THC. L'anno scorso, dati alla mano, sono state registrate circa 800 nuove Partite Iva di natura agricola.I numeri della cannabis light non finiscono certo qui! Nel 2019, infatti, si contavano circa 1.500 nuove aziende attive nel campo della distribuzione e della trasformazione della cannabis light.
Per quel che concerne il numero degli addetti del settore, un punto di riferimento interessante da considerare è il dato del Consorzio Nazionale per la Tutela della Canapa Industriale, che parla di circa 10.000 occupati.
Altre informazioni sulla legge vigente in Italia
Per concludere questo articolo dedicato ai numeri della cannabis in Italia, è il caso di dare qualche informazione in più sulla legge del 2016. Essenziale è sottolineare che, quando si parla della percentuale di THC compresa tra lo 0,2 e lo 0,6%, la misura deve essere fatta considerando non il prodotto finale, ma la pianta coltivata.Una parentesi ulteriore riguarda la cannabis a uso terapeutico, legale nel nostro Paese dal 2006. In questo frangente, si parla di una percentuale di THC compresa tra il 5 e l'8%. Il CBD o cannabidiolo, altro principio attivo della cannabis ma con effetti non psicotropi, è presente in percentuali comprese tra il 7,5 e il 12.
Per acquistare la cannabis terapeutica è necessario presentarsi in farmacia con la ricetta medica alla mano. Ricordiamo infatti che si tratta di una tipologia di cannabis prescritta a soggetti che soffrono di dolore cronico o che hanno a che fare con patologie come la sclerosi multipla. Concludiamo ricordando che la cannabis legale terapeutica può essere indicata anche per chi deve affrontare i disagi di patologie come l'epilessia.
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