Religioni

Giornata diocesana del missionario, lettera dell'arcivescovo Pichierri

Stimolare i giovani ad interrogarsi sul senso della vita. Tanti nuovi seminaristi nella nostra diocesi

Pubblichiamo il testo integrale della lettera di S.E. Mons. Giovan Battista alla comunità ecclesiale diocesana in occasione della "Giornata diocesana del Seminario" che si celebra oggi domenica 28 novembre 2010. L'Arcivescovo, nel chiedere preghiere per le vocazioni, mette in evidenza che nel panorama culturale odierno è imperante tra i giovani un orientamento antivocazionale che non li porta ad interrogarsi sul senso della vita. Inoltre, Mons. Pichierri delinea la situazione vocazionale nella diocesi.

Carissimi Presbiteri, Religiosi/e, fedeli laici,

oggi celebriamo la giornata del Seminario, che ci ricorda la necessità sia di pregare il "Signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!" (Mt 9,38) sia di essere generosi nel sostegno economico verso questa comunità. La nostra Diocesi, infatti, mette a disposizione per l'età dell'adolescenza, una specifica comunità per l'iniziale discernimento e accompagnamento delle vocazioni al presbiterato. È il seminario minore che offre a ragazzi e adolescenti una proposta di vita al seguito di Gesù, in un contesto comunitario, tenendo conto delle esigenze tipiche dell'età.

Innanzitutto ricordo che è necessario conoscere e seguire tutte le proposte che il Seminario attraverso il Centro Diocesano Vocazioni offre ai ragazzi, ai giovanissimi e giovani: il gruppo "Se vuoi", il gruppo "Levi", le visite dei ministranti in Seminario. Si tratta di esperienze di fraternità con i seminaristi, di conoscenza del tempo e del luogo del Seminario e di momenti di intensa preghiera. Ai presbiteri ricordo che i testimoni più efficaci della vocazione al presbiterato sono proprio loro. Nella misura in cui sapranno offrire una testimonianza di spiritualità, slancio pastorale, gioia, amicizia e condivisione, riusciranno a trasmettere più che a parole il fascino di una vita spesa totalmente per l'impegno apostolico[1]. In questa prospettiva, il Seminario Diocesano, cor cordis della Chiesa Diocesana, potrà essere davvero un segno vocazionale particolarmente incisivo per i giovani, laboratorio di speranza per il futuro[2]. Inoltre, è necessario promuovere una nuova cultura delle vocazioni, perché nel nostro tempo si va diffondendo, anche all'interno delle nostre comunità, una crescente cultura antivocazionale. Una cultura pluralista e complessa che tende a generare dei giovani con una identità fragile; una cultura della distrazione, che rischia di sommergere o annullare gli interrogativi sul senso della vita; una mentalità che induce a pensare che le possibilità della vita devono consumarsi in fretta; il nomadismo nelle idee e nelle scelte, che non si preoccupa dei riferimenti orientativi definitivi. È necessario allora diffondere una nuova «cultura vocazionale»; si tratta, cioè, di promuovere una forma di vita e di impostazione delle scelte personali in vista del futuro secondo un insieme di valori come la gratuità, l'accoglienza del mistero, lo stupore di fronte al dono ricevuto, la disponibilità a lasciarsi chiamare da un altro e a farsi interpellare dalla vita, la fiducia in sé e nel prossimo, il coraggio di sognare e desiderare in grande, il gusto di cercare un senso e di impegnarsi in progetti generosi. «Alla cultura della distrazione, che rischia di perder di vista e annullare gli interrogativi seri nel macero delle parole, va opposta una cultura capace di ritrovare coraggio e gusto per le domande grandi, quelle relative al proprio futuro: sono le domande grandi, infatti, che rendono grandi anche le risposte piccole. Ma son poi le risposte piccole e quotidiane che provocano le grandi decisioni, come quella della fede; o che creano cultura, come quella della vocazione»[3]. Tutta la pastorale è nativamente vocazionale, in tal senso si può ben dire che si deve "vocazionalizzare" tutta la pastorale, o fare in modo che ogni espressione della pastorale manifesti in modo chiaro e inequivocabile un progetto o un dono di Dio fatto alla persona, e stimoli nella stessa una volontà di risposta e di coinvolgimento personale. «La pastorale vocazionale si pone come la categoria unificante della pastorale in genere, come la destinazione naturale d'ogni fatica, il punto d'approdo delle varie dimensioni, quasi una sorta di elemento di verifica della pastorale autentica»[4].

Purtroppo devo confessarvi che la comunità del Seminario sta attraversando un momento particolarmente difficile dal punto di vista economico, anche le offerte raccolte durante questa giornata sono diminuite sensibilmente negli ultimi anni. Non lasciamoci vincere in generosità, secondo l'esempio dell'apostolo Paolo: «Come siete ricchi in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella conoscenza, in ogni zelo e nella carità che vi abbiamo insegnato, così siate larghi anche in quest'opera generosa. Non dico questo per darvi un comando, ma solo per mettere alla prova la sincerità del vostro amore con la premura verso gli altri» (2Cor 8,7-8).

Con l'animo pieno di gioia vi comunico la situazione vocazionale della nostra Diocesi:
· 7 seminaristi presso il Seminario minore di Bisceglie;
· 23 seminaristi presso il Pontificio Seminario Regionale di Molfetta;
· 3 seminaristi di VI anno prossimi all'Ordinazione diaconale;
· 1 seminarista presso i Padri Vocazionisti di Napoli;
· 3 seminaristi presso il Pontificio Seminario Romano Maggiore;
· 3 giovani all'anno propedeutico presso il Seminario Regionale di Molfetta;

Quest'anno gli adolescenti del Seminario minore offriranno la loro testimonianza vocazionale nelle parrocchie della città di Trani. Affidiamoci tutti a Maria Santissima, Regina apostolorum, affinché con la sua materna protezione ci assista amorevolmente nella nostra vita e ci aiuti a radicarci profondamente in suo Figlio, nostro Signore Gesù Cristo.

Con affetto fraterno vi saluto e vi benedico.
  • Diocesi
  • Arcivescovo Giambattista Pichierri
  • Lettera aperta
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