
Cronaca
Duplice omicidio di via Brescia, per madre e figlio scatta l'ergastolo
Le due anziane furono malmenate e strangolate in casa
Barletta - mercoledì 27 luglio 2016
11.20
Il movente del duplice delitto avvenuto nel 2012 in via Brescia risiederebbe in una mancata eredità. Oggi arriva uno svolta nel giallo che turbò l'intera opinione pubblica: furono madre e figlio a uccidere due donne, due amiche, il 15 marzo 2012 nel loro appartamento in via Brescia, dove morirono percosse e soffocate Maria Diviccaro, 62 anni, con problemi fisici, e la sua amica-badante, Maria Strafile, vedova e madre di quattro figli, di 65 anni.
E' quanto stabilito ieri dal gup del tribunale di Trani, Angela Schiralli, al termine del processo di primo grado celebrato con rito abbreviato, che ha condannato all'ergastolo Grazia Fiore e il figlio Damiano Diviccaro, rispettivamente di 52 e 20 anni, cognata e nipote di Maria Diviccaro. L'accusa, rappresentata dal pm Mirella Conticelli, riteneva che fra i responsabili vi fosse anche il fratello di Maria Diviccaro, Michele, marito e padre dei due condannati: la sua posizione è stata archiviata perché l'uomo è deceduto nel corso del processo.
Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri e dalla pm Mirella Conticelli, Maria Diviccaro - anziana e disabile - sarebbe stata uccisa per motivi patrimoniali, mentre la badante sarebbe rimasta vittima dell'omicidio per il solo fatto di trovarsi in casa al momento del delitto. I due presunti responsabili si sarebbero introdotti nell'abitazione della donna in via Brescia e, mentre colpivano e strangolavano le donne, i rumori sarebbero stati coperti dal rumore del flex utilizzato nel locale sotto l'appartamento da Michele Diviccaro.
E' quanto stabilito ieri dal gup del tribunale di Trani, Angela Schiralli, al termine del processo di primo grado celebrato con rito abbreviato, che ha condannato all'ergastolo Grazia Fiore e il figlio Damiano Diviccaro, rispettivamente di 52 e 20 anni, cognata e nipote di Maria Diviccaro. L'accusa, rappresentata dal pm Mirella Conticelli, riteneva che fra i responsabili vi fosse anche il fratello di Maria Diviccaro, Michele, marito e padre dei due condannati: la sua posizione è stata archiviata perché l'uomo è deceduto nel corso del processo.
Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri e dalla pm Mirella Conticelli, Maria Diviccaro - anziana e disabile - sarebbe stata uccisa per motivi patrimoniali, mentre la badante sarebbe rimasta vittima dell'omicidio per il solo fatto di trovarsi in casa al momento del delitto. I due presunti responsabili si sarebbero introdotti nell'abitazione della donna in via Brescia e, mentre colpivano e strangolavano le donne, i rumori sarebbero stati coperti dal rumore del flex utilizzato nel locale sotto l'appartamento da Michele Diviccaro.
Ricevi aggiornamenti e contenuti da Barletta 


.jpg)





