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Cronaca
Depuratore di Barletta, dopo l'inchiesta sono 13 gli indagati
Sequestrato nel 2012 perchè inquinante e malfunzionante
Barletta - mercoledì 21 gennaio 2015
Sono 13 gli indagati al termine dell'inchiesta sull'inquinamento prodotto dal depuratore di Barletta. Il pubblico ministero tranese Antonio Savasta accusa a vario titolo: Teresa Trimigliozzi e Giovanni Discipio, entrambi ingegneri, dirigenti, dell'Acquedotto Pugliese Spa; del legale rappresentante dell'AQP, ingegner Ivo Monteforte; di Mauro Spagnoletta amministratore unico della Srl Pura Depurazione, società che conduce l'impianto di depurazione; di Raffaele Putignano, amministratore unico, dal 2 agosto 2005 al 21 dicembre 2010, della Srl Giovanni Putignano e Figli (con sede a Noci) esecutrice dei lavori di adeguamento e conduzione dell'impianto di depurazione di Barletta; di Antonio Panetta, presidente del consiglio d'amministrazione della stessa società dal 21 dicembre 2010; della dr.ssa Maria Antonia Iannarelli, dirigente del Servizio Tutela Acque della Regione Puglia; dell'ingegner Antonio Marra, presidente della commissione di collaudo; dell'ingegner Luigi Nigro e del dr. Francesco Sannicandro, entrambi in qualità di componente della commissione di collaudo; del dr. Paolo Perrone presidente dell'Autorità Idrica Pugliese; dell'ing. Vito Colucci, direttore generale e direttore tecnico ad interim dell'AIP; del'ing. Roberta Maria Rana, funzionario tecnico dell'Ufficio Controllo Tariffa e Monitoraggio degli interventi degli impianti di depurazione dell'AIP.
A maggio 2012 l'impianto di depurazione finì sotto sequestro perché malfunzionante ed inquinante. Secondo la Procura di Trani in mare sarebbero state scaricate acque reflue con valori chimici-biologici superiori a quelli fissati dal Decreto Legislativo n.152/2006. "Un diffuso e variegato stato di degrado", come fu dichiarato dagli inquirenti, determinato da presunti illeciti di diversa natura e da omessi controlli degli uffici istituzionali preposti, con conseguente grave inquinamento di ambiente, aria e mare.
Gli indagati hanno 20 giorni per difendersi e tentare di evitare la richiesta di rinvio a giudizio.
A maggio 2012 l'impianto di depurazione finì sotto sequestro perché malfunzionante ed inquinante. Secondo la Procura di Trani in mare sarebbero state scaricate acque reflue con valori chimici-biologici superiori a quelli fissati dal Decreto Legislativo n.152/2006. "Un diffuso e variegato stato di degrado", come fu dichiarato dagli inquirenti, determinato da presunti illeciti di diversa natura e da omessi controlli degli uffici istituzionali preposti, con conseguente grave inquinamento di ambiente, aria e mare.
Gli indagati hanno 20 giorni per difendersi e tentare di evitare la richiesta di rinvio a giudizio.
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