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Consiglio comunale, sei ore e non sentirle

La discussione continuerà oggi: tanti problemi sul piatto

Alle 17.38 porte aperte al consiglio comunale: con 18 presenti e un'ora di ritardo sulla convocazione, sono cominciati i lavori della massima assise cittadina, i cui numerosi punti all'ordine del giorno sono stati discussi solo in parte perché – dopo sei ore di lavoro – la discussione è stata rimandata a oggi, con appuntamento alle 16:30 in sala consiliare.

In ricordo delle vittime della tragedia ferroviaria - Un minuto di silenzio per onorare le vittime del disastro ferroviario della Bari-Nord, quelle di Nizza e di tutti gli attentati terroristici degli ultimi giorni, nonché un ricordo per il giudice Paolo Borsellino nell'anniversario della sua morte, hanno preceduto l'avvio vero e proprio dei lavori, con dibattiti strettamente legati all'argomento: c'è stato un collegiale richiamo alle responsabilità e all'indispensabile richiesta di sicurezza su quelle tratte, frequentate ogni giorno da molti barlettani.

L'affaire delle dimissioni dell'assessore Dimaggio – Il dibattito è diventato più strettamente politico con le comunicazioni del sindaco e il serrato botta e risposta tra consiglieri: Doronzo ha parlato di "sospensione democratica" e ha domandato agli altri assessori se anch'essi hanno sottostato a "beceri ricatti". Sembrerebbe confermato infatti che Vincenza Dimaggio – al momento della sua nomina a febbraio scorso – abbia contestualmente firmato in bianco le sue dimissioni, vedendosi quindi rimossa dall'incarico venerdì scorso senza averne contezza. «Serve stabilità all'amministrazione cittadina» ha rimbrottato Damiani, seguito a ruota da Cannito, duro nei confronti di queste strategie. Si è difeso il consigliere Antonello Damato, chiamato in causa nella vicenda in quanto diretto riferimento in consiglio del partito che ha supportato la nomina di Vincenza Dimaggio: «Quando hai a che fare con il fango, si rischia di essere schizzati». Poi ha riferito che l'ex assessore Dimaggio «non mi ha mai consegnato le sue dimissioni né a febbraio né mai», sottolineando di essersi rivolto ad un avvocato penalista. Per Campese si tratta di un'«operazione politica fallimentare», riferendosi alla nuova giunta di febbraio: «E' generoso definire questa maggioranza una "Armata Brancaleone"». Per lei non si tratta più di una questione politica, ma di legalità.

Irrompono gli ultras - Brusca interruzione proprio durante l'intervento di Maria Campese, alle ore 18:39: un gruppo di ultras hanno fatto irruzione in sala consiliare interrompendo per qualche minuto la discussione in corso con cori da stadio e schiamazzi. Quest'atto è stato definito da Maria Campese «parte del degrado della nostra città». Fortunatamente la situazione è rientrata in pochissimo tempo.

Più chiarezza, più legalità - Da più parti è stato chiesta un'analisi sulla vicenda, e in particolare il consigliere Michele Mazzarisi ha proposto di tutelare l'immagine della città con la creazione di una commissione interna per indagare su queste dimissioni, da chi sono state protocollate e a chi sono state consegnate, e in caso di situazioni di illegalità ha auspicato che il sindaco denunci l'accadimento alla Procura della Repubblica. Animoso come di consueto Flavio Basile, che ha criticato come il sindaco si sfili dalle questioni che lo riguardano direttamente e ha evidenziato la questione stadio come problema sociale, facendo riferimento alla protesta civile (definita da lui così) svoltasi poco prima. «L'intera questione Dimaggio è una responsabilità del PD che ha chiesto troppi cambi di giunta tra tecnica e politica e la questione non deve rimanere nel dimenticatoio e (riferendosi al sindaco) lei deve dare delle risposte senza rimanere ancorato alla poltrona». Ha replicato il sindaco appellandosi al senso del dovere che lo costringe a rimanere su quella che lui chiama "una sedia scomoda" e il dovere di assolvere alle responsabilità come primo cittadino eletto. Nel contempo ha criticato ferocemente la pratica di consegnare dimissioni a terze persone: le dimissioni vanno gestite in maniera politica ma con un iter trasparente, «non ho scelto la via facile della sostituzione della carica dell'assessore» promettendo in conclusione di inviare il verbale di questo consiglio alla Magistratura. Pasquale Ventura ha risposto alle accuse giunte da Basile: «Il PD non ha responsabilità delle dimissioni […] si sta dando una realtà distorta dei fatti, bisogna invece fare chiarezza e inviare gli atti alla procura. Un partito non risponde dell'operato di un'amministrazione». Cosimo Cannito è tornato ai microfoni criticando un'opposizione che ha definito i socialisti "protesi della maggioranza" ed evidenziando come le critiche più feroci siano arrivate proprio da esponenti della maggioranza di Cascella: «I socialisti non hanno responsabilità negli interessi e negli inciuci della maggioranza». Conciso l'intervento di Giuliana Damato che da un lato ha criticato l'invasione degli ultras (definita da alcuni una "protesta civile") e dall'altro ha stigmatizzato il paragone della questione Dimaggio fatta con le "dimissioni in bianco" al ricatto di un datore di lavoro ad una donna: «Non si parla di dimissioni in bianco in questo caso, occorre differenziare il lavoro comune da quello di assessore, che è un servizio per l'intera città».

Mancata fermata del Frecciarossa – Subito dopo le 20 si è passato a discutere la domanda di attualità proposta da Basile relativamente alla fermata del Frecciarossa a Barletta, accusando di inerzia l'amministrazione. Proprio ieri pomeriggio il consigliere ha divulgato una nota sull'argomento:

«E' assordante il silenzio del Sindaco Cascella, della sua Amministrazione e della politica barlettana in genere rispetto alla mancata fermata del treno Frecciarossa Lecce-Milano nella Stazione Ferroviaria di Barletta. Nonostante l'ennesima beffa rimediata e le sollecitazioni di numerosi cittadini, utenti e non, non si registra alcuna azione politica incisiva finalizzata a rimodulare le scelte operate per la linea in questione dalla Rete Ferroviaria Italiana. E' recente, difatti, la decisione che i Frecciarossa 9598 Lecce-Milano e 9597 Milano-Lecce di nuova istituzione (nei giorni di sabato e domenica) nella tratta Lecce-Milano-Lecce, effettueranno le fermate intermedie nelle stazioni di Reggio Emilia AV- Bologna-Rimini-Ancona-Termoli - Foggia- Bari- Brindisi, saltando la fermata di Barletta. Una decisione fortemente penalizzante nei confronti della Città della Disfida e del Territorio tutto della Provincia di Barletta-Andria-Trani. A farne le spese è un'utenza di oltre 600mila passeggeri. Una situazione alquanto paradossale se si considera che Barletta, oltre che essere città capoluogo di Provincia (100mila abitanti), rappresenta uno tra i più importanti snodi ferroviari d'Italia. La Città di Barletta ha peraltro dato i natali al campione Pietro Mennea a cui è dedicato il nuovissimo treno super veloce Frecciarossa 1000, nodo ferroviario classificato da RFI "Gold" (Oro), secondo dopo Bari, nodo terminale delle tratte ferroviarie Barletta-Spinazzola e Bari-Barletta (gestione Ferrotramviaria S.p.A., tristemente nota per i luttuosi accadimenti della scorsa settimana), con un movimento passeggeri annuo di 3 milioni di viaggiatori (tra cui utenti della vicina Regione Basilicata). Va ricordato, inoltre, che già in passato le comunità interessate hanno sottoscritto una petizione popolare di oltre 30mila firme depositate presso le varie Commissioni Parlamentari e presso le Ferrovie dello Stato. Dispiace constatare che anche in questa circostanza emerga il totale disinteresse del Primo Cittadino Cascella, l'uomo venuto da Roma per risolvere i problemi della Città ma oggi sempre più ostaggio del Partito Democratico e dell'immobilismo amministrativo. Nella giornata di mercoledì, a seguito del mio interessamento alla vicenda e di quello dei colleghi capigruppo delle opposizioni, Dario Damiani e Gennaro Cefola, la vicenda della mancata fermata del treno Frecciarossa a Barletta verrà affrontata dalla IX Commissione Trasporti della Camera dei Deputati. Ringrazio per questo il sostegno ricevuto dal Gruppo Parlamentare di Forza Italia nella persona del coordinatore regionale, on. Luigi Vitali e dei componenti della suddetta Commissione. Nel corso della seduta vi sarà un'interrogazione finalizzata ad approfondire la questione e a cercare di portare a Barletta questo importante servizio per l'intera collettività, opportuno riconoscimento per l'intero Territorio».

Impianti sportivi sotto scacco - Il secondo punto all'ordine del giorno (Nomina Organo di revisione economico-finanziaria per il triennio 2016-2019) è stato rinviato a causa dell'assenza del dirigente competente che avrebbe dovuto risolvere un quesito sollevato da Damiani. E' seguito poi un acceso dibattito sulla reiterata assenza dei dirigenti in sede di consiglio. Poco dopo Ventura ha chiesto il ritiro del terzo punto (Aggiornamento degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria) per proseguire in alcuni approfondimenti tecnici e il consiglio è stato sospeso. Alla ripresa, pochi minuti prima delle 22, si è passato al quarto punto, con le variazioni d'urgenza in seguito a una delibera di giunta comunale che ha previsto l'ampliamento del "Manzi-Chiapulin", in modo tale che possa ospitare le partite del Barletta nella prossima stagione. L'occasione è stata propizia è sollevare un intenso polverone sull'argomento e a sollecitare da più parti critiche alle politiche legate all'impiantistica sportiva. Particolarmente infervorata sulla tematica Maria Campese: «Riteniamo davvero che lo sport a Barletta debba ruotare solo intorno alla squadra del Barletta Calcio?», e ha proseguito: «Può il consiglio comunale stare sotto ricatto e agire così per paura dei facinorosi?». Su questo tema i lavori sono stati interrotti alle ore 23:37 e dal quinto punto all'ordine del giorno in poi l'appuntamento è per oggi pomeriggio alle 16:30.
A cura di Ida Vinella e Davide Dicandia
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