Eventi
Con "Yell" a Barletta si parla di culture digitali in spiaggia e senza barriere
Due giorni dedicati all'AI, al'influencer marketing, ai social ma soprattutto agli scambi e al networking
Barletta - lunedì 1 luglio 2024
10.15
Parlare di culture digitali, farlo in spiaggia e riuscire ad avere l'attenzione dei presenti anche sotto il sole del Sud: l'obiettivo ambizioso di "Yell! – Culture digitali & Lorem Ipsum" si conferma raggiunto anche per la sua terza edizione, che ha avuto luogo lo scorso weekend sul lungomare Pietro Mennea di Barletta.
«La scelta della location nasce dalla voglia di ravvivare dei luoghi, che non vengono sfruttati come eventi di networking e di formazione sui temi del digital – ha spiegato Francesca Pedico – il fatto di poter essere in Puglia e di poter godere delle bellezze naturali di questo territorio sembrava essere un punto di svolta nell'evento, che mette tutti in un clima di rete e scambio».
«Crediamo che sia lo scambio tra le persone a creare un valore aggiunto a livello professionale, ma anche e soprattutto umano – ha sottolineato Pedico - il fatto di sentirsi vicini agli speaker, non essere distanti fisicamente ci permette di creare dei rapporti che vanno oltre il mero contesto lavorativo».
«Al giorno d'oggi è importante conservare il rapporto umano attraverso aspetti come cultura, educazione, gentilezza all' interno delle dinamiche aziendali – ha spiegato all'inizio dello speech - non considerare l'azienda come mera macchina di guadagno ma dare importanza alla condivisione e alla persona».
«Considerare fondamentali l'empatia e l'etica quando si costruisce una strategia di marketing: non sono valori così scontati in aziende e agenzie di comunicazione italiane. C'è bisogno di mettersi di piu nei panni degli altri, connettersi con il potenziale cliente, non agire per abitudine o ripetizione, ma con ascolto attivo e necessità di capire il bisogno che spinge una persona o una categoria sociale a fare una determinata scelta di acquisto. Tante aziende scendono in campo senza "guardare troppo in faccia il consumatore"».
Simona Ruffino si è dichiarata totalmente favorevole all'uso etico dei social che, soprattutto in un'era come questa che stiamo vivendo, permettono a tutti di conoscere e scoprire avvenimenti, notizie e punti di vista differenti.
«Il mio percorso inizia completamente al contrario – ha proseguito - ho iniziato giovanissima nelle agenzie di comunicazione multinazionali, per poi tornare in Puglia per amore e lavorare duramente, anche se sottopagata, in un'importante agenzia di comunicazione per meno di un anno».
Successivamente ha deciso di lasciare quel lavoro per aprire una propria agenzia di comunicazione. Il lavoro procedeva a gonfie vele, ma non era totalmente appagata, nonostante la soddisfazione di uno dei suoi principali clienti. Il destino l'ha portata a incontrare il grande esperto di neuromarketing Mariano Diotto, che le fatto aprire gli occhi durante uno dei suoi speech: non solo rispondere alle richieste dell'imprenditore, ma lavorare sui bisogni dei clienti dell'azienda. Da qui, i suoi contatti con Mariano Diotto, i suoi studi e approfondimenti nel campo del neuromarketing, fino al lavoro a stretto contatto con lui.
Attualmente Simona Ruffino si occupa di grandi aziende e clienti importanti, ognuno con la propria storia, il proprio modo di fare e le proprie abitudini, ma con la voglia di mettersi in discussione, di cambiare e di riconoscere i propri limiti. Si reca all'interno delle aziende per viverle, ascoltarle e migliorarle di persona e non dallo suo studio, "attraverso le carte".
«Inizialmente è stato difficile essendo giovane e donna – ha ammesso - ho dovuto lavorare sulla mia autorevolezza».
"Qual è stato secondo te il momento in cui hai capito che la strada era quella giusta?", le ha domandato la giornalista Bianca Chiriatti.
«Molto probabilmente circa due anni e mezzo fa, quando in piena pandemia e mi ha chiamata Hoepli, chiedendomi di pubblicare un libro nella loro collana di neuroscienze. E io, che non sono una neuroscienziata, ho capito che qualcosa di buono la stavo facendo. Un altro momento è stato quando mi sono resa conto che facendo e divulgando ciò che amo sul mio profilo instagram ho raggiunto un grande numero di persone, arrivando a più di 12,6 mila followers, che per una materia come quella che tratto io è un signor numero. Ma la piu grande ricompensa per me è quando qualcuno dei miei follower mi fa sapere che, grazie a qualcosa che ha letto o ascoltato dal mio profilo, è stato spinto a cambiare e a migliorare qualcosa nella sua vita».
La parola "condividere" sintetizza perfettamente il senso di una due giorni che si configura come un punto di (ri)partenza dal Sud per contaminare le idee.
Il format
Yell! è un'opportunità per influencers, marketers, designers e curiosi di vivere due giorni all'insegna dei temi del momento legati alle sfide del digitale. Ospiti come Yari Brugnoni, Giorgia Soleri, Cristiano Carriero, Valentine Leroy, Jacopo Perfetti e Martina Migliore si sono alternati a workshop inerenti a TikTok, a Canva e al potere, ancora forte, dello storytelling.La Puglia: luogo da sogno e di sogni
Un luogo da sogno e di sogni quello scelto per Yell! il 28 e 29 giugno: una spiaggia, la vicinanza con il mare e con tutte le idee di cui quest'ultimo è da sempre portatore.«La scelta della location nasce dalla voglia di ravvivare dei luoghi, che non vengono sfruttati come eventi di networking e di formazione sui temi del digital – ha spiegato Francesca Pedico – il fatto di poter essere in Puglia e di poter godere delle bellezze naturali di questo territorio sembrava essere un punto di svolta nell'evento, che mette tutti in un clima di rete e scambio».
Contaminazione, networking e connessioni
Mettere tutti in connessione: una delle prerogative di Well è proprio quella di creare opportunità di confronto tra i partecipanti che possono trasformarsi in occasioni, collaborazioni future e progetti da realizzare.«Crediamo che sia lo scambio tra le persone a creare un valore aggiunto a livello professionale, ma anche e soprattutto umano – ha sottolineato Pedico - il fatto di sentirsi vicini agli speaker, non essere distanti fisicamente ci permette di creare dei rapporti che vanno oltre il mero contesto lavorativo».
Il neuromarketing e i bisogni del cliente: parola a Simona Ruffino
I due giorni sono stati un susseguirsi di panel con ospiti e argomenti importanti: digital marketing, intelligenza artificiale, salute mentale, neuromarketing e scelte di acquisto. Proprio in merito a quest'ultimo tema, di rilievo è stato l'incontro con l'esperta di neuromarketing e scrittrice Simona Ruffino, che è intervenuta per parlare di capitalismo umanistico nelle aziende, dell'empatia e dell'etica nelle strategie di marketing.«Al giorno d'oggi è importante conservare il rapporto umano attraverso aspetti come cultura, educazione, gentilezza all' interno delle dinamiche aziendali – ha spiegato all'inizio dello speech - non considerare l'azienda come mera macchina di guadagno ma dare importanza alla condivisione e alla persona».
«Considerare fondamentali l'empatia e l'etica quando si costruisce una strategia di marketing: non sono valori così scontati in aziende e agenzie di comunicazione italiane. C'è bisogno di mettersi di piu nei panni degli altri, connettersi con il potenziale cliente, non agire per abitudine o ripetizione, ma con ascolto attivo e necessità di capire il bisogno che spinge una persona o una categoria sociale a fare una determinata scelta di acquisto. Tante aziende scendono in campo senza "guardare troppo in faccia il consumatore"».
Simona Ruffino si è dichiarata totalmente favorevole all'uso etico dei social che, soprattutto in un'era come questa che stiamo vivendo, permettono a tutti di conoscere e scoprire avvenimenti, notizie e punti di vista differenti.
Esperienze di lavoro e di vita
«Il mio percorso inizia completamente al contrario – ha proseguito - ho iniziato giovanissima nelle agenzie di comunicazione multinazionali, per poi tornare in Puglia per amore e lavorare duramente, anche se sottopagata, in un'importante agenzia di comunicazione per meno di un anno».
Successivamente ha deciso di lasciare quel lavoro per aprire una propria agenzia di comunicazione. Il lavoro procedeva a gonfie vele, ma non era totalmente appagata, nonostante la soddisfazione di uno dei suoi principali clienti. Il destino l'ha portata a incontrare il grande esperto di neuromarketing Mariano Diotto, che le fatto aprire gli occhi durante uno dei suoi speech: non solo rispondere alle richieste dell'imprenditore, ma lavorare sui bisogni dei clienti dell'azienda. Da qui, i suoi contatti con Mariano Diotto, i suoi studi e approfondimenti nel campo del neuromarketing, fino al lavoro a stretto contatto con lui.
Attualmente Simona Ruffino si occupa di grandi aziende e clienti importanti, ognuno con la propria storia, il proprio modo di fare e le proprie abitudini, ma con la voglia di mettersi in discussione, di cambiare e di riconoscere i propri limiti. Si reca all'interno delle aziende per viverle, ascoltarle e migliorarle di persona e non dallo suo studio, "attraverso le carte".
«Inizialmente è stato difficile essendo giovane e donna – ha ammesso - ho dovuto lavorare sulla mia autorevolezza».
"Qual è stato secondo te il momento in cui hai capito che la strada era quella giusta?", le ha domandato la giornalista Bianca Chiriatti.
«Molto probabilmente circa due anni e mezzo fa, quando in piena pandemia e mi ha chiamata Hoepli, chiedendomi di pubblicare un libro nella loro collana di neuroscienze. E io, che non sono una neuroscienziata, ho capito che qualcosa di buono la stavo facendo. Un altro momento è stato quando mi sono resa conto che facendo e divulgando ciò che amo sul mio profilo instagram ho raggiunto un grande numero di persone, arrivando a più di 12,6 mila followers, che per una materia come quella che tratto io è un signor numero. Ma la piu grande ricompensa per me è quando qualcuno dei miei follower mi fa sapere che, grazie a qualcosa che ha letto o ascoltato dal mio profilo, è stato spinto a cambiare e a migliorare qualcosa nella sua vita».
(Ri)partire dal Sud
Sono seguiti le interviste a Francesco Brocca e Emilio Mola di CNC Media e Daily Five, a Luigi Nigro che nel suo talk ha svelato che "il sonno è il secondo piacere più intenso del mondo" e infine l'intervista all'influencer Giorgia Soleri, che si occupa di attivismo digitale e ha condiviso la sua esperienza con i presenti.La parola "condividere" sintetizza perfettamente il senso di una due giorni che si configura come un punto di (ri)partenza dal Sud per contaminare le idee.