Scelta civica con Monti
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Politica

Competenze, competitività e crescita: le 3”C” per una “Scelta Civica”

I ringraziamenti dei montiani agli elettori barlettani. Riconoscenti l’on. Matarrese e la senatrice D’onghia

Non c'è bisogno di urlare per farsi sentire, di offrire cene per farsi votare, di promettere per avere fiducia. La fiducia di 5.374 voti per la Camera e 4.634 per il Senato è stata data da Barletta alla lista Scelta civica con Monti per l'Italia. "La puglia che sale" così cita l'under line di questa campagna elettorale, condotta con una veemenza mordente quasi da amministrative. Un auspicio? No, ma una certezza se si continuerà ad attuare riforme ragionate, necessarie e avvedute. Negli ultimi dieci anni l'economia italiana è andata in default e solo nell'ultimo anno si è cominciato a intravedere qualche spiraglio di luminosa crescita grazie alle riforme adottate; questo la dice lunga sulla politica antichizzata e, a quanto pare, ancora restaurata. Ma si sa l'antiquariato ha un alto costo e nella politica italiana anche un basso valore.

L'affluenza al comitato montiano di Barletta è cooperante; i ringraziamenti pubblici fatti in un'ampia sala con vetrate trasparenti come trasparenti sono le pratiche attuate da Monti per salvare l'Italia dalla disfatta economica. «Cerchiamo la vostra voce, le vostre esigenze perché la nostra è una politica continuativa e propositiva. La politica unisce le persone ma ho capito che le divide anche ed è per questo che ringrazio Barletta per lo splendido risultato ottenuto in soli 50 giorni». Queste le parole di Angela D'onghia alle quali seguono quelle di Salvatore Matarrese: «In queste elezioni politiche e amministrative le novità siamo noi e il movimento 5 stelle ma ci differenziamo da Grillo per l'approccio alla gestione della cosa pubblica. Noi abbiamo proposte concrete da attuare con strumenti seri, consapevoli dell'importanza planetaria rivestita dalle riforme politiche che si attuano in un paese. Voglio essere portatore delle vostre istanze, voglio rappresentare una figura utile per il territorio. Tramite l'accordo con Cosimo Santoro, presidente Confindustria Bat, progetteremo implementazioni adeguate per risollevare i settori dell'artigianato barlettano valutando le segnalazioni fatteci da categorie e sindacati». Durante l'incontro si è fatto riferimento anche ai 4miliardi di euro previsti dai fondi strutturali per le infrastrutture, al settore calzaturiero di Barletta ormai sparito all'estero, alla regionalizzazione del patto di stabilità, alla riqualificazione urbana, ai progetti dell'agenda Monti(tra i quali compare quello di stage obbligatori dopo il diploma di scuola superiore per formare e non far parcheggiare nelle università gli studenti degli Istituti tecnici). Il lavoro mancante come madre di tutte le problematiche, il lavoro incentivato come generatrice di tutte le risorse: è questo che la lista Monti tiene bene a mente e affermarlo in una città in cui molti dei residenti hanno perso la fonte primaria di un sostentamento civile è assordante.

Tuttavia, l'animosità e la ragionevolezza che contraddistinguono i rappresentanti della Scelta civica sembrano avere radici antiche: «Il soprannome di mio nonno era coraggio - ha detto la senatrice D'onghia - e io mi sento votata a questo azzardo morale, il coraggio di chi vuol fare bene le cose, in controtendenza con la moda delle cose fatte male. Sono pienamente soddisfatta dei risultati ottenuti qui a Barletta perché ho sempre creduto che siano meglio pochi voti ma di gente per bene, pulita, che ha davvero voglia di esser governata da chi bada al concreto dei provvedimenti per il benessere collettivo». L'equilibrio e la moderatezza di questa lista sono la somma di molti addendi misti tra materialità ed etica: logica, rigore, rettitudine morale, consapevolezza delle priorità, efficienza organizzativa, specificità da moltiplicare, adeguamento dei sistemi scuola-lavoro, sinergie tra investimenti pubblici e singoli imprenditori, anticorruzione, integrità della pubblica amministrazione, approccio innovativo alla gestione economica e culturale del Bel Paese. Solo 70 giorni ci dividono dalla scelta precipuamente locale, saremo noi a decidere le sorti della città in cui viviamo e vivere bene è una scelta, facciamola.
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