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Politica
Carmine Doronzo si presenta a Barletta: «Ci vogliono sensibilità e competenze»
«Inondiamo questa città di bellezza e di giustizia perché soltanto chi parla con il cuore può essere il sindaco di questa città»
Barletta - sabato 28 maggio 2022
22.54
Il 28 maggio 2022 alle ore 21:00 il candidato sindaco Carmine Doronzo ritorna in piazza per presentare la sua candidatura alla cittadinanza. «Mi ero preparato un discorso, ma ho deciso di parlare con il cuore». Il candidato ripercorre il suo impegno politico a partire dalla sua giovanissima età e dice: «Ho deciso impegnarmi per la città che amo perché penso sia bellissima, con un patrimonio paesaggistico e culturale che fa venire la pelle d'oca».
Per la posizione in cui si trova il palco spiega: «Provo imbarazzo nel dare le spalle a questo palazzo, per la storia che ha, simbolo della resistenza».Continua entrando nel vivo del suo programma: «Abbiamo deciso di manifestare il nostro amore per la città con un progetto politico nuovo, che potesse riscattarla e offrire un'alternativa. Siamo stati gli unici ad aver chiamato le cittadine e i cittadini per far scegliere il sindaco della città. Noi abbiamo fatto le primarie e le abbiamo fatte solo noi, portando 3mila persone a scegliere. Il nostro programma elettorale è nato dall'ascolto delle persone, da questo abbiamo scritto 30 pagine di programma per invertire la tendenza della politica di essere staccata dalla gente. Lascio ai cittadini la possibilità di dire quello che pensano perché bisogna recuperare un rapporto sano con la politica. Voglio ripartire da una cosa: il benessere dei cittadini perché la politica deve dare benessere ai cittadini. Noi mettiamo al centro la persona, a partire dalle bambine e dai bambini e siamo gli unici a farlo.
Vogliamo ripartire da loro perché guardano una città brutta e violenta. Per loro, abbiamo scritto un programma. La stessa importanza la diamo ai lavoratori, agli imprenditori onesti che si prodigano per dare posto di lavoro e hanno incontrato un'amministrazione non adeguata.
Pensiamo agli animali, a dare spazi adeguati, a dare possibilità alle persone con disabilità. In questa città abbiamo una piaga enorme e si chiama barriere architettoniche. Bisogna avere sensibilità e avere anche le competenze. Mi riferisco al PNRR: ho trovato il bando che può permetterci di eliminarle anche nel Castello.
Agli anziani perché a Barletta abbiamo un solo centro dedicato a loro. Una buona amministrazione parte dagli ultimi per questo mi chiedo «Come è possibile che la politica abbia abdicato al suo ruolo pedagogico?» Per quanto riguarda gli episodi di violenza avvenuti negli ultimi mesi, Doronzo riflette sul fatto che: «La violenza della città è lo specchio della classe politica che non ha saputo ascoltare ed essere presente. Mi chiedo infatti cosa hanno fatto i politici dopo questi avvenimenti.
Come si fa a puntare il dito contro i giovani? Prendono stare sbagliate, ma che alternativa gli hanno proposto? Quando abbiamo pianto per gli eventi criminali, la politica che ha fatto?
Un altro dato sotto gli occhi di tutti è che la nostra città sta ai minimi termini per assunzioni, ma noi che abbiamo in meno? Cosa non ha funzionato? Vi do una risposta: non c'era una classe politica all'altezza delle sfide. Anche i lavoratori della cultura sono insorti e cosa ha fatto la politica?
Con me ci sono professionisti, donne, uomini, giovani che hanno competenze, quelle che servono per chi come me studia i fondi europei, gli avvisi pubblici, i bandi ed è in grado di comprenderle».
Infine: «Inondiamo questa città di bellezza e di giustizia perché soltanto chi parla con il cuore può essere il sindaco di questa città».
Per la posizione in cui si trova il palco spiega: «Provo imbarazzo nel dare le spalle a questo palazzo, per la storia che ha, simbolo della resistenza».Continua entrando nel vivo del suo programma: «Abbiamo deciso di manifestare il nostro amore per la città con un progetto politico nuovo, che potesse riscattarla e offrire un'alternativa. Siamo stati gli unici ad aver chiamato le cittadine e i cittadini per far scegliere il sindaco della città. Noi abbiamo fatto le primarie e le abbiamo fatte solo noi, portando 3mila persone a scegliere. Il nostro programma elettorale è nato dall'ascolto delle persone, da questo abbiamo scritto 30 pagine di programma per invertire la tendenza della politica di essere staccata dalla gente. Lascio ai cittadini la possibilità di dire quello che pensano perché bisogna recuperare un rapporto sano con la politica. Voglio ripartire da una cosa: il benessere dei cittadini perché la politica deve dare benessere ai cittadini. Noi mettiamo al centro la persona, a partire dalle bambine e dai bambini e siamo gli unici a farlo.
Vogliamo ripartire da loro perché guardano una città brutta e violenta. Per loro, abbiamo scritto un programma. La stessa importanza la diamo ai lavoratori, agli imprenditori onesti che si prodigano per dare posto di lavoro e hanno incontrato un'amministrazione non adeguata.
Pensiamo agli animali, a dare spazi adeguati, a dare possibilità alle persone con disabilità. In questa città abbiamo una piaga enorme e si chiama barriere architettoniche. Bisogna avere sensibilità e avere anche le competenze. Mi riferisco al PNRR: ho trovato il bando che può permetterci di eliminarle anche nel Castello.
Agli anziani perché a Barletta abbiamo un solo centro dedicato a loro. Una buona amministrazione parte dagli ultimi per questo mi chiedo «Come è possibile che la politica abbia abdicato al suo ruolo pedagogico?» Per quanto riguarda gli episodi di violenza avvenuti negli ultimi mesi, Doronzo riflette sul fatto che: «La violenza della città è lo specchio della classe politica che non ha saputo ascoltare ed essere presente. Mi chiedo infatti cosa hanno fatto i politici dopo questi avvenimenti.
Come si fa a puntare il dito contro i giovani? Prendono stare sbagliate, ma che alternativa gli hanno proposto? Quando abbiamo pianto per gli eventi criminali, la politica che ha fatto?
Un altro dato sotto gli occhi di tutti è che la nostra città sta ai minimi termini per assunzioni, ma noi che abbiamo in meno? Cosa non ha funzionato? Vi do una risposta: non c'era una classe politica all'altezza delle sfide. Anche i lavoratori della cultura sono insorti e cosa ha fatto la politica?
Con me ci sono professionisti, donne, uomini, giovani che hanno competenze, quelle che servono per chi come me studia i fondi europei, gli avvisi pubblici, i bandi ed è in grado di comprenderle».
Infine: «Inondiamo questa città di bellezza e di giustizia perché soltanto chi parla con il cuore può essere il sindaco di questa città».