Presentazione libro Spagnoletti
Presentazione libro Spagnoletti
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«Bisogna recuperare il ruolo della storia e della memoria per progettare il futuro»

Presentato nella sala della comunità S. Antonio il libro "Barletta 1861"

"Bisogna recuperare il ruolo della storia e della memoria ribadendone l'importanza nella progettazione del futuro e delle politiche da utilizzare nel futuro" queste significative parole pronunciate dalla professoressa Antonella Magliocca della Società di Storia Patria di Barletta rappresentano l'emblema di quanto discusso nel pomeriggio di sabato presso l'auditorium S. Antonio in occasione della presentazione del libro "Barletta 1861, economia e società nell'età del Risorgimento", redatto grazie all'opera della Società di Storia Patria, sezione "Salvatore Santeramo" di Barletta.

All'incontro oltre alla stessa professoressa Magliocca sono intervenuti l'assessore alla cultura del comune di Barletta Giusy Caroppo e il professor Angelantonio Spagnoletti, ordinario di Storia Moderna e Storia dell'Europa Moderna presso l'Università degli studi di Bari "Aldo Moro". La prima a prendere la parola è stata proprio l'assessore Caroppo la quale ha ribadito l'attenzione dell'amministrazione verso la cultura ed ha annunciato la volontà di "rendere maggiormente fruibili i più preziosi contenitori della città destinandoli alle attività delle associazioni cittadine come ad esempio sta per succedere a Palazzo S. Domenico che ospiterà la Società di Storia Patria".

Successivamente la parola è passata alla professoressa Magliocca che ha ricordato come questo libro sia stato pubblicato in occasione della celebrazione dei 150 anni dell'Unità d'Italia, con la volontà di mantenere in auge una tradizione, quella degli studi storici nella città di Barletta, che ha origini risalenti alla seconda metà dell' 800' e che è ben inserita in quel quadro di studi atti a valorizzare le realtà storiche locali con il compito di mantenerne viva l'identità pur nel contesto dell'Unità.

E' proprio da una riflessione sugli significato dell'Unità d'Italia che parte l'intervento del prof. Spagnoletti che vuole sfatare l'idea: "di una storia dell'Italia meridionale che rifiuta l'unità, una storia di brigantaggio" ricordando che quando Garibaldi combattè sul Volturno nell'ottobre del 1860, il suo esercito era composto "per la maggior parte da meridionali". Tutto questo però non toglie , aggiunge il prof. Spagnoletti, che le modalità accentratrici utilizzate dai piemontesi per realizzare l'unità politica del pPese abbiano in parte fatto venir meno le specificità del Mezzogiorno.

Dopo un ampio discorso su tutte le sfaccettature che hanno portato all'unità nazionale con un occhio di riguardo per la società meridionale, il prof. Spagnoletti è passato all'esame dei saggi contenuti nel volume partendo da quello di Benedetto Paolillo, intitolato "Barletta 1860" in cui viene descritta l'atmosfera della città della Disfida nei momenti convulsi del crollo del Regno delle due Sicilie, momenti nei quali ogni tentativo del sovrano Francesco II di salvare il suo Stato, come ad esempio fu la costituzione del 25 giugno 1860 risultò vano. Nei saggi di Saverio Russo, Massimo Diviccaro, Antonella Magliocca e Biagio Cavaliere, Spagnoletti sottolinea come vengano invece messe in risalto le dimensioni provinciali di Barletta, "città attiva economicamente e culturalmente, in grado di agglutinare attorno a se un grande territorio per le sue vocazioni agricole e marittime", riscontrando però che "si la città che era passata dai diciottomila abitanti di fine settecento ai ventottomila del 1871 ma era ormai alle spalle di Bari che in piena espansione aveva raggiunto 61.500 anime mettendo fine a quello che era il policentrismo della Terra di Bari che vedeva tante città dello stesso territorio (Molfetta, Trani, Monopoli ecc.) con la stessa popolazione". L' intervento del docente dell'ateneo barese si conclude con la disamina degli ultimi tre saggi, quello di Elia Delcuratolo sulla grande figura del barlettano Niccolò Fraggianni, campione dell'illuminismo nel Regno di Napoli di fine 700', quello di Giuseppe Poli che esamina al meglio la situazione della società meridionale nel periodo Risorgimentale e quello di Ugo Villani che allarga la visuale dall'ambito locale a quello europeo rimarcando come l'unità continentale sia comunque rispettosa delle identità nazionali che sono fondamento della stessa unità.
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