Porto di Barletta
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Territorio

Barletta la città marinara che verrà. E’ quella idrofobica?

Palmitessa: «Che i nuovi amministratori non abbiano ataviche paure dell'acqua»

«Sappiamo che il titolo di Barletta città marinara, nel suo valore storico-culturale, da tempo è stata accreditata sia dalla comunità scientifica di molte città (da Salerno ad Amalfi, da Napoli a Brindisi, etc.), sia dal Sindaco Cascella a nome Amministrazione comunale di Barletta alla luce di decine di convegni e presentazione di volumi storico-scientifici inediti. Ma tutto ciò sarebbe stato sufficiente nel promuovere almeno il senso della cultura del mare e quella di una rinnovata urbanistica di Barletta? Sappiamo pure che il nostro progetto sulla economia del mare giace da tempo nei forzieri del Comune, insieme a tante altre proposte, piccole e grandi, sempre ignorate. Tuttavia, a che punto starebbero dizionario e mentalità degli amministratori nostrani?». Precisa e pungente la domanda che si pone il dott. Nicola Palmitessa del Centro studi La Cittadella Innova attendendo una risposta forse ancora lontana.

«Secondo i comunicati e commenti raccolti dai mass media - continua Palmitessa - sul tanto sospirato avvio dei lavori di dragaggio dei fondali all'imboccatura del nostro amato porto per l'Amministrazione comunale di Barletta si tratta di un risultato importante che oltre a rendere maggiormente attrattivo il porto, dà nuovo ossigeno ai numerosi pescatori le cui attività erano fortemente ridotte a causa della limitazione imposta". A questo punto urge la domanda: forse qualcuno - per eccesso di enfasi elettorale - vorrebbe insegnare ai nostri pescatori dove stanno i pesci? Magari scavando i fondali si troverebbero anche sotterra, sollevando antichi fanghi depositati nel tempo? Oppure con tali operazioni tutti i pesci del mare Adriatico verrebbero convogliati solo nel nostro porto? Insomma, si tratterebbe di un miracolo dei pesci preannunciato dai politici ormai autodivinizzanti? Non me ne voglia l'autore di tale affermazione, chiunque sia. Comunque, mistero a parte, e per chiarezza e dovere di cronaca, ecco cosa dice il Presidente dell'Adsp Mam Patroni Griffi: "Il porto di Barletta era in ostaggio della burocrazia, finalmente siamo riusciti a sbloccare la situazione. Restituendo allo scalo la sua piena operatività ne gioverà l'economia di tutto il territorio, atteso che il porto di Barletta è uno dei più apprezzati dell'Adriatico per ampiezza di bacino e sicurezza".

Ma per essere sicuri che l'attività della pesca dei pesci - non c'entra nulla con il porto, né tantomeno con il pescaggio dei fondali, o meglio la profondità utile per le grosse imbarcazioni -, vediamo un'altra autorevole fonte. In particolare, quella di chi da mesi si è sinceramente e politicamente attivato per sostenere le istanze degli operatori portuali, il nostro Consigliere regionale Filippo Caracciolo: "L'intervento è teso a ripristinare i margini di sicurezza alle unità che intendono entrare e uscire dal porto di Barletta. I lavori termineranno nella seconda metà di maggio; l'attività consentirà di far fronte all'accertato insabbiamento che interessa alcuni punti del canale d'ingresso del porto di Barletta". Inoltre, spiega Caracciolo, "Da mesi mi sono attivato dal punto di vista politico per sostenere le istanze degli operatori portuali. Dopo i lavori che elimineranno le dune formatesi all'imboccatura con lo spostamento del materiale sarà finalmente possibile riportare il traffico alle condizioni in vigore prima dell'ordinanza". Infine, "siamo altrettanto consapevoli che solo i lavori di dragaggio per il ripristino delle quote preesistenti potranno garantire una piena funzionalità ed un incremento pieno delle potenzialità commerciali e di sviluppo del Porto di Barletta".

Speriamo che da queste autorevoli, serie e rigorose affermazioni, i futuri candidati sindaci prendano sul serio il senso del bene comune a tutti: la messe di lavoro è molta, ma gli operai sono pochi, e forse anche cattivi. Allora, preghiamo il Signore Iddio e la Madonna dello Sterpeto che mandi buoni Amministratori e candidati sindaci in Barletta, perché molti non restino ancora confusi da antiquate visioni della realtà e ataviche paure dell'acqua (idrofobia), anzi del mare e del suo porto e della gente che vi lavora. Se infine l'AdSP MAM e Pugliapromozione svilupperanno un'azione sinergica di potenziamento della brand identity e di miglioramento dell'offerta connessa all'erogazione dei servizi di informazione e assistenza di turisti in transito, quello dell'identità marinara di Barletta non è forse un brand identity da promuovere? Se non altro sul piano culturale e mentale? Nel ringraziare a quanti hanno seguito con sincera attenzione (come i nuovi senatori Ruggero Quarto e Dario Damiano, il sindaco Cascella, ed altri), dunque invito tutti i candidati sindaci, nessuno escluso, ad inserire nei propri programmi elettorali alcuni punti strategici sulle prospettive di rinascita e di sviluppo del glorioso porto e città marinara di Barletta e la sua Zona Economica Speciale».
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