Specchietto
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A Barletta continuano i furti d'auto, l'appello stremato di un cittadino: «Non si tratta di ladri da quattro soldi»

«Non è il mare limpido e azzurro che avvicina il turista alla nostra Puglia, ma la percezione di potersi sentire sicuri»

«La nostra provincia e, più nella fattispecie, con lei la nostra tanto amata e vituperata Barletta è balzata agli "onori" della cronaca per essere la provincia capofila di un primato infausto e disonorevole: prima in Italia per furti d'auto!

Una provincia di soli 370.000 abitanti che gode di questo primato, superando aree metropolitane talvolta di ben dieci volte più popolose della nostra; aree metropolitane come Milano, Roma, Napoli e Bari.
I dati del Ministero dell'Interno non ci rendono ne' onore ne' giustizia, ne' tantomeno fanno del nostro territorio un'area appetibile dal punto di vista della sicurezza e del turismo, quello che porta reali e nuove economie. La criminalità organizzata, sì perché così è doveroso definirla, ha fatto di questo fenomeno una vera e propria piaga sociale che ormai, temo, ha assuefatto il libero (si presume) e onesto cittadino della BAT al pensiero che il furto d'auto o, peggio ancora, la rapina sia l'amara normalità.

Non è possibile pensare semplicisticamente che si tratti di ladri da quattro soldi, non è più tollerabile una situazione che allontana dalle nostre città turismo e possibilità di sviluppo e, men che meno, che la Comunità intera e le Istituzioni non sentano intimamente la necessità di promuovere un moto di ribellione rispetto al ripetersi di eventi di questo tipo che non colpiscono centinaia di famiglie ogni anno.
Più che di semplici ladri è bene parlare di veri e propri ingegneri informatici del furto, bande che circolano indisturbate alla ricerca del furto da compiere e che magari, prima, avranno pedinato, seguito, osservato i movimenti, attentato alla privacy personale e che dopo, ben organizzate, staranno solo attendendo che l'auto da cannibalizzare giunga a destinazione.

Questa volta è toccato a me, sì: un'auto di soli cinque mesi di vita, acquistata con estremi sacrifici, ma la prossima volta potrebbe essere il turno di ognuno dei lettori che sta leggendo questo mio sfogo lucido e sdegnato! Solo due sere fa ho visto passare davanti ai miei occhi nella zona 167 di Barletta, nei pressi di Parco degli Ulivi, la mia nuova auto a motore spento, spinta da un'altra auto di grossa cilindrata e con lei i miei sacrifici e il mio lavoro. Il tutto avvenuto alla mezzanotte appena scoccata, con le luci delle pizzerie ancora accese e alla presenza di gruppi di persone appena uscite dai locali vicini, come se mi trovassi in una scena di Gomorra o in uno degli angoli più remoti del Bronx. Sotto i miei occhi e davanti alla mia inutile, istintiva e disperata rincorsa dei malviventi e agli sguardi attoniti e shockati dei presenti i residenti ai balconi spiegavano che quella zona è ormai preda dei furti d'auto quotidianamente e che si sentono abbandonati al proprio destino.

I malfattori si sono poi diretti indisturbati lungo via Minervino prendendo la direzione dell'agro compreso tra Cerignola e Canosa. Inutili sono stati gli sforzi proseguiti per tutta la notte della disponibilissima volante del 113 in servizio, che non hanno portato al ritrovamento del veicolo, ma più probabilmente, alle risate soddisfatte di chi aveva compiuto il furto. Poliziotti in servizio che rischiano la propria vita per cercare di contrastare la malavita organizzata e leggi che non inibiscono certo i malviventi a sottrarsi dalla pratica dei furti d'auto e di mezzi pesanti.

Mi chiedo se tutto questo sia normale, se possa passare per un uso e costume solito della nostra zona senza che nessuno si indigni; mi chiedo se le Istituzioni, in coordinamento tra i comuni della BAT e quelli del vicino territorio foggiano e barese, non possano fare di più di quello che stanno già facendo; mi chiedo se la presenza di decine e decine di auto-demolizioni e sfasciacarrozze nella zona verso cui si è diretta la mia auto (e non solo) non costituisca un ulteriore ed importante contributo alla ricettazione e alla rivendita di pezzi di ricambio nel mercato nero; mi chiedo tante, troppe cose e molte delle mie domande rimangono senza una esaustiva risposta, ma la domanda che mi pongo in maniera ridondante nella mia mente è se la nostra comunità, se i miei concittadini barlettani possano accettare che delinquenti, per altro per lo più provenienti da altre città, possano considerare il nostro Comune come il supermercato del furto d'auto.

Che immagine del nostro territorio restituiamo ai turisti?
Che idea diamo della nostra comunità?
Come si può parlare della promozione della nostra terra, delle nostre radici, delle nostre peculiarità, se non si sconfigge una vera e propria piaga come quella della criminalità organizzata che colpisce l'uomo comune?

Per casi come questo a noi semplici e comuni cittadini viene chiesto di denunciare, di non restare in silenzio: noi siamo disposti a farlo! Noi vogliamo urlare che non fermeranno l'idea che il nostro territorio possa migliorare, ma per farlo c'è bisogno dell'aiuto di tutti, dell'educazione civica ma anche e soprattutto del contributo fondamentale delle Forze dell'Ordine, di una Class Action contro il crimine che parta dalle Amministrazioni Comunali e che giunga fino ai livelli più alti dell'Ordine Pubblico.

Mi auguro che questo mio stremato appello giunga a tutti voi e che le Istituzioni possano rendere questo nostro paese, questa nostra terra, finalmente sicura!
Solo così potremo davvero parlare di sicurezza e di turismo. Non è il mare limpido e azzurro che avvicina il turista alla nostra amata Puglia e più intimamente alla nostra amata Barletta, ma la percezione di potersi sentire accolti e sicuri, di potersi sentire a Casa ...e a Casa nessuno penserebbe mai di derubare l'altro».
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