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Calcio

Barletta-Salernitana, parla Tangorra: «Con Sanderra bella salvezza»

L'ex difensore biancorosso ricorda la stagione 2008-2009 in Seconda Divisione con il mister romano

Ex-difensore centrale in giro per la Puglia e l'Italia dal 1989 al 2010, con le maglie di Triestina, Bari, Perugia, Foggia, Genoa, Reggiana, Ascoli e Barletta tra le altre, ex allenatore degli "Allievi Nazionali" del Bari, avvocato e protagonista del Bari Acfb nel 41° Campionato Nazionale Forense di Calcio e attualmente gestore di una scuola calcio con l'ex mister biancorosso Chiricallo e con mister Notariale . Vanta oltre 200 presenze in Serie B, e ha chiuso la sua carriera agonistica tra i Dilettanti, nelle file del Terlizzi. Ha intrapreso la carriera di allenatore facendo il secondo di Salvatore Matrecano alla guida del Foligno. E' l'identikit di Massimiliano Tangorra, classe 1970, ex- "ministro della difesa" del Barletta Calcio in serie D e C2 (oggi Seconda Divisione) tra il 2007 e il 2009, dove aveva collezionato 62 presenze e 5 reti. Alla viglia del match tra Barletta e Salernitana che segnerà il ritorno a Barletta da avversario di mister Sanderra abbiamo voluto ascoltare i ricordi di Tangorra, protagonista della salvezza dei biancorossi in Seconda Divisione nella stagione 2008-2009 con alla guida proprio l'attuale tecnico della Salernitana.

Massimiliano Tangorra, domenica a Barletta arriverà da ex mister Sanderra. Lei nel 2008-2009 raggiunse la salvezza in Seconda Divisione con la maglia del Barletta con alla guida proprio il mister romano. Che ricordo ha di quella stagione?
«Mister Sanderra subentrò a Chiricallo a novembre e fu fondamentale per il raggiungimento della salvezza. Ricordo che avendo poche alternative in difesa in quella stagione dopo molti anni tornai a giocare da terzino e nonostante fosse stata un' idea di mister Chiricallo lui la confermò e la mantenemmo fino a fine stagione. Tutto sommato posso dire che fu un anno positivo e con il mister instaurai un buon rapporto, tanto da continuare a sentirmi con lui con una discreta frequenza, e sono contento per i risultati positivi che ha ottenuto insieme a suo fratello Luca, non ultima la promozione in B con il Latina. A questo proposito però una riflessione va fatta: nel calcio non sempre viene premiato il merito e mi rammarica molto vedere che un allenatore come lui non abbia avuto ancora una possibilità in serie B, perchè davvero lo meriterebbe».

Il contributo di mister Sanderra visti i risultati fu assolutamente decisivo per la salvezza, ricorda qualche aneddoto in particolare?
«Non è mai facile per un allenatore arrivare da subentrato. Sanderra ebbe la fortuna di trovare uno spogliatoio sano guidato da me e Savino Daleno che, nonostante fossimo indiscutibilmente legati a mister Chiricallo, ci comportammo da professionisti. Il mister sapeva di questo legame ed entrò inizialmente in punta di piedi, con il passare del tempo però si rese conto della nostra lealtà e ne nacque un buon rapporto».

Segue il Barletta attuale, conosce qualche calciatore della rosa biancorossa?
«Della rosa attuale biancorossa conosco Picci, Allegretti e La Mantia che ho avuto a Foligno quando ero il secondo di mister Matrecano e a cui faccio gli auguri di pronta guarigione dal grave infortunio che ha subito. Comunque sia so che è una squadra molto giovane e nonostante sia partita male può avere le possibilità di rialzarsi in un campionato dove non ci sono retrocessioni e si ha la possibilità di valorizzare qualche calciatore giovane».

Vuole lanciare un messaggio ai tifosi?
«Ho un buon ricordo della tifoseria biancorossa, sono stato due anni intensi: la sfida con l'Aversa in D, il derby vinto a Brindisi, il ripescaggio, la salvezza in Seconda Divisione il simpatico nomignolo "ministro della difesa" che mi era stato affibbiato. Si tratta comunque di un pubblico competente e caloroso come tanti tra quelli del Sud, sempre molto vicino e legato alle sorti della squadra. E' il classico ambiente che ti fa sentire un calciatore professionista a tutti gli effetti: esiste anche il rovescio della medaglia, perchè è vero che i tifosi si fanno anche "sentire" quando le cose vanno meno bene, ma l'essenziale è che siano sempre vicini alla squadra, e quindi rispetto ad altre piazze che vivono il calcio in maniera meno passionale, io la preferisco nella maniera più assoluta».

[Adriano Antonucci]
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