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Calcio
Barletta Calcio, il giorno dopo gli addii cosa resta
Segnale dato da patron Tatò, ma resta il nodo riguardante la rescissione con Martino
Barletta - sabato 5 aprile 2014
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E arrivò il giorno del repulisti: quella di venerdì 4 aprile resterà una data nella memoria recente del Barletta Calcio. Nel giro di due ore si sono consumati tre addii eccellenti: via il direttore generale Gabriele Martino, l'allenatore Nevio Orlandi e il preparatore atletico Luigi Mondilla. Volti presenti a Barletta rispettivamente da 16 (Martino) e 13 mesi (Orlandi e Mondilla), passati attraverso i quattro stadi principali nei sentimenti dell'uomo: diffidenza, amore, odio, abbandono. Da salvatori della patria a colpevoli della situazione biancorossa, degenerata rapidamente attraverso l'addio annunciato prima da patron Tatò, realizzato poi nello smembramento della rosa in gennaio e poi conclamato dalla crisi tecnica e societaria, i tre componenti all'apice dello staff dirigenziale e tecnico sono tornati con un colpo di spugna nell'album dei ricordi.
Sarà ora tempo di conoscere tante verità? Dall'addio di capitan Allegretti, consumato attraverso "ok medici" perduti e verità nascoste, passando per quelli di Prutsch e Picci, fino alle tante crepe emerse nel silenziosamente sofferente spogliatoio biancorosso, tanti sono i rebus irrisolti. Tatò ha preso la situazione in mano, restituendo normalità a una situazione che tecnicamente non rispondeva a questo canone e esaudendo le richieste della piazza, che da giorni chiedeva le "teste" dei tre. I toni dell'addio sono stati tutt'altro che tranquilli, nonostante le dichiarazioni di facciata del duo Martino-Orlandi: la palla ora è passata a Marco Carrara, che ieri alla sua "presentazione" (a dieci mesi dall'arrivo, altro paradosso della stagione 2013/2014) ha sostituito i termini "crescita" e "miglioramenti", abusati dalla gestione tecnica di cui l'ex mezz'ala biancorossa ha fatto parte da vice di Orlandi, con quelli "dignità" e "orgoglio", le uniche doti che si chiede di mettere in campo negli ultimi 270' di campionato all'armada (tutt'altro che invincibile) biancorossa. Da salvare in classifica resta poco o nulla, ma chiudere discretamente aiuterebbe a guardare con maggiore fiducia a un futuro ancora opaco.
Sugli addii maturati ieri resta infatti l'ombra di nodo gordiano non riguarda solo l'ambiente, ma anche il futuro: se i contratti dell'allenatore di Casalmaggiore e del preparatore cremonese andranno in scadenza a giugno, quello del direttore sportivo ex-Reggina è pluriennale e anche di maggior peso economico. Nei comunicati del Barletta Calcio si parla di "sollevamento dall'incarico" dei tre, il che lascerebbe intendere che il contratto del dg Martino, al netto di rescissioni, resterebbe ancora in atto per la prossima stagione. E considerando che chi rileverà il Barletta dovrà assumersi solo «obbligazioni e contratti in essere», come spiegato da Tatò, allora anche il numero e la qualità dei legami contrattuali, tra dipendenti e calciatori sotto contratto, avrà un suo peso (con tante altre componenti) nel gioco delle parti, tanto più "attratte" quanto minore sarà l'impegno da assolvere. Scagliato il sasso e avviato il "repulisti", ora restano da comprendere termini e pesi di questi addii. Nel mezzo, domani è già campionato e si andrà a Pontedera.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Sarà ora tempo di conoscere tante verità? Dall'addio di capitan Allegretti, consumato attraverso "ok medici" perduti e verità nascoste, passando per quelli di Prutsch e Picci, fino alle tante crepe emerse nel silenziosamente sofferente spogliatoio biancorosso, tanti sono i rebus irrisolti. Tatò ha preso la situazione in mano, restituendo normalità a una situazione che tecnicamente non rispondeva a questo canone e esaudendo le richieste della piazza, che da giorni chiedeva le "teste" dei tre. I toni dell'addio sono stati tutt'altro che tranquilli, nonostante le dichiarazioni di facciata del duo Martino-Orlandi: la palla ora è passata a Marco Carrara, che ieri alla sua "presentazione" (a dieci mesi dall'arrivo, altro paradosso della stagione 2013/2014) ha sostituito i termini "crescita" e "miglioramenti", abusati dalla gestione tecnica di cui l'ex mezz'ala biancorossa ha fatto parte da vice di Orlandi, con quelli "dignità" e "orgoglio", le uniche doti che si chiede di mettere in campo negli ultimi 270' di campionato all'armada (tutt'altro che invincibile) biancorossa. Da salvare in classifica resta poco o nulla, ma chiudere discretamente aiuterebbe a guardare con maggiore fiducia a un futuro ancora opaco.
Sugli addii maturati ieri resta infatti l'ombra di nodo gordiano non riguarda solo l'ambiente, ma anche il futuro: se i contratti dell'allenatore di Casalmaggiore e del preparatore cremonese andranno in scadenza a giugno, quello del direttore sportivo ex-Reggina è pluriennale e anche di maggior peso economico. Nei comunicati del Barletta Calcio si parla di "sollevamento dall'incarico" dei tre, il che lascerebbe intendere che il contratto del dg Martino, al netto di rescissioni, resterebbe ancora in atto per la prossima stagione. E considerando che chi rileverà il Barletta dovrà assumersi solo «obbligazioni e contratti in essere», come spiegato da Tatò, allora anche il numero e la qualità dei legami contrattuali, tra dipendenti e calciatori sotto contratto, avrà un suo peso (con tante altre componenti) nel gioco delle parti, tanto più "attratte" quanto minore sarà l'impegno da assolvere. Scagliato il sasso e avviato il "repulisti", ora restano da comprendere termini e pesi di questi addii. Nel mezzo, domani è già campionato e si andrà a Pontedera.
(Twitter: @GuerraLuca88)
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