
Calcio
Barletta Calcio, 15 anni da quella promozione in D
Tempi cambiati, oggi seconda realtà calcistica pugliese, allora 16ma
Barletta - venerdì 28 giugno 2013
21.17
Dalla serie D a seconda realtà calcistica pugliese in 15 anni. E' la storia recente del Barletta Calcio: il 28 giugno 1998 i biancorossi conquistavano la promozione nel Campionato Nazionale Dilettanti (l'attuale Serie D) grazie alla vittoria nella doppia Finale dei Play-Off di Eccellenza contro il Villa d'Agri (2-0 per i biancorossi tra le mura amiche con una doppietta di Rocco Corbo dopo lo 0-0 della gara di andata di 7 giorni prima). Una promozione che riscattava le delusioni del fallimento dell'era-Di Cosola, la ripartenza dall'Eccellenza e la sconfitta nella Semifinale Play-Off di Eccellenza del 1996 contro il Corigliano. L'approdo nel Campionato Nazionale Dilettanti arrivò dopo il 2º posto ottenuto in campionato alle spalle dell'Aradeo. La squadra che ottenne quel successo era composta da: Giordano, Zagaria G., Carelli, Loseto G., De Cosimo, Antonetti, Stea, Tanzi, Pascazio, Di Bari, Corbo (11 tipo). Di Bitonto, Piccolo, Cassatella, Netti, Zito, Calabrese, Rana, Povia, Di Benedetto, Pazienza, Distasio, Tenzone, Cenicola, Tedesco, Lo Re, Zagaria L., Di Giorgio in panchina, con Leonardo Bitetto allenatore.
Ai nostri microfoni il centrocampista Gianluca Tanzi, numero "8" di quella stagione, ricorda l'annata: «Fu un'annata fantastica. Siamo stati trascinati da un pubblico superlativo. I nostri tifosi non vedevano l'ora che il Barletta tornasse nelle categorie che le competevano, e ci supportavano sempre con calore. Avevamo una grande organizzazione, Bitetto ci guidava dalla panchina con diligenza, metteva a nostra disposizione la sua esperienza da allenatore di categoria superiore. Ricordo che andavamo a giocare anche in campi di terra battuta come Trepuzzi. Avevamo una bella squadra, trascinata da un Ciccio Pascazio in stato di grazia. Le altre squadre, quando venivamo al "Puttilli", erano impaurite, e riuscimmo a costruire le nostre fortune proprio in casa. A metà stagione, sia i calciatori che la dirigenza capirono che si poteva puntare in alto. Arrivarono anche Loseto e Di Bari, e alla fine riuscimmo a risalire in serie D dopo aver vinto i playoff. Battemmo prima la Turris e poi Villa D'agri, dando il la ai festeggiamenti. Ricordo ancora con molto piacere quei momenti, quelle esultanze, quelle vittorie».
L'avventura nel CND durò appena tre anni, poiché nel 2000-2001 il Barletta fu vittima di nuove vicissitudini societarie, con infiniti cambi di proprietà, fino alla retrocessione in Eccellenza. Di lì la retrocessione in Promozione e la retrocessione in Prima Categoria evitata sul fil di lana nel 2003/04. Fine del periodo buio, e con le reggenze di Antonio Flora, Francesco Sfrecola e Roberto Tatò si arriva ai giorni nostri, con la salvezza del 2 giugno ottenuta ad Andria nello spareggio-playout "fratricida" contro i biancoazzurri di Cosco. Da quel 1997/1998 tanta acqua è passata sotto i ponti del calcio regionale: 15 anni fa il Bari era in serie A, Fidelis Andria, Lecce e Foggia in B, Casarano in C1, con in C2 Bisceglie e Tricase. Sette realtà sportive (più altre otto in D), tutte solide. Oggi il Barletta condivide la Lega Pro con il Lecce, e il Bari naviga in acque tutt'altro che tranquille in cadetteria. Quella di Tatò e Martino oggi è forse la più solida delle rappresentanze calcistiche della Puglia. Ricordare il passato e vivere il presente, questo il monito nelle stanze di via Vittorio Veneto oggi.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Ai nostri microfoni il centrocampista Gianluca Tanzi, numero "8" di quella stagione, ricorda l'annata: «Fu un'annata fantastica. Siamo stati trascinati da un pubblico superlativo. I nostri tifosi non vedevano l'ora che il Barletta tornasse nelle categorie che le competevano, e ci supportavano sempre con calore. Avevamo una grande organizzazione, Bitetto ci guidava dalla panchina con diligenza, metteva a nostra disposizione la sua esperienza da allenatore di categoria superiore. Ricordo che andavamo a giocare anche in campi di terra battuta come Trepuzzi. Avevamo una bella squadra, trascinata da un Ciccio Pascazio in stato di grazia. Le altre squadre, quando venivamo al "Puttilli", erano impaurite, e riuscimmo a costruire le nostre fortune proprio in casa. A metà stagione, sia i calciatori che la dirigenza capirono che si poteva puntare in alto. Arrivarono anche Loseto e Di Bari, e alla fine riuscimmo a risalire in serie D dopo aver vinto i playoff. Battemmo prima la Turris e poi Villa D'agri, dando il la ai festeggiamenti. Ricordo ancora con molto piacere quei momenti, quelle esultanze, quelle vittorie».
L'avventura nel CND durò appena tre anni, poiché nel 2000-2001 il Barletta fu vittima di nuove vicissitudini societarie, con infiniti cambi di proprietà, fino alla retrocessione in Eccellenza. Di lì la retrocessione in Promozione e la retrocessione in Prima Categoria evitata sul fil di lana nel 2003/04. Fine del periodo buio, e con le reggenze di Antonio Flora, Francesco Sfrecola e Roberto Tatò si arriva ai giorni nostri, con la salvezza del 2 giugno ottenuta ad Andria nello spareggio-playout "fratricida" contro i biancoazzurri di Cosco. Da quel 1997/1998 tanta acqua è passata sotto i ponti del calcio regionale: 15 anni fa il Bari era in serie A, Fidelis Andria, Lecce e Foggia in B, Casarano in C1, con in C2 Bisceglie e Tricase. Sette realtà sportive (più altre otto in D), tutte solide. Oggi il Barletta condivide la Lega Pro con il Lecce, e il Bari naviga in acque tutt'altro che tranquille in cadetteria. Quella di Tatò e Martino oggi è forse la più solida delle rappresentanze calcistiche della Puglia. Ricordare il passato e vivere il presente, questo il monito nelle stanze di via Vittorio Veneto oggi.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Ricevi aggiornamenti e contenuti da Barletta 






.jpg)

.jpg)