Religioni
Quaresima: fede e devozione dell'Arciconfraternita del Santissimo Sacramento
La storia della confraternita che pone le sue basi nella chiesa di San Giacomo
Barletta - sabato 1 aprile 2023
L' Arciconfraternita del SS. Sacramento della Prepositura Curata di San Giacomo Maggiore viene istituita, successivamente a quella eretta nella chiesa matrice di Santa Maria Maggiore, nei primi decenni del XVI secolo, dando alla Città di Barletta un primato più unico che raro: la presenza di due confraternite dedicate al Santissimo Sacramento. Questo privilegio era solitamente riservato alla chiesa matrice con i confrati di elevata estrazione sociale. Nel caso, invece, dell'Arciconfraternita di San Giacomo, "extra moenia", la maggior parte dei membri era costituita da contadini benestanti, era infatti menzionata come "Congrega del Santissimo de' Foresi".
Non si hanno tuttora dati certi sulla data di istituzione di questa veneranda e nobile Congrega, ma la ricerca di documenti sempre più antichi non si ferma mai, infatti sfogliando il Codice Diplomatico Barlettano di mons. Santeramo è stato possibile ricavare un atto (del notaio Orazio De Leo) che ci parla dell'esistenza dell'Arciconfraternita già nel 1581; infatti il 17 dicembre 1581 la signora Imperia de Santulo di Andria nel fare testamento lasciava 4 ducati "a la Veneranda Confraternita de Santo Jacomo de Barolo, et precise a la Cappella de lo Santissimo Sacramento sistente in ditta Ecclesia".
Questo è ad oggi il documento più antico che attesta l'esistenza dell'Arciconfraternita del Santissimo Sacramento di San Giacomo confermandoci, tra l'altro, che dovesse essere già esistente da molti anni prima del 1581 per essere quindi conosciuta a tal punto da ricevere un lascito testamentario ed essere definita soprattutto Veneranda!
Una relazione del gennaio 1600 della Visita al Limina del vescovo di Trani, Giulio Caracciolo, scrivendo al Santo Padre dell'epoca, Clemente III, descriveva la storica parrocchia di San Giacomo in Barletta dicendo: "Habet item subtit. S.ti Jacobi Parrochiam unam cum societate S.mi Sacram.ti, ad sunt quod quinq. Sacerdotes, et duo subdiaconi" confermando quindi la presenza ufficiale della Congrega. Per le fotografie storiche si ringrazia Fotorudy
Che ci fosse un forte legame dell'antica Chiesa Abbaziale di San Giacomo Maggiore (che risale all'XI secolo) e quindi della ivi esistente Congrega, con il culto eucaristico viene già sottolineato e confermato dalla presenza, nell'antico stemma parrocchiale, del calice e dell'ostia e in un documento redatto da mons. Santeramo viene specificato che: "Con l'istituto della parrocchia ad imitazione di S. Maria Maggiore, S. Giacomo aggregò alla sua chiesa una confraternita del SS. Sacramento …", in un sunto della bolla di Giulio Caracciolo, Arcivescovo di Trani, emanata il 10 ottobre 1594 (di cui il Loffredo ha pubblicato il testo latino vol. II° pag . 82-83, "Storia di Barletta") si enuncia: "Aderendo ai sacri canoni ed agli ordini del Concilio di Trento con il presente decreto si stabilisce il modo come la cura delle anime in Barletta è da dividersi tra le due chiese di S. Maria Maggiore e S. Giacomo. Al riguardo si precisa il confine per la giurisdizione da attribuire a ciascuno dei due Capitoli e delle due chiese, in modo che non sorgano controversie. La città sarà divisa in due versanti […] gli abitanti che dimorano ad oriente di questa strada dipenderanno da S. Maria Maggiore, quelli di occidente da S. Giacomo." ragion per cui Il 2 Aprile 1612 venne quindi redatto un documento che stabiliva il periodo in cui la Congrega in San Giacomo poteva svolgere la sua Processione Eucaristica e quali strade doveva percorrere.
Risale al XVI secolo anche la Cappella "della Frateria" o del Santissimo, demolita all'inizio del XX secolo per far spazio alla cappella del Sacro Cuore di Gesù inaugurata nel 1923. L'antica Cappella venne già sostituita nel XVIII secolo dall'attuale Cappella del Santissimo, oggi sede dell'antica icona della Madonna della Fiducia, dove ai lati della balaustra sono incisi due ostensori mentre in alto campeggia dipinto il calice e l'ostia. Tutti segni distintivi che confermano la secolare presenza della Veneranda Congrega e la rilevante devozione eucaristica in questa chiesa.
Una piccola lastra, posta sul pavimento antistante la Cappella del Santissimo Salvatore, indica il sepolcro confraternale; l'iscrizione è "Sepulcrum fratum SS.mi Sacramenti A.D. 1769", anno in cui il 30 giugno vennero approvate le regole da parte del Re delle due Sicilie, Ferdinando IV, il 12 aprile 1772 l'aggregazione alla primaria che ha sede presso la chiesa domenicana di santa Maria Sopra Minerva in Roma, il 21 gennaio 1935 venne concesso il riconoscimento giuridico da parte del Re d'Italia Vittorio Emanuele III la quale reiscrizione nel registro delle persone giuridiche è avvenuta da parte del Prefetto della Provincia di Bari il 2 Aprile 2002.
Le solennità proprie dell'Arciconfraternita riguardano principalmente le Celebrazioni e i Riti della Settimana Santa, partendo dal Giovedì Santo, giorno in cui con la messa "in coena domini" si ricorda l'istituzione dell'Eucaristia, la partecipazione del Venerdì Santo alla processione cittadina dove non si venerano processionalmente i "Misteri", ma il Santissimo Sacramento portato, per voto, nell'Arca Eucaristica da quattro sacerdoti scalzi, come da antica tradizione, in seguito alla cessazione della peste in città, avvenuta nel 1504, celebrazioni che hanno il loro culmine con la Festività principale della Parrocchia e dell'Arciconfraternita, la Santa Pasqua! La domenica mattina, infatti, i Confrati e il Popolo di Dio si ritrovano nella millenaria chiesa di San Giacomo Maggiore di Barletta per partecipare alla solenne e secolare santa Messa delle ore 11, seguita dalla tradizionale e tanto attesa Processione Eucaristica di mezzogiorno che attraversa le principali vie del quartiere, aprendo le annuali sante Quarantore, affermando, così, che il dono principale del Risorto è l'Eucaristia.
Il popolo, che unisce volentieri il sacro e il profano, menziona la secolare Processione di Pasqua: "Crist canarout" e indica le Quarantore, che lasciano alle spalle il clima penitenziale della Quaresima, col detto: "Crist a San Giechm: pigghi Pesqu, avesten i lecrm" (Cristo a San Giacomo: prendi Pasqua, basta con le lacrime).
Tradizione secolare in preparazione della Festa Pasquale è la "questua", i confrati infatti con forte spirito di umiltà si recano durante la quaresima per le abitazioni del quartiere raccogliendo offerte che verranno devolute per lo svolgimento della festa e per opere di carità. Pur se lungo i secoli le finalità principali del culto e della carità sono rimaste inalterate, sono in realtà mutate le modalità di espressione; a proposito del culto si tramanda infatti che sino all'inizio del secolo scorso i confratelli usavano flagellarsi a dorso nudo nei giorni che precedevano la Pasqua dinanzi ai misteri della Passione nella Cappella della Frateria. Queste espressioni di culto sono ormai scomparse, ma ancora oggi la partecipazione dei confratelli alle celebrazioni è richiamata da dei tocchi di campana chiamati appunto "della fratellanza" che si diffondono dal campanile di San Giacomo alla vigilia di ogni Solennità Liturgica Eucaristica. Processione di stampo prettamente eucaristico, e festività dell'Arciconfraternita, è anche quella in onore del Sacro Cuore di Gesù che si svolge nell'ultima domenica di giugno, risalente, secondo una secolare tradizione orale, ad una cessazione "miracolosa" della peste nei pressi della via Pistergola, la cui etimologia si pensi richiami tale evento.
Fortissimo legame vi è anche con la Solennità e Processione del Corpus Domini, la partecipazione dell'Arciconfraternita è stata sempre di primaria importanza, dato il legame eucaristico. In effetti grazie ad un documento fotografico recentemente scoperto risalente al 1888 è stato possibile verificare che l'Arciconfraternita di San Giacomo precedeva immediatamente i canonici e quindi la capanna e il Santissimo Sacramento, mentre l'Arciconfraternita di San Pietro succedeva come se entrambe le Congreghe accompagnassero in un grande abbraccio il procedere di Gesù vivo e vero per le strade della Città, cosa che accade ancora oggi.
L'operato secolare dell'Arciconfraternita dai suoi albori ai giorni nostri è stata aggregazione e formazione di numerose famiglie cristiane nonchè terreno fertile per la formazione di religiosi in odore di santità, che nei secoli si sono susseguiti, nei confronti dei quali è in corso la causa di canonizzazione come per il Servo di Dio don Ruggero Caputo (1907-1980) e il Venerabile Mons. Raffaele Dimiccoli (1887-1956) onore e vanto della nostra chiesa diocesana.
L'Arciconfraternita del Santissimo Sacramento in San Giacomo Maggiore nei suoi cinque secoli di vita ha accumulato un bagaglio di storia e di fede che risulta impossibile descrivere in poche righe; un passaggio importante è stato verso la seconda metà del ventesimo secolo quando l'Arciconfraternita, come tutti i sodalizi della città, conobbe un momento di forte declino con la prospettiva di una possibile estinzione. Verso la fine degli anni 80 infatti si contavano solo 2 confratelli tra le file della "Veneranda Arciconfraternita" e solo all'inizio del 1991 il nuovo Prevosto, mons. Sabino Lattanzio, propose di ridare lustro a questa antica istituzione proponendo a 13 parrocchiani di entrare a far parte della suddetta Congrega, infatti il 20 aprile 1991 l'arcivescovo mons. Carmelo Cassati accolse la domanda dei 13 novizi e il 29 Giugno dello stesso anno il Prevosto mons. Lattanzio presiedette il rito della Vestizione e della Professione. La data del 29 Giugno 1991 è stata presa infatti come riferimento "della ricostituzione" dell'Arciconfraternita e quest'anno passati 32 anni da quel giorno importante si contano ben 36 confratelli effettivi, gran parte dei quali hanno meno di 40 anni e 3 novizi 17enni che faranno la loro professione il 30 Giugno p.v. in occasione della Solenne festività del Sacro Cuore di Gesù.
Di primaria importanza per questa Veneranda Congrega è appunto avvicinare i giovani a Cristo e alla Chiesa, può infatti vantare un'età media tra le più basse dell'Arcidiocesi, lo stesso nuovo Direttivo (2023-2026) è tra i più giovani ed è così composto: Priore Savino Doronzo (37 anni), Vice Priore Michelangelo Carletti (25 anni), Cassiere Germano Damato (25 anni), Segretario Luigi Diblasio (23 anni) e i consiglieri Michele Rasola (72 anni) e Salvatore Cassano (57 anni). Il grande monito dell'Arciconfraternita è di non perdere mai di vista innanzitutto il fulcro della Fede, di poter sempre e per sempre attuare la Carità e non perdere memoria del passato in modo da lasciarlo in affidamento ai posteri sperando che il Signore, non venendo meno al suo patto, continui a visitare e benedire questa vigna piantata alla Sua destra (cfr Sal 80,15-16).
Non si hanno tuttora dati certi sulla data di istituzione di questa veneranda e nobile Congrega, ma la ricerca di documenti sempre più antichi non si ferma mai, infatti sfogliando il Codice Diplomatico Barlettano di mons. Santeramo è stato possibile ricavare un atto (del notaio Orazio De Leo) che ci parla dell'esistenza dell'Arciconfraternita già nel 1581; infatti il 17 dicembre 1581 la signora Imperia de Santulo di Andria nel fare testamento lasciava 4 ducati "a la Veneranda Confraternita de Santo Jacomo de Barolo, et precise a la Cappella de lo Santissimo Sacramento sistente in ditta Ecclesia".
Questo è ad oggi il documento più antico che attesta l'esistenza dell'Arciconfraternita del Santissimo Sacramento di San Giacomo confermandoci, tra l'altro, che dovesse essere già esistente da molti anni prima del 1581 per essere quindi conosciuta a tal punto da ricevere un lascito testamentario ed essere definita soprattutto Veneranda!
Una relazione del gennaio 1600 della Visita al Limina del vescovo di Trani, Giulio Caracciolo, scrivendo al Santo Padre dell'epoca, Clemente III, descriveva la storica parrocchia di San Giacomo in Barletta dicendo: "Habet item subtit. S.ti Jacobi Parrochiam unam cum societate S.mi Sacram.ti, ad sunt quod quinq. Sacerdotes, et duo subdiaconi" confermando quindi la presenza ufficiale della Congrega. Per le fotografie storiche si ringrazia Fotorudy
Che ci fosse un forte legame dell'antica Chiesa Abbaziale di San Giacomo Maggiore (che risale all'XI secolo) e quindi della ivi esistente Congrega, con il culto eucaristico viene già sottolineato e confermato dalla presenza, nell'antico stemma parrocchiale, del calice e dell'ostia e in un documento redatto da mons. Santeramo viene specificato che: "Con l'istituto della parrocchia ad imitazione di S. Maria Maggiore, S. Giacomo aggregò alla sua chiesa una confraternita del SS. Sacramento …", in un sunto della bolla di Giulio Caracciolo, Arcivescovo di Trani, emanata il 10 ottobre 1594 (di cui il Loffredo ha pubblicato il testo latino vol. II° pag . 82-83, "Storia di Barletta") si enuncia: "Aderendo ai sacri canoni ed agli ordini del Concilio di Trento con il presente decreto si stabilisce il modo come la cura delle anime in Barletta è da dividersi tra le due chiese di S. Maria Maggiore e S. Giacomo. Al riguardo si precisa il confine per la giurisdizione da attribuire a ciascuno dei due Capitoli e delle due chiese, in modo che non sorgano controversie. La città sarà divisa in due versanti […] gli abitanti che dimorano ad oriente di questa strada dipenderanno da S. Maria Maggiore, quelli di occidente da S. Giacomo." ragion per cui Il 2 Aprile 1612 venne quindi redatto un documento che stabiliva il periodo in cui la Congrega in San Giacomo poteva svolgere la sua Processione Eucaristica e quali strade doveva percorrere.
Risale al XVI secolo anche la Cappella "della Frateria" o del Santissimo, demolita all'inizio del XX secolo per far spazio alla cappella del Sacro Cuore di Gesù inaugurata nel 1923. L'antica Cappella venne già sostituita nel XVIII secolo dall'attuale Cappella del Santissimo, oggi sede dell'antica icona della Madonna della Fiducia, dove ai lati della balaustra sono incisi due ostensori mentre in alto campeggia dipinto il calice e l'ostia. Tutti segni distintivi che confermano la secolare presenza della Veneranda Congrega e la rilevante devozione eucaristica in questa chiesa.
Una piccola lastra, posta sul pavimento antistante la Cappella del Santissimo Salvatore, indica il sepolcro confraternale; l'iscrizione è "Sepulcrum fratum SS.mi Sacramenti A.D. 1769", anno in cui il 30 giugno vennero approvate le regole da parte del Re delle due Sicilie, Ferdinando IV, il 12 aprile 1772 l'aggregazione alla primaria che ha sede presso la chiesa domenicana di santa Maria Sopra Minerva in Roma, il 21 gennaio 1935 venne concesso il riconoscimento giuridico da parte del Re d'Italia Vittorio Emanuele III la quale reiscrizione nel registro delle persone giuridiche è avvenuta da parte del Prefetto della Provincia di Bari il 2 Aprile 2002.
Le solennità proprie dell'Arciconfraternita riguardano principalmente le Celebrazioni e i Riti della Settimana Santa, partendo dal Giovedì Santo, giorno in cui con la messa "in coena domini" si ricorda l'istituzione dell'Eucaristia, la partecipazione del Venerdì Santo alla processione cittadina dove non si venerano processionalmente i "Misteri", ma il Santissimo Sacramento portato, per voto, nell'Arca Eucaristica da quattro sacerdoti scalzi, come da antica tradizione, in seguito alla cessazione della peste in città, avvenuta nel 1504, celebrazioni che hanno il loro culmine con la Festività principale della Parrocchia e dell'Arciconfraternita, la Santa Pasqua! La domenica mattina, infatti, i Confrati e il Popolo di Dio si ritrovano nella millenaria chiesa di San Giacomo Maggiore di Barletta per partecipare alla solenne e secolare santa Messa delle ore 11, seguita dalla tradizionale e tanto attesa Processione Eucaristica di mezzogiorno che attraversa le principali vie del quartiere, aprendo le annuali sante Quarantore, affermando, così, che il dono principale del Risorto è l'Eucaristia.
Il popolo, che unisce volentieri il sacro e il profano, menziona la secolare Processione di Pasqua: "Crist canarout" e indica le Quarantore, che lasciano alle spalle il clima penitenziale della Quaresima, col detto: "Crist a San Giechm: pigghi Pesqu, avesten i lecrm" (Cristo a San Giacomo: prendi Pasqua, basta con le lacrime).
Tradizione secolare in preparazione della Festa Pasquale è la "questua", i confrati infatti con forte spirito di umiltà si recano durante la quaresima per le abitazioni del quartiere raccogliendo offerte che verranno devolute per lo svolgimento della festa e per opere di carità. Pur se lungo i secoli le finalità principali del culto e della carità sono rimaste inalterate, sono in realtà mutate le modalità di espressione; a proposito del culto si tramanda infatti che sino all'inizio del secolo scorso i confratelli usavano flagellarsi a dorso nudo nei giorni che precedevano la Pasqua dinanzi ai misteri della Passione nella Cappella della Frateria. Queste espressioni di culto sono ormai scomparse, ma ancora oggi la partecipazione dei confratelli alle celebrazioni è richiamata da dei tocchi di campana chiamati appunto "della fratellanza" che si diffondono dal campanile di San Giacomo alla vigilia di ogni Solennità Liturgica Eucaristica. Processione di stampo prettamente eucaristico, e festività dell'Arciconfraternita, è anche quella in onore del Sacro Cuore di Gesù che si svolge nell'ultima domenica di giugno, risalente, secondo una secolare tradizione orale, ad una cessazione "miracolosa" della peste nei pressi della via Pistergola, la cui etimologia si pensi richiami tale evento.
Fortissimo legame vi è anche con la Solennità e Processione del Corpus Domini, la partecipazione dell'Arciconfraternita è stata sempre di primaria importanza, dato il legame eucaristico. In effetti grazie ad un documento fotografico recentemente scoperto risalente al 1888 è stato possibile verificare che l'Arciconfraternita di San Giacomo precedeva immediatamente i canonici e quindi la capanna e il Santissimo Sacramento, mentre l'Arciconfraternita di San Pietro succedeva come se entrambe le Congreghe accompagnassero in un grande abbraccio il procedere di Gesù vivo e vero per le strade della Città, cosa che accade ancora oggi.
L'operato secolare dell'Arciconfraternita dai suoi albori ai giorni nostri è stata aggregazione e formazione di numerose famiglie cristiane nonchè terreno fertile per la formazione di religiosi in odore di santità, che nei secoli si sono susseguiti, nei confronti dei quali è in corso la causa di canonizzazione come per il Servo di Dio don Ruggero Caputo (1907-1980) e il Venerabile Mons. Raffaele Dimiccoli (1887-1956) onore e vanto della nostra chiesa diocesana.
L'Arciconfraternita del Santissimo Sacramento in San Giacomo Maggiore nei suoi cinque secoli di vita ha accumulato un bagaglio di storia e di fede che risulta impossibile descrivere in poche righe; un passaggio importante è stato verso la seconda metà del ventesimo secolo quando l'Arciconfraternita, come tutti i sodalizi della città, conobbe un momento di forte declino con la prospettiva di una possibile estinzione. Verso la fine degli anni 80 infatti si contavano solo 2 confratelli tra le file della "Veneranda Arciconfraternita" e solo all'inizio del 1991 il nuovo Prevosto, mons. Sabino Lattanzio, propose di ridare lustro a questa antica istituzione proponendo a 13 parrocchiani di entrare a far parte della suddetta Congrega, infatti il 20 aprile 1991 l'arcivescovo mons. Carmelo Cassati accolse la domanda dei 13 novizi e il 29 Giugno dello stesso anno il Prevosto mons. Lattanzio presiedette il rito della Vestizione e della Professione. La data del 29 Giugno 1991 è stata presa infatti come riferimento "della ricostituzione" dell'Arciconfraternita e quest'anno passati 32 anni da quel giorno importante si contano ben 36 confratelli effettivi, gran parte dei quali hanno meno di 40 anni e 3 novizi 17enni che faranno la loro professione il 30 Giugno p.v. in occasione della Solenne festività del Sacro Cuore di Gesù.
Di primaria importanza per questa Veneranda Congrega è appunto avvicinare i giovani a Cristo e alla Chiesa, può infatti vantare un'età media tra le più basse dell'Arcidiocesi, lo stesso nuovo Direttivo (2023-2026) è tra i più giovani ed è così composto: Priore Savino Doronzo (37 anni), Vice Priore Michelangelo Carletti (25 anni), Cassiere Germano Damato (25 anni), Segretario Luigi Diblasio (23 anni) e i consiglieri Michele Rasola (72 anni) e Salvatore Cassano (57 anni). Il grande monito dell'Arciconfraternita è di non perdere mai di vista innanzitutto il fulcro della Fede, di poter sempre e per sempre attuare la Carità e non perdere memoria del passato in modo da lasciarlo in affidamento ai posteri sperando che il Signore, non venendo meno al suo patto, continui a visitare e benedire questa vigna piantata alla Sua destra (cfr Sal 80,15-16).