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Cronaca

Maxi truffa a danno dello Stato, il barlettano Leonetti fermato a Santo Domingo

Gli inquirenti definiscono l'imprenditore il "Re dei bonus" e lo considerano ai vertici del sistema di frode

C'è anche l'imprenditore barlettano Andrea Leonetti tra le persone arrestate per la maxi frode a danno dello Stato da 440 milioni di euro legata ai bonus fiscali introdotti in pandemia. Il barlettano Leonetti, insieme al commercialista biscegliese Roberto Amoruso, erano latitanti all'estero da inizio anno. Adesso sono stati entrambi arrestati perché ritenuti ai vertici dell'organizzazione smantellata, a gennaio 2022, dalla Guardia di Finanza e dalla Procura della Repubblica di Rimini che hanno portato avanti per mesi l'operazione "Free credit".

Il sistema di frode

Si trattava di un sodalizio con base a Rimini, ma ramificato in tutta Italia con 56 associati e 22 prestanome. Secondo gli inquirenti e i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Rimini, che a gennaio avevano eseguito 35 misure cautelari e 80 perquisizioni in tutto lo stivale (Emilia Romagna, Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino e Veneto), la rete messa a punto serviva a commercializzare falsi crediti di imposta o, per meglio dire, i bonus per le imprese introdotti con il Decreto rilancio.

Al momento degli arresti, cinque mesi fa, mancavano all'appello proprio i pugliesi Leonetti e Amoruso, entrambi partiti in vacanza, qualche giorno prima, in Colombia e a Santo Domingo dove sono rimasti fino ad oggi: «Venuti a conoscenza della retata che aveva smantellato l'organizzazione criminale - si legge nel comunicato stampa diramato dalle Fiamme Gialle di Rimini - hanno deciso di non rientrare più in Italia, convinti di essere ormai al sicuro in quel paradiso tropicale».

L'arresto dei pugliesi al vertice dell'organizzazione

L'operazione portata avanti, infatti, ha consentito di arrestare i due latitanti. L'imprenditore barlettano Andrea Leonetti, considerato dagli inquirenti il "Re dei bonus", è stato fermato a Santo Domingo. È stato trovato in possesso di diversi cellulari, varie schede telefoniche e denaro contante tra euro, dollari, pesos colombiani e dominicani per circa 6 mila euro.

Domenica scorsa, la Repubblica Dominicana lo ha espulso e messo su un aereo per l'Italia, sul quale ha trovato, per essere scortato nel nostro Paese, due agenti del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia. L'ex latitante è atterrato domenica scorsa all'Aeroporto di Fiumicino, dove i Finanzieri, in stretta collaborazione con la Squadra di Polizia di Frontiera della Polizia di Stato, lo hanno formalmente arrestato e condotto presso la casa circondariale di Rimini per essere messo a disposizione dell'Autorità giudiziaria.

Il commercialista biscegliese Roberto Amoruso, invece, è stato arrestato all'aeroporto di Medellin (Colombia) e adesso è in carcere a Bogotà in attesa della procedura di estradizione.

Le indagini e il mandato di arresto internazionale

Gli arresti sono stati possibili perché gli inquirenti della Procura della Repubblica e gli specialisti del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Rimini avevano monitorato ogni spostamento, conoscevano i posti frequentati dai due indagati e le loro abitudini e, sulla base di questi elementi, hanno richiesto al Ministero della Giustizia italiano l'emissione di un mandato di arresto internazionale.

Qui è entrato in gioco il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, organismo interforze della Direzione Centrale della Polizia Criminale che opera come unico punto di contatto nazionale per supportare le forze di polizia nelle attività investigative all'estero; i dati dei due latitanti sono stati subito comunicati ai collaterali uffici Interpol della Repubblica Dominicana e della Colombia che, supportati dagli Esperti per la Sicurezza italiani operanti presso le nostre Ambasciate in quei paesi, hanno attivato le forze di polizia locali per il rintraccio e l'arresto ai fini estradizionali dei ricercati.
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