Religioni
La solidarietà dell’Arcivescovo e di tutta la diocesi per le morti bianche
Dicono: «Il lavoro è per la vita»
Barletta - sabato 16 ottobre 2021
12.45 Comunicato Stampa
«Nella scorsa giornata, la nostra Diocesi è stata segnata, ancora una volta, da un grave lutto per la morte di un lavoratore, il signor Luigi Riefolo, nella città di Barletta. Purtroppo, solo ieri in Italia ci sono stati quattro decessi di lavoratori, un fenomeno questo che non può e non deve lasciarci indifferenti» è quello che scrive l'Arcivescovo di tutta la diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie in seguito all'accaduto presso la Timac all'operaio Luigi Riefolo.
«La dottrina sociale della Chiesa ribadisce che ogni persona, con il suo lavoro, collabora all'opera del Grande Artigiano della Creazione; non solo, lo stesso Figlio del Grande Artigiano, cioè Gesù di Nazareth, come afferma il Concilio, "ha lavorato con mani d'uomo" (GS 22). Infatti, nei trent'anni passati a Nazareth, i Vangeli sottolineano che il Signore si è procurato il pane quotidiano con il suo lavoro di carpentiere insieme al padre San Giuseppe. Per questo, non è difficile ipotizzare che le nostre problematiche lavorative sono state le stesse del tempo in cui è vissuta la Santa Famiglia di Nazareth, a cominciare dalla precarietà, la mancanza di lavoro, l'ingiusto salario e tanto altro.
In ragione di ciò, le fatiche, le ansie, le preoccupazioni di ogni lavoratore trovano conforto in Gesù Lavoratore; in particolare, come più volte Papa Francesco ha ribadito, il lavoro deve essere fonte di vita e non causa di morte. Ogni persona ha il diritto di tornare a casa, dopo una giornata di lavoro con la certezza di aver adempiuto ai propri doveri, ma anche con la serenità di poter provvedere alla sussistenza della propria famiglia.
Esprimiamo piena solidarietà alla famiglia del Signor Luigi e assicuriamo la nostra preghiera, perché in Cielo egli continui a collaborare in maniera nuova con il Dio Creatore e Redentore».
«La dottrina sociale della Chiesa ribadisce che ogni persona, con il suo lavoro, collabora all'opera del Grande Artigiano della Creazione; non solo, lo stesso Figlio del Grande Artigiano, cioè Gesù di Nazareth, come afferma il Concilio, "ha lavorato con mani d'uomo" (GS 22). Infatti, nei trent'anni passati a Nazareth, i Vangeli sottolineano che il Signore si è procurato il pane quotidiano con il suo lavoro di carpentiere insieme al padre San Giuseppe. Per questo, non è difficile ipotizzare che le nostre problematiche lavorative sono state le stesse del tempo in cui è vissuta la Santa Famiglia di Nazareth, a cominciare dalla precarietà, la mancanza di lavoro, l'ingiusto salario e tanto altro.
In ragione di ciò, le fatiche, le ansie, le preoccupazioni di ogni lavoratore trovano conforto in Gesù Lavoratore; in particolare, come più volte Papa Francesco ha ribadito, il lavoro deve essere fonte di vita e non causa di morte. Ogni persona ha il diritto di tornare a casa, dopo una giornata di lavoro con la certezza di aver adempiuto ai propri doveri, ma anche con la serenità di poter provvedere alla sussistenza della propria famiglia.
Esprimiamo piena solidarietà alla famiglia del Signor Luigi e assicuriamo la nostra preghiera, perché in Cielo egli continui a collaborare in maniera nuova con il Dio Creatore e Redentore».