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Il ritorno del Gigante: risultati e nuove conoscenze

Esito del convegno sullo stato di salute di Eraclio. Il sindaco si è impegnato ad avviare la manutenzione della statua

Eraclio sta bene. Questo, in sintesi, il risultato finale del convegno organizzato dal Comune di Barletta in collaborazione con le Università di Bari, Foggia e del Salento, svoltosi il 7 ottobre a Palazzo Della Marra e aperto da un lungo e sentitissimo minuto di silenzio in memoria delle vittime del crollo di Via Roma.

I docenti delle Università pugliesi hanno però evidenziato come la statua colossale abbia bisogno di un intervento di manutenzione straordinaria. L'ultimo restauro strutturale, all'avanguardia ancora oggi, risale tuttavia a trent'anni fa e fu curato dal prof. De Tommasi il quale ha tenuto a evidenziare come oggi il problema della statua non sia costituito dal suo stato di salute ma dalla sua collocazione. Il colosso infatti è un pezzo unico al mondo e solo per questo andrebbe valorizzato senza immaginare spostamenti inutili ma nel contesto esatto dove attualmente si trova, al fianco della Basilica del Santo Sepolcro, attraverso la completa chiusura al traffico di Corso Vittorio Emanuele e la contemporanea realizzazione di una grande piazza che comprenda anche il Teatro Curci, anch'esso attualmente schiacciato dal traffico.

Questa linea è stata sostenuta da tutti i relatori del convegno. Secondo Giuliano Volpe, Rettore dell'Università di Foggia e archeologo di fama internazionale, la statua ancora oggi sconta, se si eccettuano pochi importanti studi ormai datati, l'assenza vera e propria di indagini serie, multidisciplinari e innovative, che coniughino l'analisi storica e artistica sul manufatto e sul contesto urbano che lo accoglie con le più innovative indagini tecnologiche sul bronzo e sulla sua composizione. Proprio queste indagini sono state effettuate alla fine di settembre da una equipe dell'Università del Salento guidata da Alfredo Castellano. I primi risultati presentati ieri hanno potuto mostrare come la statua sia composta da una lega in bronzo pressoché uniforme (ad eccezione delle gambe che furono oggetto di un rifacimento nel tardo medioevo) con una elevatissima presenza di piombo dovuta forse a elementi di posatura esterna provocati dagli agenti atmosferici e inquinanti. Inoltre la presenza di residui di iodio è molto bassa e ciò dimostrerebbe come la statua non sia stata depositata a lungo in mare ma, forse, solo per il tempo necessario ad essere trasportata da un luogo all'altro del Mediterraneo. È questo un elemento importantissimo, perché di per sé proverebbe l'inattendibilità della teoria del naufragio sulle spiagge barlettane. Piuttosto, è probabile che la statua sia arrivata in città, forse da Ravenna, da Costantinopoli o dai Balcani, per proseguire il suo tragitto verso Melfi, sede privilegiata da Federico II, come ha sostenuto Gianfranco Purpura o, perché no, per essere collocata proprio nel posto dove è stata a lungo, la "dohana" dove i barlettani versavano le tasse allo Stato e dove gli arcipreti di Santa Maria raccoglievano i proventi destinati alla Diocesi di Trani e alla stessa chiesa barlettana.

Solo l'ulteriore indagine sulle terre di fusione, i residui di terra che restano sul metallo durante il procedimento di fusione, potranno sciogliere definitivamente il dubbio sulla provenienza della statua.

"È indubbio che il Colosso – ha dichiarato Luisa Derosa, responsabile scientifica dell'evento insieme a Lucinia Speciale – rappresenta ancora oggi uno dei maggiori elementi identitari della nostra città e come tale dobbiamo lavorare tutti insieme, istituzioni, università, cittadini, per la sua tutela e valorizzazione in modo che possa giungere intatto alle generazioni future". A questo proposito "il Comune di Barletta – ha dichiarato il Sindaco Nicola Maffei che ieri, in serata, ha portato un breve saluto della città, ricevendo un lungo applauso di commossa solidarietà da parte della comunità scientifica riunita a Palazzo Della Marra – si è già impegnato per avviare la manutenzione della statua e auspico che i risultati di questa giornata siano presto oggetto di pubblicazione, in modo da lasciare tracce tangibili sulle quali fondare le analisi future".

Un unico interrogativo è restato aperto e forse non troverà una risposta definitiva: chi è l'imperatore rappresentato nella statua bronzea? "Per rispondere a questa domanda sarà necessario lavorare a lungo sulla documentazione pergamenacea conservata in città e negli archivi europei – dice Victor Rivera Magos, tra gli organizzatori dell'evento – e non è detto che la risposta arrivi". Un mistero, dunque, che solo il tempo potrà sciogliere.
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