Francesca Dascoli
Francesca Dascoli
Politica

Bocciatura della legge 50/50 dal Consiglio Regionale

Decisione “misogina” per i movimenti femminili che raccolsero 30mila firme. Intervengono Snoq e Francesca Dascoli

Un non risultato, o meglio un amaro e triste epilogo è quello decretato dal Consiglio regionale, durante la seduta di martedì 27 novembre. E' stata bocciata la proposta di legge popolare 50/50, sottoscritta da 30.000 pugliesi Si chiedeva che in Consiglio i seggi fossero equamente divisi tra uomini e donne, per una giusta parità di genere. In prima battuta si potrebbe pensare che una legge del genere nel 2012 sia anacronistica e non dovrebbe servire, perché il processo di affermazione in politica del genere femminile non deve aver bisogno di tutela legislativa, ma dovrebbe essere naturalmente garantito. Ciò è stato pesantemente smentito da alcune affermazioni di consiglieri regionali: "Una donna di Santa Maria di Leuca non potrebbe guidare fino a Bari per partecipare ai lavori del Consiglio Regionale", "Ci devono essere le condizioni reali per favorire la presenza delle nostre donne in consiglio e in politica", "Non fa parte della democrazia compiuta favorire l'ingresso delle donne nelle istituzioni. E poi, quello della rappresentanza di genere è un falso problema", "Le donne sono tante e dappertutto: basta andare negli ospedali, nelle scuole, nei tribunali". Non si condanni poi chi accusa la politica di maschilismo.

Fa riflettere che trenta consiglieri, nascosti dal voto segreto, richiesto da alcuni rappresentanti dell'opposizione di centrodestra, abbiano così votato proprio in un'Assemblea di cui fanno parte solo tre donne. Arrabbiate ma mai sfiduciate, alcune rappresentanti del mondo femminile barlettano, che nei mesi passati hanno sostenuto la raccolta di firme perché si presentasse la proposta di legge, sono intervenute per stigmatizzare negativamente la scelta. "L'ottusità della politica al maschile", hanno sottolineato esponenti del movimento "Se non ora quando - Barletta". L'atto carico di motivazioni nulle, ha comunque responsabilità trasversali, essendo sostenuto da consiglieri di tutti gli schieramenti. "La Regione Puglia non ha certo scritto una delle sue pagine migliori – continuano Giuliana Damato e Annabella Corsini di SNOQ - confidiamo nell'inserimento di norme che favoriscano fattivamente il riequilibrio di genere, nella nuova legge elettorale prossima alla discussione".

E' intervenuta anche Francesca Dascoli della Consulta femminile regionale: "Ci vorrà solo un po' più tempo rispetto a quello previsto, ma noi donne sappiamo aspettare oltre che amare, consolare, comprendere e lottare". Ricordiamo che si erano raccolte 30mila firme per questa proposta di legge di cittadini pugliesi, "traditi dai nostri rappresentanti". "Mi è sembrato – prosegue la Dascoli - di aver attraversato una porta spazio temporale ed essere finita ad inizio secolo scorso. E' possibile che quelle bocche misogine, con 30 voti contrari abbiano chiuso la bocca a 30 mila cittadini pugliesi? La nostra legge, va chiarito, non favoriva le donne, nessun posto per loro era stato riservato, ma sanciva un principio: democrazia paritaria! Abbiamo unito donne di diversa provenienza politica e sociale, donne di associazioni o senza appartenenza politica che hanno creduto e sostenuto il progetto, raccogliendo 30.000 firme sul territorio. Sono, come tutte, profondamente avvilita da questo non-risultato ma ancora più certa che il cammino dovrà proseguire in questa direzione".
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