Cucciolo con Bimba
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Animalisti oggi, la responsabilità del domani: l’intervista a Francesco

Verità sottaciute e idee confusamente occultate, le nostre domande ad un’antispecista

In seguito al crescente interesse e alla sensibilità che i lettori di BarlettaLife hanno dimostrato per le questioni dedicate alla salvaguardia e tutela degli animali, abbiamo deciso di porre alcune domande a Francesco, animalista barlettano antispecista, per comprendere meglio i meccanismi che regolano l'attivismo del genere a Barletta e in che modo i cittadini rispondano agli stimoli che provengono dalle associazioni per la tutela degli animali.

Credi sia presente una realtà animalista a Barletta?
«C'è una realtà animalista a Barletta ma è disorganizzata. Alcuni anni fa ad esempio, io e alcuni altri animalisti organizzammo una raccolta firme, per regolamentare la tutela e il benessere degli animali nella città, raccogliemmo circa 300 firme, ma la proposta non è mai stata nemmeno presa in considerazione. Le associazioni animaliste sicuramente non sono mancate nella città in passato, attualmente hanno solo smesso di fare attivismo. Sicuramente in molti nella città amano gli animali, basti pensare a chi gira di notte andando a portare loro il cibo».

Di cosa si interessa generalmente un animalista?
«Bisogna tenere ben presente la distinzione tra specisti e antispecisti, ovvero quando si amano gli animali, tenendo a cuore le questioni che li riguardano, non si dovrebbe escludere nessuna specie, è questo quello che fanno gli antispecisti. L'animalista poi sicuramente segue anche uno stile di vita nel rispetto degli stessi animali, osservando specifici comportamenti alimentari o selezionando accuratamente vestiario o elementi di oggettistica che non siano fatti di pelle o pellicce o in genere in tessuti animali. L'animalista ideale rifiuta di partecipare ad attività ludiche o a spettacoli che comportino lo sfruttamento di animali, come gli spettacoli dei delfini o le stesse attività del circo la dove non siano adeguatamente controllate».

Quella che aleggia intorno al circo è soltanto una leggenda?
«In realtà non si è mai potuto attestare niente di certo, in passato si è cercato anche di regolamentare gli stessi attendamenti del circo, ma la questione è sempre stata trascurata anche in virtù di alcuni ricorsi al Tar che il circo ha vinto. Dipende sempre dal circo e dall'organizzazione interna, ma s«pesso e volentieri coloro che lavorano per il circo non mostrano grande rispetto né per l'ambiente, né per gli animali stessi. Quando il circo è in città i muri sono tappezzati di manifesti, anche se abusivi, i tubi di scarico del circo scaricano di tutto intorno all'appezzamento. Lo scorso anno abbiamo denunciato il circo di turno per lo stato in cui erano tenuti gli animali in gabbie molto piccole rispetto a quelle necessarie per la loro dimensioni, erano inoltre arrugginite e molto vecchie. Il rinoceronte di notte dormiva nel furgone e passando lì vicino si sentiva il povero animale sbattere contro le pareti dello stesso. In tutto ciò il circo è stato multato con una sanzione di circa 300 euro. Quella dei randagi che spariscono, resterà per sempre una leggenda fino a quando non se ne avranno le prove».

Attualmente tu e altri interessati state preparando un regolamento animalista per la città di Barletta. Quali sono i punti cardine su cui è sviluppato?
«Io e alcuni altri individui e gruppi animalisti, stiamo per proporre l'adozione del Regolamento per la tutela degli animali che Anci e Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente stanno consigliando ai comuni italiani. Si prevede quindi che tocchi tutti gli aspetti della questione, dai principi etici e culturali, alla detenzione degli animali, dal maltrattamento all'accattonaggio, dall'avvelenamento all'uso di petardi pirotecnici. Prevede inoltre la discussione e regolamentazione dell'accesso degli animali nei locali pubblici e che sia garantita la scelta vegetariana nelle mense gestite direttamente o meno dal comune».

Che ne pensi della vendita degli animali al mercato?
«Nel regolamento che stiamo per proporre vorremmo fosse previsto il divieto di vendita degli animali sulle bancarelle, norma già adottata da diversi comuni; e regolamentare la loro esposizione nelle vetrine dei negozi specializzati. La stessa vendita degli animali non è un concetto che appartiene alla normalità, basti pensare che gli animali finalizzati alla vendita sono esasperati sotto numerosi aspetti affinchè siano esteticamente belli e perfetti. Per un antispecista l'animale è un essere vivente, senziente che non si può commerciare. E se si puntasse maggiormente sulle adozioni, in particolar modo per i cani, non avrebbero senso di esistere gli allevamenti che invece speculano sulle vendite».
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