Vacanze Sicure 2014, in Puglia dati negativi per la sicurezza in strada

L'esito dell'indagine condotta dalla Polizia Stradale

martedì 29 luglio 2014
Il Direttore del Servizio Polizia Stradale Giuseppe Bisogno e il Direttore di Assogomma Fabio Bertolotti, hanno illustrato i risultati della campagna di sicurezza stradale, frutto della collaborazione tra il Ministero dell'Interno, Servizio Polizia Stradale, le Associazioni dei Produttori e dei Rivenditori di pneumatici e Politecnico di Torino. Un trend negativo su tutti i fronti che riguarda parametri di fondamentale importanza per la sicurezza stradale: dallo spessore del battistrada, ai danneggiamenti, all'omologazione, alla conformità alla carta di circolazione e all'omogeneità, solo per citare i più critici.

Sono sei le regioni indagate in questa undicesima campagna di sensibilizzazione promossa da Assogomma e Federpneus e realizzata dalla Polizia stradale: Puglia, Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Umbria e Trentino Alto Adige. Queste sei regioni con le rispettive 36 province, sono un campione che fa riferimento al 31% del parco circolante italiano di 37 milioni di auto (fonte Aci). In Puglia sono stati effettuati quasi 2.000 controlli in strada. Rispetto all'età media nazionale del parco circolante che è di 10 anni e 9 mesi e continua a invecchiare, il campione controllato è di 7 anni e tre mesi, quindi decisamente più giovane. Il dato è spiegabile con il fatto che i controlli si sono svolti principalmente su autostrade e strade ad alto scorrimento, dove circolano le prime vetture di cilindrate più elevate. Ciò fa presupporre che il deficit di manutenzione generalizzato sia ancora più significativo e quindi preoccupante. In Puglia circolano oltre 2 milioni di vetture con un'età media di 11 anni e 3 mesi. Oltre il 50% ha più di 10 anni di età. Il campione delle auto fermate è invece di 8 anni e 2 mesi di età media, quindi molto più giovane.

La mancanza di manutenzione, fondamentale per viaggiare sicuri in qualsiasi stagione, sembra essere la principale causa di allarme, ed è evidenziata anche dal numero sempre crescente di veicoli che non hanno effettuato la revisione di legge. Va inoltre rilevato, che all'aumentare dell'anzianità del veicolo, segue un aumento progressivo delle percentuali di non conformità, a dimostrazione della scarsa manutenzione sui pneumatici. In Puglia il 6,77% dei fermati era senza revisione con un picco negativo del 9,85% nella Provincia di Barletta-Andria-Trani seguita da Taranto e Bari, mentre più virtuosa ma sempre sopra la media nazionale Foggia con il 4,46%. Un punto percentuale di variazione sembra un'inezia, ma se traguardato sul parco circolante italiano (37 milioni di auto) assume proporzioni del tutto significative pari a 370.000 unità. Una quantità del tutto rilevante.

L'allungamento dello spazio di frenata è tra le prime cause di tamponamento, l'incidente più diffuso: con gomme lisce, magari sotto un acquazzone estivo, la frenata si allunga fino al doppio del normale ed è dunque intuitivo che aumenti la possibilità di tamponamento per chi ha gomme lisce, il cui dato passa dal 2,7%al 3,3%. In Puglia il dato è in linea con la media nazionale salvo un allarme gomme lisce a Lecce con l'8,54% dei fermati con gomme sotto il limite di legge. Alcuni associano il pneumatico allo scoppio come se fosse una causa intrinseca del prodotto, ma non è così. Lo scoppio si verifica al ricorrere di due fattori: da un lato gomme danneggiate e dall'altro mancanza di aria in pressione che, associati alle alte temperature estive ed al sovraccarico possono dare luogo al cedimento strutturale. Come se i pneumatici cedessero sotto il " peso delle vacanze", a causa di vetture cariche sia di persone sia di bagagli in occasione degli esodi estivi. Elemento di allarme in tal senso è l'aumento della percentuale di gomme danneggiate visibilmente che passa dal 3% al 4,35%. Anche il dato relativo ai danneggiamenti, in Puglia è sopra la media con un 5,49% trainato dai numeri da allarme di Taranto con il 13,14% e Brindisi con il 10,18%.

Assogomma e Federpneus consigliano sempre, e a maggior ragione in occasione delle partenze estive e di lunghi viaggi, una visita presso un Rivenditore specialista: sono oltre 5.000 in Italia i professionisti presso cui è possibile gonfiare i pneumatici ed effettuare un controllo visivo sullo stato dei pneumatici, tutto gratuitamente. E' bene rammentare anche di ripristinare la pressione della ruota di scorta e di far controllare lo stato dei pneumatici di roulotte, carrelli appendice e camper che spesso sono stati fermi per 11 mesi, e che possono presentare oltre ad un classico sottogonfiaggio, anche deformazioni permanenti delle gomme. La ricerca del risparmio a tutti i costi, favorisce inoltre la crescita di soluzioni di ripiego che possono costituire un elemento di rischio per la sicurezza stradale. Questa è una delle ragioni che sta alla base dell'aumento di pneumatici non conformi alla carta di circolazione che passa dallo 0,85 del 2013 addirittura al 3,36% di quest'anno. Per legge, i pneumatici sullo stesso asse devono essere identici, cioè perfettamente uguali, in tutto e per tutto: marca, modello, misure e caratteristiche prestazionali, ecc.. Questa prescrizione Tecnico giuridica ha una chiara valenza di sicurezza stradale al di là di ogni ragione in termini di sanzioni sia pecuniarie che altro. In Puglia il 3,80% degli automobilisti circola con gomme non conformi alla carta di circolazione. Grave la situazione a Taranto ( 7,43%) e Foggia (6,44%). Stessa motivazione, e forse la mancanza di controlli su quello che entra alle nostre frontiere, soprattutto nei grandi porti come Bari, è alla base dell'impennata della percentuale di gomme non omologate che è oggi raddoppiato rispetto a un anno fa attestandosi quasi al 4%. Molto preoccupante la situazione in Puglia con quasi il 6% dei fermati equipaggiati con gomme non omologate. Brindisi, Bari e Foggia le maglie nere, mentre Lecce è sotto la media nazionale.

C'è dunque ancora molto da fare per promuovere una circolazione sicura a partire dal pneumatico: fondamentale ma sempre più trascurato, probabilmente anche a causa della crisi che riduce sempre di più la capacità di acquisto degli italiani.