Solo i “medici romani” possono curare il “malato barlettano”?

Cascella come Maffei, il commissario prefettizio non è la soluzione

mercoledì 11 febbraio 2015 10.00
A cura di Paolo Doronzo
Questa paralizzante crisi amministrativa è stata in più occasioni riconosciuta dal sindaco Pasquale Cascella, che si rivolge ai consiglieri comunali della sua maggioranza con chiari ultimatum, che, tuttavia, potrebbero non trovare risposta, perlomeno nell'immediato. È noto a tutti, è inutile nasconderselo, che certa politica, non solo barlettana, preferisca tirare a campare fino alle prossime elezioni regionali in primavera.

"Vivacchiare", verbo noto da sempre alla politica nazionale e locale, è proprio ciò che non si può permettere la macchina amministrativa barlettana, su cui gravano i tanti problemi descritti abbondantemente dalla stampa locale nelle ultime settimane. Soprattutto dopo l'ennesimo scioglimento della seduta del Consiglio Comunale "per assenza del numero legale". Il problema politico qui è anche etico e morale, perché tenendo in ostaggio l'azione amministrativa, che dipende direttamente dal Consiglio eletto, si compie un grave danno alla città. Ricordiamo che nel 2012 il percorso della seconda sindacatura Maffei era stato dichiarato concluso, dopo solo un anno e mezzo, per questioni molto simili. Seguì un commissario prefettizio, che ricordiamo è una figura prevista dalla legge in casi eccezionali, ma ora il problema torna e dunque il periodo prefettizio è in grado di attivare solo una 'pulizia' momentanea, lasciando che i problemi si ripresentino dopo un anno.

Cascella venne "scelto da Roma", come si disse, perché il Partito Democratico rischiava davvero di perdere la città, uno dei capoluoghi di provincia pugliesi, in seguito al malcontento dell'ultimo periodo. Il nome fu un sollievo per tutto il centrosinistra, che già preparava campagne elettorali con divisioni interne e tante diverse candidature. Ma il nome trovato da Roma mise d'accordo tutti e fu benedetto dalla presentazione dell'ex premier, non ancora premier allora, on. Enrico Letta, con la partecipazione dell'onorevole biscegliese Francesco Boccia, vero regista dell'operazione. La politica locale si sta dimostrando incapace, oggi come allora.

Il PD nazionale ora dovrebbe risolvere i problemi di quella coalizione che due anni fa fece riunire, tenendo anche conto delle prossime elezioni regionali in cui a presidente della Regione è candidato proprio il Segretario regionale di quel partito, e Cascella fu sostenuto in campagna elettorale anche dalla presenza dell'attuale premier Renzi, nonché segretario nazionale del PD. Qualche 'tirata di orecchie' non ci starebbe male.